Il regime golpista di Kiev commenta le elezioni in Venezuela
di Fabrizio Verde
Il portavoce del Ministero degli Esteri ucraino, Gueorgui Tiji, martedì ha commentato i risultati delle elezioni presidenziali in Venezuela, in cui è stato rieletto il presidente in carica Nicolás Maduro, sebbene l'opposizione radicale non conosca la sentenza ufficiale emessa dal Consiglio Nazionale Elettorale del Paese sudamericano.
“Elezioni libere ed eque significano che ogni voto viene contato con trasparenza e che i risultati riflettono fedelmente la volontà del popolo. I venezuelani non meritano di meno”, ha scritto Tiji sul suo account X, sottolineando che ‘il popolo venezuelano merita che la sua volontà venga rispettata’.
Così, prendiamo atto che anche dal regime di Kiev hanno sentito il bisogno di intervenire riguardo al processo democratico sovrano della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Questa presa di posizione non stupisce, visto che l’Ucraina è un ‘rogue state’ al servizio degli Stati Uniti, suscita invece rabbia mista ad ironia.
L’Ucraina sorta dal golpe di Maidan è un covo di neonazisti. Delle cosiddette libertà democratiche liberali non vi è traccia. Esprimere pareri contrastanti il governo può essere molto pericoloso, come dimostra il caso del giornalista Gonzalo Lira morto nelle carceri del regime di Kiev.
In Ucraina sono ben 11 i partiti messi al bando. Tra questi il Partito Comunista e la Piattaforma di Opposizione per la Vita, il più grande partito dell’Ucraina, guidato da Viktor Medvedchuk. Quando nel 2022 il regime di Kiev mise al bando i partiti di opposizione, Medvedev così commentava la decisione: "Il presidente più democratico della moderna Ucraina ha fatto un altro passo verso gli ideali occidentali della democrazia. Su decisione del Consiglio per la Difesa Nazionale e la Sicurezza, ha completamente vietato qualsiasi attività dei partiti di opposizione in Ucraina. Non sono necessari! Ben fatto! Continua così".
Veniamo quindi infine a Zelensky. Il suo mandato è scaduto lo scorso mese di maggio, ma le elezioni non vengono convocate dietro il pretesto delle legge marziale a causa della guerra con la Russia. In Ucraina attualmente è al potere un presidente illegittimo.
Per il regime di Kiev “elezioni libere ed eque significano che ogni voto viene contato con trasparenza e che i risultati riflettono fedelmente la volontà del popolo. I venezuelani non meritano di meno”. Evidentemente però gli ucraini meritano meno visto che la cricca neonazista al potere in Ucraina non ha alcuna intenzione di chiamare il popolo alle urne.