Il segretario perfetto per il partito delle elites

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Il segretario perfetto per il partito delle elites

 

A me pare giusto che ad essere segretario del PD sia la Schlein. Mi pare anche giusto che sia sostenuta dalla stampa delle elites, trovo corretto che la sua candidatura sia stata decisa nei salotti, ed anche che ad una rampolla di buona famiglia si trovi la giusta collocazione nella vita.

Mi pare giusto perché il PD è il partito delle elites, ed è normale che a scegliere il segretario siano le elites, nei loro luoghi.

Un gioco peraltro furbo, ultima possibilità di colonizzare un popolo sempre più recalcitrante, facendo credere che la Schlein porterà avanti la questione dei diritti sociali. Qualche povero di spirito che ci crede si trova. Qualche poveretto penserà che appartenga alla tradizione socialista una che pensa che sia normale l’utero in affitto, che si possa vendere o affittare il proprio corpo. La “sinistra” è piena di boccaloni.

E poi, con la Schlein si potrà tessere l’alleanza con il M5s di Conte, che farà questa alleanza, senza dubbio. E sarà mortale per Conte, ma non per il PD.

Che comunque non si sfascerà. Alla fine , chiunque vinca, ci sarà una gestione collegiale Schlein-Bonaccini. Il PD è questa cosa un po’ fake, in cui tutto è rito, spettacolo, e tutto si svolge nei salotti buoni, il resto è rappresentazione per i fessi.

Così vedremo Franceschini (e consorte) magari sostenere la Schlein, che vuole abolire ciò che Renzi, sostenuto da Franceschini, ha introdotto. Non so se teatro dell’assurdo o teatro comico.

È una farsa, una rappresentazione per il popolo.

Ho anche il sospetto che Schlein e Bonaccini stiano facendo un misero gioco delle parti, una rappresentazione per il pubblico, per prendere voti a destra e a sinistra. Non dubito che attrarranno qualche Elly-girl e qualche renziano iperliberists, anche qualche leghista. Stanno bene insieme in questa poltiglia.

Ma la realtà è altra, è un punto cieco, si muove. E più i giornali e le tv la oscurano più essa si trasforma, trova le sue strade. Incomprensibili per noi, aggrappati a tre categorie come la cozza allo scoglio.

I boys e le girls non Elly-girls non hanno strategie, hanno solo tattiche. Sfuggono al concetto, soprattutto a quelli Bobbiani, a cui ogni persona di sinistra deve rendere rispettoso omaggio. Fa parte dei riti di iniziazione, un segno di appartenenza al clan.

Bisognerebbe cambiare sguardo, guardare meno lo spettacolo, lasciare la sala, andare nei vicoli, nei bar. Non che vi siano “masse compatte pronte sinanche a morir”, secondo un’altra iconografia idiota. No, nulla di ciò. Vi è frammentazione, contraddizioni, ma comunque una vita che si cerca.

Ma il progressista ci vedrà solo gli “omologati”. E niente, facciamoglielo credere. Questi credono di essere ancora nel 1789. Non si schiodano.

Vincenzo Costa

Vincenzo Costa

Vincenzo Costa è professore ordinario alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dove insegna Fenomenologia (triennale) e Fenomenologia dell’esperienza (biennio magistrale). Ha scritto molti saggi in italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo, apparsi in numerose riviste e libri collettanei. Ha pubblicato 20 volumi, editato e co-editato molte traduzioni e volumi collettivi. Il suo ultimo lavoro è Psicologia fenomenologica (Els, Brescia 2018).

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