Il sorpasso della Meloni e la resa dei conti della propaganda liberal
La novità politica di oggi è che il partito della Meloni scavalca il PD, si attesta come secondo partito italiano e si prepara a insidiare il primato della stessa Lega di Salvini.
Si profila una vera e propria tragedia politica per centro e sinistra, un mondo liberal moderato o radicale dove vige la ferrea coazione a ripetere gli stessi errori. La severa sconfitta del marzo 2018 suscitò poche settimane di dibattito, poi prevalse la riaffermazione identitaria di programmi che continuavano a vertere sulla problematica esclusiva dei diritti civili e su un europeismo acritico e fideistico.
Il PD si ritrovò miracolato dalle follie estive di Salvini e tornò al governo lucrando le posizioni più importanti della nostra rappresentanza in Europa. Oggi proclama di voler "uscire dalla ZTL", ma lo fa esibendo linguaggi, istanze e problematiche che solo nella ZTL possono trovare ascolto. La cosiddetta "sinistra radicale" si avvia all'estinzione, non rimpianta da molti.
E' un mondo che ritiene di poter farsi bastare il suprematismo morale, e che la politica si faccia attaccando le caricature degli avversari, senza neppure interrogarsi sui motivi del loro successo: che forse sono più seri e complessi di quanto voglia la propaganda liberal, e che rinviano a una funzione di rappresentanza ormai quasi del tutto acquisita di un mondo "popolare" che un tempo era l'humus naturale della sinistra, ma che ormai nutre verso quest'ultima diffidenza e distacco, che rischiano di trasformarsi in avversione e disprezzo.