Il terrorismo dei neonazisti di Azov nel Donbass raccontato da un residente di Mariupol

Il terrorismo dei neonazisti di Azov nel Donbass raccontato da un residente di Mariupol

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L’attuale situazione che si è venuta a creare in Ucraina affonda le radici negli anni passati dove le popolazioni russofone del Donbass hanno vissuto anni di paura e repressione. Durante gli otto anni di guerra civile in Ucraina, i combattenti del battaglione neonazista Azov - coccolati da tutto l’occidente democratico - hanno tenuto nel terrore la popolazione della regione del Donbass, ha dichiarato a RT un pensionato della città di Mariupol, nella Repubblica Popolare di Donetsk.

"La gente viveva semplicemente nella paura, perché era un segreto aperto, e sottovoce la gente si passava la notizia che i membri di Azov avevano accoltellato qualcuno, che i neonazisti avevano ucciso una persona, che avevano aperto il fuoco in un bar", ha ricordato il residente di Mariupol.

"Tutti sapevano" che i combattenti di Azov "l'avrebbero fatta franca, impunemente", ha lamentato. Secondo le sue dichiarazioni, i civili avevano persino paura di viaggiare sui mezzi pubblici, per timore di essere colpiti da un proiettile vagante, come è successo una volta su un autobus.

"Tutto questo avveniva in modo palese davanti alle autorità locali", evidenziando che la svastica delle SS, l'organizzazione militare al servizio di Adolf Hitler, era visibile nei luoghi pubblici della città.

Dopo il colpo di Stato in Ucraina del febbraio 2014, orchestrato dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea, diverse zone dell'est e del sud del Paese non hanno riconosciuto la legittimità dell'autoproclamato governo di Kiev e, con proteste di massa, hanno chiesto la federalizzazione.

Tra le altre misure, le nuove autorità ucraine hanno revocato la legge che sanciva l'uso del russo come lingua ufficiale nelle regioni orientali del Paese. Inoltre, per sedare le proteste nella regione, Kiev ha inviato l'esercito e ha lanciato la sua "operazione antiterrorismo", che ha portato a una guerra civile e ha diviso l'Ucraina in due.

Di testimonianze come questa ce ne sono molteplici ma sui media occidentali autoproclamatisi liberi e democratici non ne troverete traccia. Il motivo è presto detto: i neonazisti di Azov sono stati descritti come combattenti per la libertà, sinceri democratici e studiosi di Kant. Cavalieri senza macchia e senza paura. Crollerebbe tutta la narrazione mendace costruita per coprire i crimini del regime di Kiev. 

 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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