Il Venezuela condanna le dichiarazioni di Blinken e una recente legge USA
“L'unico posto da cui non si torna indietro è il ridicolo”, recita un detto popolare in Venezuela. Tuttavia, Blinken, nemico dichiarato del Venezuela, insiste a farlo coprendosi oggettivamente di ridicolo, questa volta con una sorta di Guaidó 2.0 sostenuto da fascisti e terroristi subordinati alla malconcia politica statunitense.
È quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Yván Gil, attraverso il suo canale Telegram, dopo che il Segretario di Stato USA, Antony Blinken, ha indicato che il popolo venezuelano avrebbe eletto Edmundo González come presidente del Venezuela.
Il messaggio postato da Blinken sui social network sottolineava che “il popolo venezuelano ha votato il 28 luglio e ha nominato Edmundo González Urrutia presidente eletto. La democrazia richiede il rispetto della volontà degli elettori”, le parole utilizzate dal funzionario statunitense uscente, per compiere l’ennesima ingerenza nella politica interna del paese sudamenricano, con l’unico obiettivo di provare a destabilizzare la Rivoluzione Bolivariana.
In questo senso, il ministro degli Esteri Gil ha sottolineato che “negli ultimi giorni del suo governo, dovrebbe dedicarsi a riflettere sui suoi fallimenti, liberarsi dei complessi imperiali e coloniali e andare a scrivere le memorie di come la Rivoluzione Bolivariana gli ha fatto mordere la polvere della sconfitta, proprio come ai suoi predecessori”.
“Non manca mai il piano letterario dell'ennesimo Segretario di Stato, che è affondato, insieme ai suoi burattini, cercando di rovesciare la democrazia venezuelana”, ha aggiunto il ministro degli Esteri venezuelano, a seguito delle dichiarazioni di Blinken, che si inseriscono nelle politiche di intervento del governo statunitense.
Offesa a Bolivar
Intanto il governo bolivariano ha emesso un comunicato in cui condanna l'approvazione di una legge da parte della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Secondo il testo, la legislazione rappresenta una “offesa al più grande genio della storia americana”, in riferimento a Simón Bolívar, e cerca di minare i principi di sovranità nazionale e di autodeterminazione.
Secondo il comunicato, lo strumento giuridico approvato dal legislatore statunitense mira a “ostacolare le relazioni e la cooperazione economica tra Venezuela e Stati Uniti in diverse sfere d'azione”. Si afferma inoltre che queste azioni costituiscono una “palese violazione della Carta delle Nazioni Unite”, attribuendo la loro promozione a settori che descrive come “la destra fascista dei grandi nomi (grandes apellidos)”.
Il testo governativo sottolinea inoltre che questa proposta di legge si aggiunge a “più di 930 misure coercitive unilaterali ed extraterritoriali contro il popolo venezuelano e lo stesso sistema imprenditoriale statunitense”, assicurando al contempo che questo “nuovo assalto sarà garanzia di fallimento, come tutte le ridicole avventure a cui hanno sottoposto il governo degli Stati Uniti, compreso lo stravagante appoggio a Juan Guaidó nel 2019”.
Infine, il governo venezuelano esorta gli organismi per i diritti umani delle Nazioni Unite e la comunità internazionale, in particolare in America Latina e nei Caraibi, a “condannare questo atto illegale e la violazione della sovranità nazionale”. Sottolinea che il popolo venezuelano continuerà a “sconfiggere ogni aggressione e a dare lezioni al mondo della sua galanteria per avanzare sulla strada della prosperità costruita insieme al suo governo rivoluzionario”.