In piazza Indipendenza a Minsk in difesa della Bielorussia indipendente, sovrana e libera

In piazza Indipendenza a Minsk in difesa della Bielorussia indipendente, sovrana e libera

Discorso del Presidente Lukaschenko

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Con questi materiali informativi l’obiettivo è contribuire a rompere l’assedio delle false informazioni e del “distrazionismo scientifico” imperante, del lavorio dei media atlantisti e degli organi assoldati delle strategie di destabilizzazione a guida USA, NATO, UE, FMI, ecc.

Naturalmente questo impegno informativo va molto al di là di scelte partitiche, ideologiche, sistemi sociali, fedi religiose. Tantomeno per “simpatie” o affinità ai “leader” in questione.

Questo per non entrare nelle questioni interne, che competono solo ed esclusivamente ai popoli, in questo caso deve essere il popolo bielorusso, nella sua maggioranza a scegliere chi e come deve governarlo, senza intromissioni esterne. In quel caso va rispettata la volontà popolare.

E’ una semplice ed etica scelta di campo: stare dalla parte di aggrediti, invasi, occupati, SEMPRE contro aggressori, invasori, occupatori.

Ora ci RIPROVANO con la Bielorussia, definita dai “democraturisti” la “Cuba d’Europa”, come fosse un offesa e non un onore.

Un pantano di presunte battaglie per “diritti umani”, “libertà”, “democrazia”, tutti termini vuoti, se non legati alle situazioni concrete dei popoli e se non fossero sostenute, sponsorizzate, finanziate, usate dal sistema capitalistico globale per sovvertire, distruggere, devastare paesi e popoli non allineati, renitenti o peggio resistenti all’ordine mondiale della NATO, del Fondo Monetario Internazionale, del dominio sul mondo delle multinazionali e dei loro interessi strategici. Purtroppo in questo pantano interno alle strategie imperialiste, vengono coinvolte fasce di sincere persone oneste e sensibili, sommerse dal subdolo e falso bombardamento mediatico dei media occidentali, oltre naturalmente ai soliti “utili idioti” delle organizzazioni legate e finanziate dalle varie centrali di “intelligence”, o dalle strutture del re delle destabilizzazioni globali occulte, G. Soros. Varie ONG a libro paga, i centri “dirittiumanisti” a tutto tondo, forze autodefinite di “sinistra” (?), stranamente impegnate su tutti i fronti “resistenti” al dominio globale, mai sui fronti delle resistenze popolari a questo dominio. Nello stesso campo, con variegati distinguo auto purificatori, con NATO, CIA, Mossad, Soros, bande nazifasciste di varia estrazione, nipotini delle più varie nostalgie reazionarie della storia, ecc. ecc. Tutti insieme appassionatamente “con il cuore in mano” per la libertà, i diritti umani e la democrazia… Come la Storia insegna… sempre portate da aggressori, invasori, occupatori stranieri di popoli e paesi.

Una banale ma tragica domanda dopo decenni di “democrazia” e “libertà” come stanno i popoli, i giovani, le donne,i bambini, i lavoratori dei paesi “liberati” da costoro? Meglio o peggio di prima?

Ad ognuno in coscienza e consapevolezza, la propria risposta.

 

Alexander Lukashenko nella Piazza dell’Indipendenza bielorussa a Minsk, davanti a 60mila manifestanti

Cari amici!

Grazie per essere venuti.

Vi ringrazio, residenti di Gomel! Abbiamo vissuto insieme per un quarto di secolo difficile e non siamo mai stati delusi.

Grazie, concittadini di Mogiliov e residenti di Vitebsk!

Grazie, residenti di Brest e della provincia di Brest! Dove sono passati gli anni più difficili della mia giovinezza. Gli anni del mio servizio militare. Grazie residenti a Grodno!

È stato allora, a metà degli anni ’90, che abbiamo iniziato la nostra campagna elettorale con voi residenti di Grodno.

Grazie, residenti di Minsk!

Per il fatto che mi avete sopportato per un quarto di secolo, una persona che è venuta qui nella capitale dalla provincia.

Cari amici, non vi ho chiamati qui per proteggermi. Siete chiamati qui perché per la prima volta in un quarto di secolo dovete difendere il vostro Paese, la sua indipendenza, le nostre famiglie, mogli, sorelle e figli!

Non volevo invitarvi in questa piazza. In primo luogo, so che avete già molto da fare a casa. State lavorando per il vostro pane. So che l’anno scolastico inizierà presto e ci sono molti assilli per preparare i figli e i nipoti per l’anno scolastico. E, cosa più importante, ricordo gli anni ’90: le persone erano qui, i lavoratori con pentole e teiere, e chiedevano di mangiare, chiedevano di dare da mangiare ai bambini. Ho visto tutto lì, da quella finestra del Palazzo del Governo, dove lavoravo come deputato. Quel giorno ho giurato di aiutavi e di non permettere il caos nel destino dei bielorussi.

Non sono un sostenitore di strade e piazze, non sono un sostenitore dei comizi. Ma sfortunatamente, non per colpa mia, oggi vi ho chiamati per chiedevi aiuto.

Cari amici, a metà degli anni ’90, nelle manifestazioni e nelle piazze, purtroppo, e qui in parlamento, abbiamo distrutto ciò che Dio ci aveva dato: il nostro immenso grande impero sovietico, senza il quale nessun problema al mondo poteva essere risolto.

Abbiamo ricevuto un maledetto moncone, quanto rimasto di quell’impero.

Cosa voleva quel popolo allora, voi stessi? Chiedevate un pezzo di pane. Si chiedeva 20 $ di stipendio, chiedevate di tenere aperte, riavviare e salvare le fabbriche. Chiedevate un trattore, una mietitrice per salvare i villaggi, in modo di poter lavorare nei villaggi, in modo che potessero riesserci latte, carne e pane sui banchi dei mercati di Minsk e salvare le città.

Allora chiedeste di non privatizzare fabbriche e impianti. Di non portare via la terra ai contadini. Chiedeste di non introdurre medicine e istruzione a pagamento. Chiedeste di rendere onore all'ufficiale e al soldato sovietico che in quei giorni avevano paura di uscire.

in sostanza, mi chiedeste, a me persona giovane, inesperta, di portare la gente lontano dall'abisso. 

Ce l'abbiamo fatta! Abbiamo fatto ciò che milioni di predecessori sognavano. Abbiamo costruito uno Stato sovrano indipendente e una nostra storia! Allora il tempo ci scelse e ce l'abbiamo fatta!

Insomma, hanno chiesto a me, persona molto giovane e inesperta, di condurre le persone lontano dall’abisso. Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo fatto ciò che milioni di predecessori sognavano. Abbiamo costruito uno stato sovrano indipendente per la prima volta nella nostra storia! 

Allora il tempo ci scelse e l’abbiamo fatto allora!

Oggi parlerò e mi rivolgerò a voi e non solo. Voglio rivolgermi, dicendo voi, a coloro che si sono persi oggi, a coloro che sono disorientati oggi. E, forse, a chi oggi non è in piazza. Voglio chiedere: cosa volete oggi? Primo, volete la libertà? Ditemi quale libertà?

Volete un cambiamento? Quale, cosa dovremmo cambiare ?! 

Volete riforme? Ditemi quali, inizieremo domani! 

Volete "soldi per avere un elicottero"? Ma tutti quelli che stanno qui in questa piazza sanno, che non ci sono "soldi per l'elicottero", quei soldi devono essere guadagnati ogni giorno. E non in piazza, ma nei campi, nelle fabbriche e nelle imprese.

Qualcuno vuole nuove elezioni. Guardate fuori dalla finestra! Carri armati e aerei in decollo a 15 minuti dai nostri confini! E questo non è casuale. 

Le truppe NATO fanno tintinnare le spade alle nostre porte. C'è un aumento della presenza militare ai confini occidentali del nostro paese. Lituania, Lettonia, Polonia e, purtroppo anche la nostra cara Ucraina. I loro leader ci ordinano di indire nuove elezioni.

Se solo seguiamo il loro esempio, andremo in blocco e non stabilizzeremo mai il nostro dirigibile. Moriremo come stato, come popolo, come nazione.

Invece di essere nei campi sportivi di allenamento, per non cedere all’Occidente, per dimostrare loro la nostra forza, dobbiamo usare i soldati per tenere calmi i nostri ragazzi nelle strade e nelle piazze. E’ una cosa bella per i nostri soldati?

Ci hanno offerto un “lantsug / train” da Vilnius a Kiev: “Metteremo lì più di 300mila della nostra gente”. Questo “lantzug / treno” è un cordone sanitario che avevamo distrutto a metà degli anni 1990. E per questo siamo così odiati in Occidente. Non vogliamo diventare una zona sanitaria tra Est e Ovest! Non vogliamo diventare una latrina dell’Europa!

Ci viene offerto un nuovo governo. È stato già creato all’estero. Non sanno chi verrà a guidarci, ma noi ricordiamo la storia. C’era un mare di questi governi, e ora uno di loro è negli Stati Uniti. Ce ne sono tre. Non abbiamo bisogno di governi d’oltremare! Abbiamo bisogno del nostro governo, della nostra leadership e la eleggeremo!

Ci viene offerto un nuovo potere. Ci offrono soldati della NATO. Vogliono vestirci di sandali e frustarci. 

Non lo vedete? Se qualcuno vuole questo, allora lo farà senza di me. Non porterò mai alla discarica il nostro stato! Non andrò mai alla distruzione di ciò che è stato creato dalle nostre mani! Questo non accadrà!

Io, come tutti voi e coloro che ci ascoltano, ho figli e nipoti. E voglio che vivano, come noi abbiamo vissuto per un quarto di secolo, sulla nostra terra, nel nostro stato! Cattivo, molto cattivo, buono, migliore, ma nella propria terra, con la propria testa!

E ora, non perché siamo ad un comizio, devo dirlo, poiché sono venuti qui dalla lontana città di Braguín, sono venuti da Malorita, dal nord del nostro paese, dall’est e dall’ovest. Forse non avrò più l’opportunità di dirvi tutto: sì è vero, stiamo seguendo una strada difficile, sì, a qualcuno può non piacere la mia politica, il governo, è possibile. Ma voi ed io abbiamo scelto questa strada a metà degli anni ’90, adottando la nuova Costituzione.

Poi mi hanno chiesto di mettere le cose in ordine. L’ho fatto! Avete chiesto di evitare la corruzione e la comparsa di oligarchi. Dove sono gli oligarchi in Bielorussia?

Avete chiesto di sgomberare le strade di Minsk dai criminali. L’abbiamo fatto per la Bielorussia! Con forza, con volontà di ferro, con quei ragazzi in divisa che oggi vengono diffamati e minacciati, insieme a i loro genitori. Abbiamo preso le armi, eravamo pochi e abbiamo combattuto contro di loro, 32 bande a Minsk! Una quantità enorme sull’autostrada di Brest, ladri e banditi che maltrattavano e uccidevano la nostra gente! Li abbiamo dispersi tutti in sei mesi!

E oggi voglio chiedere a quel gruppetto di giovani violenti di Minsk: ne avete mai sentito parlare? Avete mai sentito come quei banditi maltrattavano la nostra gente, come gli rubavano anche gli ultimi soldi, come sparavano anche qui in questa piazza? Sanno almeno quanto ci è costato? Non lo sanno esattamente. I loro genitori probabilmente si sono dimenticati o non ci sono più, o forse non glielo hanno detto. Allora lo dico io: 32 bande che abbiamo distrutto, con questi ragazzi di allora: unità di intervento della polizia, miliziani, soldati che hanno fatto il loro dovere ed eseguito le richieste del popolo.

Un quarto di secolo fa, venne da me piangendo un giovane padre, dicendo che non aveva soldi per dare da mangiare ai suoi figli, a sua moglie e non sapeva cosa fare, era disperato. Una scena ed un momento terribili da vivere. E noi abbiamo fatto anche più di quel che si poteva. E solo un cieco non può vederlo! Sì, è vero, non siamo ricchi. Ma a nessuno manca il cibo per i suoi figli, per la sua famiglia. A nessuno. Gli stipendi non sono di $ 20. Viviamo come possibile, ma nella nostra terra!

Avevate chiesto di istruire i bambini, di curare le persone. Li istruiamo e li curiamo!

E non stiamo peggio di altri, come ha dimostrato la storia recente. Chi non è cieco, prenda la testa tra le  mani. Insegnanti, medici, intellettuali creativi, prendete la testa tra le mani e guardate i dati, i fatti. Abbiamo seguito una nostra strada in questa pandemia, non abbiamo fermato il Paese, non un singolo stabilimento, non un singolo villaggio è stato chiuso. E le persone oggi ci ringraziano per questo! Mi criticano ancora oggi: avremmo sbagliato, non c’è la distanza sociale … Ma guardateli questi oppositori: sono ammassati nei comizi, nelle piazze, non appena hanno ricevuto l’ordine dai loro padroni esteri.

Volevano sputare sulle mascherine e sulla distanza tra loro! Per cosa mi rimproverano? A causa del fatto che per sei mesi, mentre fuori  stava infuriando questa terribile malattia, sono stato talmente dissennato… tanto che non una sola persona si è morta qui da noi.

Pur con tutte le difficoltà, con tutte le carenze, abbiamo costruito insieme un bel paese! A chi vogliamo consegnarlo? Se qualcuno vuole rinunciare al proprio paese, anche quando sarò morto, non lo lascerò stare!

Cari amici! A proposito della cosa attuale: mi pongo davanti a Dio: le elezioni si sono svolte regolarmente. Non può esserci più dell’80% di falsificazioni! Non può essere!

Ci vengono offerte nuove elezioni. Ho detto: se ci tuffiamo in questa palude, non ne usciremo mai! Vogliono distruggerci, vogliono indebolirci. Chi terrà queste elezioni? Chi si presenterà a queste elezioni? Banditi e signori! Andiamo alle elezioni e chi lavorerà? Se riandiamo alle urne periremo, ed è quello che vogliono là, all’estero.

Dicono di aver visto durezza o brutalità nelle strade. Allora chi ha dato vita a questa durezza? Chi le dato inizio? Non ne avevamo bisogno! Avrei dovuto fermarli? Se li avessi fermati, oggi voi non sareste qui. Sareste piegati davanti a loro e da là arriverebbero e dilanierebbero il paese.

Andiamo alle urne, ribalteremo il Paese!

Oggi si sentono minacce alle famiglie dei militari, dei funzionari pubblici, di tutti coloro che sono stati al fianco di Lukashenko.

Li avverto: giocano con il fuoco! Soldati, funzionari, operai, contadini, dottori, insegnanti, la nostra intellighenzia… sono capaci di difendere se stessi e proteggere le loro famiglie!

Ve lo dico ora: non toccate gli insegnanti, devono prepararsi per la scuola! Non toccate i dottori, non vengono dalle “zone rosse”, qui il COVID-19 non è ancora andato da nessuna parte! Non toccate i giornalisti dei media statali e le loro famiglie! Dio non voglia che accada qualcosa, ne risponderanno pienamente!

Calmatevi, non spingete le persone a scontri violenti! Non disonorate questo Paese: pacifico, prospero e calmo, che tutti invidiano! Per questo motivo non abbiamo amici, sostenitori in occidente. Vogliono tutti che ci inginocchiamo. Non ci inginocchieremo mai!

Ma sono realista. Ascoltatemi: non ci permetteranno una vita tranquilla. Anche se loro, questi oppositori dell’attuale governo e del Paese, si calmano ora, dopo un po’, strisceranno come topi fuori dalle loro tane. Sono controllati dall’esterno, da burattinai. Vogliono i confini occidentali della nostra Bielorussia qui, vicino a Minsk, come nel 1939, e non vicino a Brest.

Questo non accadrà! Diventeremo tutti la fortezza di Brest! Non gli lasceremo il paese!

Bielorussi, pensate con la vostra testa prima che sia troppo tardi! O domani altri penseranno per noi. Questo è il valore del fatto che siete venuti qui, non solo per sostenere me, ma anche per proteggere il Paese! La nostra Patria! Non rimpiangerete il tempo che avete speso per venire qui, nel centro di Minsk!

Cari amici, il valore di questa azione è anche, che con questo si è  dimostrato chi è il padrone di casa! Ascoltiamo anche le loro voci, ma capiamo che quella è una minoranza. Ma essi devono tener conto dell’opinione della stragrande maggioranza, la nostra opinione!

Loro mi gridano: “Vattene!” Nessun problema! Ascoltate miei cari, non sono qui perché ho una forte presa sul potere. Un quarto di secolo, ho dedicato tutta la mia giovinezza e gli anni migliori per servire il nostro paese.

Nessun problema! I presidenti vanno e vengono. L’OMON se ne andrà, scioglieremo l’esercito e ci siederemo in piazza … Cosa e chi aspetteremo qui nella piazza? A chi e come daremo da mangiare domani? Per liberare criminali e banditi … Non ci sono dubbi! Ci uccideranno e deruberanno noi e i nostri figli. Ricordate questo! Stanno combattendo per il potere.

Ci siamo già passati. Alcuni non l’hanno visto, altri l’hanno dimenticato. Perché ripeterlo? Noi ci ricordiamo! Non possiamo rifarlo! Fermatevi, non uccidete il vostro futuro, il futuro dei vostri figli con le vostre stesse mani!

Siamo un bocconcino gustoso per loro, nemici di una Bielorussia calma e pacifica, anche se un piccolo pezzo. Mangiano e non soffocano. Pensateci! È giunto il momento di decidere voi. Vorrei chiedervi: qual è il problema con voi? Abbiamo voluto “liudzmi zvatstsa / chiamarci uomini“

( frase di un poeta bielorusso, ndr.)” per secoli! E ricordate: la rovina, non Lukashenko è la scelta. Se riescono a far cadere il presidente, questo sarà l’inizio della fine, la rovina! Per sempre ci dovremo inginocchiare. Sempre, come in Ucraina e in altri paesi, si inginocchiano e supplicano qualche sconosciuto straniero.

E ricordate, faccio appello a voi “oppositori”, fate in modo che i vostri padroni, non accendano questo fuoco, perché, come insegna la storia, non si può mai costruire un futuro sulle ceneri. Sarete mendicanti, camminerete con la mano tesa per chiedere un pezzo di pane. Quel pane che oggi noi abbiamo, perché lo coltiviamo da noi stessi, perché sappiamo come farlo!. Noi non vogliamo niente da nessuno. Non vogliamo vederli entrare in casa nostra! Ci occuperemo di tutte le richieste. Lo avevo detto: le elezioni saranno interessanti, e dopo le elezioni lo saranno ancora di più.

Abbiate cura di voi, della Bielorussia!

Perché non appartiene più a noi, ma ai nostri figli e nipoti! In qualche modo abbiamo vissuto a modo nostro fino ad oggi. E cosa gli lasceremo?! Il tempo è molto grave. Ecco perché vi ho chiamati qui. Per proteggere il Paese, per sostenere le persone che oggi combatteranno per voi, per il vostro futuro.

Tenete presente che ora un sacco di spazzatura di ogni tipo è lanciata e diffusa: Lukashenko ha soldi da qualche parte, ha tante case … Da qualche parte dicono che sono ammalato, da qualche altra parte sono già morto … Ma io sono qui. Io vivo e vivrò!

E ricordate non vi ho mai traditi, mai! E non vi tradirò mai!

 

Lo ripeto ancora una volta: grazie mille per aver dimostrato di essere voi i padroni del Paese: da Bragin a Volkovysk, da Mogilev a Vitebsk, voi siete i proprietari di questo paese e di questa capitale.

Loro, gli oppositori, ricorderanno a lungo che ci siamo riuniti qui. Grazie mille!

 

Sono inginocchiato davanti a voi e non per la prima volta nella mia vita! Ve lo meritate!

Grazie contadini, grazie per aver lasciato il vostro lavoro oggi e per essere venuti qui! Domani lavoreremo e finiremo la raccolta.

Grazie lavoratori! Non date le vostre fabbriche a nessuno, non lasciate il vostro lavoro, perché poi da loro non lo riavrete, non funzionerà più nulla, non ricostruirete mai più la vostra Patria, il vostro Paese.

Grazie Veterani della Grande Guerra Patriottica! Nostri Eroi. Per il supporto, per avermi sempre sostenuto!

Grazie soldati del nostro esercito! Per la pace e la tranquillità.

Grazie a voi.




A cura di Enrico Vigna, CIVG - agosto 2020

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