"Insediarsi a Gaza". La conferenza dove il Likud svela i prossimi passi
Come tutti i genocidi che si rispettino, come quello che sta realizzando Israele nella Striscia di Gaza per estenderlo al Libano, chi sopravvive alle bombe e alla fame non può pensare che sia finito il suo calvario, in quanto è prevista la deportazione dalla propria terra per far posto agli aguzzini.
Ecco, quindi, che il Likud, il partito del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha già dei piani per il futuro della Striscia di Gaza. A tal proposito, per la prossima settimana ha organizzato un evento al confine con l’enclave assediata, intitolato “Insediarsi a Gaza”, con tanto di diffusione di inviti.
Non è solo un evento di partito, secondo Haaretz, parteciperanno diversi membri del governo, tra i quali la ministra per l'uguaglianza sociale May Golan e altri membri della Knesset.
Il movimento dei coloni di Nachala, fra i protagonisti dell’iniziativa, noto per aver creato diversi insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata, ha spiegato che “l'evento non è solo una conferenza teorica, ma un esercizio pratico e una preparazione per un rinnovato insediamento a Gaza. Il ritorno all'insediamento a Gaza non è più solo un'idea, ma un processo che è già in fase avanzata, con il sostegno del governo e dell'opinione pubblica."
Nel manifesto che ha promosso la conferenza stampa dell’evento, si precisa che "un anno dopo i pogrom (del 7 ottobre), ci uniremo - membri del Likud, presidenti delle sezioni regionali [del Likud], parlamentari e ministri - per dichiarare congiuntamente che 'Gaza è nostra. Per sempre.'"
L’idea di nuovi insediamenti a Gaza non è recente. Già a gennaio il movimento Nachala aveva organizzato un evento simile che aveva visto la partecipazione di numerosi alti funzionari, con l'obiettivo di promuovere il reinsediamento di Gaza e l'emigrazione dei palestinesi dalla Striscia assediata.
A maggio, una coalizione di gruppi di coloni israeliani che beneficiano di finanziamenti governativi ha tenuto una conferenza per discutere un piano “pratico” per costruire insediamenti ebraici a Gaza.
Nonostante Netanyahu, al momento, sostenga che non ci sono piani per facilitare un reinsediamento della Striscia di Gaza, non si esclude che ci possano essere in futuro. Infatti, Tel Aviv rifiuta qualsiasi iniziativa di ritiro o cessate il fuoco e con le sue truppe in vaste aree di Gaza ha stabilito un controllo militare a tempo indefinito.
Israele, al momento, sta attualmente tentando di espellere le centinaia di migliaia di palestinesi rimasti nel nord di Gaza per trasformarlo in una zona militare secondo il "Piano Generale".
Lo scorso anno, Netanyahu aveva già ipotizzato che Israele avrebbe mantenuto a tempo indeterminato il controllo militare e di sicurezza sul Gaza nel dopoguerra.
Negli ultimi mesi, le forze israeliane a Gaza hanno anche ampliato, tra l'altro, la loro presenza nella Striscia di Gaza creando nuovi corridoi terrestri e avamposti permanenti.