#ioApro1501 : la protesta dei commercianti diventa virale
#ioApro1501. Dietro l'hashtag, che sta diventando sempre più virale sui social, commercianti di tutta Italia annunciano una forma di protesta contro le misure del governo con l'autoproclamazione di un DPCM autonomo dal titolo "Decalogo Pratico Commercianti Motivati"
La data, il 15 gennaio, non è scelta a caso ma coincide con il nuovo DPCM (quello vero) che, dichiarano fonti governative rilanciate oggi dalle principali agenzie italiane, avrà ulteriori restrizioni per categorie ormai oltre la canna del gas.
Le chiusure, i lockdown e i DPCM (pre o natalizi) precedenti non hanno prevenuto quella che viene descritta come la inevitabile "terza ondata". Ma in compenso ha prodotto migliaia di fallimenti, disoccupazione e fame, alimentando una bomba sociale che il governo cerca di allontanare con misure tampone che stanno per scadere.
E allora la miccia può innescarsi veramente. Anche perché il protrarsi della chiusura di bar, ristoranti e negozi nei weekend, il divieto di asporto dopo le 18 e non più dopo le 20, come sembra indicare il nuovo Dpcm, significherà ulteriori fallimenti.
#Ioapro è l'hastag di chi ha deciso di reagire. A lanciare il grido d'allarme non sono solo i ristoratori (più di centomila hanno aderito all'iniziativa #ioApro1501), ma tutte le categorie di esercenti: dai bar alle pasticcerie, dalle pizzerie alle palestre, dagli alberghi ai negozi di abbigliamento. "Non spengo più la mia insegna, io apro. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19", si legge nell'appello. Prima di diventare carne da macello per i vari Amazon, Deliveroo etc (che non dimenticatelo mai le tasse in Italia non le pagano), tutte le attività ormai al collasso, stanche, disperate provano l'ultima disperata carta.