Ischia, Fate Presto!

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Ischia, Fate Presto!

 

di Massimiliano Esposito

Stamane tra la tarda notte e l’alba, ennesima tragedia emergenziale ad Ischia (Na) conseguenza di mancata prevenzione del dilagante dissesto idrogeologico del territorio, dove si poteva mettere in sicurezza o la politica avrebbe potuto adottare sinergie differenti.

Gli eventi di questo genere nell’isola dell’arcipelago campano sono di una frequenza inaudita, elevato anche dal rischio sismico dichiarato, ma dove si è fatto veramente troppo poco, nonostante le passerelle e gli slogan elettorali ambientalisti.

A Casamicciola oggi i Vigili del Fuoco scavano nel fango cercando forse otto persone, tra cui un neonato di pochi mesi. La tragedia produce angoscianti silenzi, e ricerca di colpevoli che diventano ombre, fantasmi. Si fa risalto ai soliti alibi ridondanti: cambiamento climatico, forse piani di edilizia urbana da rivedere, manutenzione o altro.

Fatto sta che ciò che è accaduto a Casamicciola, ma poteva essere Messina o nelle Marche, resta la conseguenza inevitabile di scelte politiche sbagliate, o peggio mai prese, in cui per decenni sono mancati progetti mirati per la prevenzione del dissesto idrogeologico ed il ripristino del rimboschimento di tutela ad un territorio stupendo ma fragilissimo.

Dunque, ci chiediamo quando realmente si tenterà di mettere in sicurezza territori devastati e luttuosi, che nonostante le idilliache trazioni eco-friendly e le impennate celebrative verso la cosiddetta transizione ecologica, stentano a produrre risultati reali e macroscopici rispetto a quanto accade sempre più spesso, dopo le emergenze atmosferiche.

In ultimo, i fondi del PNRR potevano essere indirizzati verso attività specifiche di protezione del suolo e tutela dell’orogenesi primitiva dei territori. Favorendo azioni precise contro la deforestazione selvaggia, cercando di restituire specie autoctone ai territori, la loro storia, la loro dignità. La loro identità. Prima che il paesaggio, e tutto ciò che lo contiene, diventasse profitto, merce di scambio di una società totalmente decadente e, dedita all’autodistruzione senziente.

La Nostra Terra, piange ancora, e reclama Giustizia.

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