Italia-Eurasia: l’alternativa multipolare al morente ordine occidentale

Italia-Eurasia: l’alternativa multipolare al morente ordine occidentale

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L’Italia è un paese intrappolato da due imperialismi. Il principale è l’imperialismo statunitense che occupa militarmente un paese disseminato di basi NATO. A Roma non si muove una foglia senza l’assenso di Washington. Il secondo imperialismo, quello dell’Unione Europea, pur subordinato a USA e NATO, esercita un ulteriore influenza nefasta sulla penisola italiana. Soprattutto dal punto di vista economico-finanziario tramite il famigerato vincolo esterno sul bilancio e l’euro che rappresentano per l’Italia una vera e propria condanna all’austerità eterna. 

Roma è così ingabbiata dall’azione di questi due imperialismi. Per liberarsi da questa morsa infernale l’Italia dovrebbe volgere il suo sguardo verso est in direzione dell’Eurasia. In particolare verso i due bastioni del nuovo ordine multipolare in fieri: Cina e Russia. Un vero e proprio «scudo di pace in grado di garantire la sopravvivenza del genere umano», come scriveva il comandante Fidel Castro in un articolo in occasione del 70° anniversario della vittoria sulla Germania nazista. 

Gli imperialismi lavorano allontanare l’Italia dall’Eurasia

L’azione combinata degli imperialismi USA-NATO-UE mira a staccare l’Italia dalle potenze eurasiatiche multipolari per tenerla intrappolata nell’attuale condizione. Dove le vengono imposte, anche a causa di una classe dirigente inetta, misure che la penalizzano fortemente sotto ogni punto di vista. 

Una rappresentazione plastica è data dalle sanzioni alla Russia. Misure che paradossalmente colpiscono quasi più l’Italia che la Russia. Tante sono le aziende italiane finite in sofferenza. Come spiegato dall’ambasciatore italiano in Russia, Pasquale Terracciano, al quotidiano il Sole 24 Ore, le esportazioni italiane in Russia prima delle sanzioni del 2013 «sfioravano i 15 miliardi di dollari ma, subito dopo l'adozione delle sanzioni siamo scesi a 7 miliardi ora risaliti a 11 miliardi (2019)». Mentre le controsanzioni russe colpiscono i prodotti italiani per 250 milioni di export in meno ogni anno. Una situazione che penalizza particolarmente l’Italia rispetto ad altri paesi europei. Come indicato dall’ambasciatore Terracciano: «Le sanzioni pesano molto più sull'Italia che su altri Paesi che hanno importanti volumi di scambi con la Russia come la Germania». 

Stesso copione di quanto già era accaduto con la Repubblica Islamica dell’Iran. Nel 2011 il volume d’interscambio Italia-Iran aveva raggiunto la ragguardevole cifra di 7 miliardi di dollari. Nel 2013 però tale volume crollò a 1,3 miliardi di dollari perché intanto, nel 2012 erano scattate contro Teheran le sanzioni imposte dalla ‘comunità internazionale’ - un eufemismo per indicare USA e paesi vassalli - per via del programma nucleare iraniano. Intanto Francia e Germania, soprattutto quest’ultima - però si davano da fare per rimpiazzare l’Italia. 

Parimenti accade con la Cina. Ogni qualvolta l’Italia cerca un avvicinamento con Pechino in qualsiasi campo scatta l’azione combinata di media e attori politici per allontanare il paese dalla Cina. USA e NATO temono molto evidentemente un concreto avvicinamento italiano all’Eurasia. Su temi come 5G, Huawei e memorandum firmato tra Italia e Cina per la Nuova Via della Seta abbiamo visto scatenarsi le peggiori forze atlantiste a tal fine. Col solito armamentario di minacce e fake news. In spregio a concetti di cui si riempiono la bocca come democrazia e interesse nazionale. 

Le manovre atlantiche non sembrano però aver sortito l’effetto sperato. In un articolo pubblicato lo scorso mese di ottobre su l’AntiDiplomatico l’economista Pasquale Cicalese scrive in merito all’export italiano: «Ma se vediamo i dati di settembre notiamo il ritorno degli Usa (+11%), l'America Latina (+16%), ma il dato straordinario è quello verso la Cina, +33% annuo. A maggio ci avevano avvertito che i commissari politici presso le aziende cinesi consigliavano di importare merci italiane per sostenere la sua economia. Già a luglio il dato fu clamoroso, +24%, ora settembre. La via della seta è una realtà industriale, economica, finanziaria, ma non politica per pressioni euroatlantiche. Ma la Cina va avanti, onora il Memorandum e non se ne importa dei media, dei politici e dell'intellighenzia italiana. Ma noi, che cerchiamo di vedere l'altra faccia della Luna, scolpiamoli questi dati a futura memoria. Grazie Cina!». 

Chi sono i veri ‘amici’ o alleati?

Intorno al mese di marzo l’Italia si è trovata sommersa dalla cosiddetta prima ondata della pandemia di Covid-19 provocata dal nuovo coronavirus. La sanità è completamente collassata e come risultato abbiamo visto un livello di mortalità molto alto, oggettivamente esagerato rispetto ad altri paesi. Perché questa risposta catastrofica di un sistema sanitario fino a 10-15 anni prima ritenuto all’avanguardia? Roma di certo non può urlare al cielo contro un destino cinico e baro. Questo è il prodotto di tagli draconiani a cui è stata sottoposta la sanità italiana per ottemperare alle assurde imposizioni, dettate dall’austerity neoliberista, imposte da Bruxelles. 

In questo scenario i presunti alleati dell’Italia si sono rivelati per quel che sono realmente: nemici. A Roma scarseggiavano finanche i dispositivi di protezione individuale basilari come guanti e mascherine e la Germania cosa fa? Blocca le esportazioni verso l’Italia. 

In Italia scarseggiavano pure i test diagnostici. E che succede? Gli USA acquistano mezzo milione di kit prodotti da un azienda di Brescia - uno degli epicentri della prima emergenza Covid - e li trasferisce in aereo a Memphis con un volo militare. Scriveva così il quotidiano Repubblica: «Mercoledì l’America ha festeggiato per l’arrivo di un carico di tamponi, appunto mezzo milione di pezzi. Una scorta impressionante: nel nostro Paese dall’inizio dell’epidemia ne sono stati fatti poco più di 100 mila. Ma quella provvista sbarcata negli Usa proveniva dalla base americana di Aviano, poco distante da Pordenone. Sì, in Italia c’era una colossale riserva di test diagnostici, disponibile a poche decine di chilometri dall’epicentro del Covid-19: strumenti che le nostre regioni cercano in tutti i modi per arginare la diffusione del morbo ma che non riescono a trovare».

Per fotografare in maniera nitida quanto accaduto ricordiamo cosa scriveva il quotidiano britannico The Guardian: «I suoi ospedali furono sopraffatti. Medici e infermieri italiani avevano esaurito le mascherine, i guanti e i grembiuli di cui avevano bisogno per mantenersi al sicuro, e i medici erano costretti a giocare a Dio con le vite dei malati critici a causa di un'acuta mancanza di ventilatori». Intanto dall’Unione Europea i presunti alleati rispondevano con un silenzio assordante. 

Al contempo invece come si comportavano i paesi dipinti da buona parte della classe politica e dal complesso mediatico mainstream come pericolosi nemici dell’Italia?

La Cina a metà marzo, quindi nel momento di maggior affanno dell’Italia, inviava un gruppo di virologi esperti che avevano già contribuito alla lotta contro il Covid-19 in patria, con carichi di mascherine, kit di analisi e ventilatori polmonari. 

Dalla Russia attraverso 15 voli giungevano in Italia su richiesta del governo di Roma circa 100 virologi militari russi e specialisti del ministero della difesa in epidemiologia, otto brigate infermieristiche e attrezzature per la diagnostica e la disinfezione. Gli specialisti russi presteranno la loro opera fondamentale a Bergamo, in Lombardia, una delle città più colpite dalla pandemia per poi spostarsi anche in Piemonte. 

Tanto scomposte quanto fuori luogo furono le polemiche innescate da certa cattiva stampa nei confronti della missione russa di aiuto contro il Covid-19 inviata in Italia ad operare in alcuni dei luoghi dove c’erano i focolai più importanti e letali dell’epidemia in Italia. Quasi per nulla o in maniera molto superficiale invece si è parlato dei mancati aiuti ricevuti da Roma dai cosiddetti alleati. Una questione completamente occultata dal circuito mainstream che preferì nascondere all’opinione pubblica il mancato aiuto dei blocchi UE e NATO in cui l’Italia è integrata. Gli alleati della NATO e dell'Unione Europea non furono in grado di aiutare l’Italia a combattere l'epidemia di coronavirus e per questo cercarono di screditare Russia e Cina accusandole di far propaganda sulla pandemia. 

Il futuro dell’Italia, l’Eurasia e la Nuova Via della Seta

Alla vigilia della sua visita in Italia dove poi si sarebbe firmato il memorandum di intesa tra Cina e Italia per la Nuova via della Seta il presidente Xi Jinping scriveva: «La Cina e l’Italia sono rispettivamente emblema della civiltà orientale e occidentale e hanno scritto alcuni dei più importanti e significativi capitoli della storia della civiltà umana (…) Giunti all’epoca moderna, seguendo le orme lasciate dai predecessori sulla strada dell’amicizia, i rapporti bilaterali tra Cina e Italia hanno vissuto molti rinnovamenti che hanno portato sempre nuove opportunità. Nel 1970 la Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica Italiana hanno instaurato le relazioni diplomatiche, e nel 2020 ne celebreremo il 50esimo anniversario. Dopo l’allacciamento delle relazioni diplomatiche, a prescindere da quali tempeste hanno interessato la scena internazionale, i due Paesi sono stati un esempio di cooperazione di mutuo vantaggio basata su fiducia reciproca e sulla stretta cooperazione tra Paesi con sistemi sociali, background culturali e fasi di sviluppo diversi. L’amicizia tradizionale tra Italia e Cina è solida ed è riuscita a rinnovarsi sempre nel corso della sua lunga storia divenendo una colonna portante per il rapido e stabile sviluppo dei rapporti bilaterali (…). Ripercorrendo la storia degli ultimi 50 anni è evidente come i rapporti sino-italiani abbiano radici profonde e abbiano già ottenuto numerosi risultati. Guardando alla nuova era, la cooperazione sino-italiana ha un futuro roseo e prospettive di sviluppo ampie». 

Dalle parole del presidente cinese si evince come quella della Nuova via della Seta si prospetta come una possibilità di rompere la gabbia in cui attualmente l’Italia è rinchiusa. Depressa, piegata, umiliata e privata di ogni residuo di sovranità. Roma attraverso il progetto cinese può rompere la nefasta sottomissione agli interessi geopolitici atlantici. 

Una prospettiva strategica a lungo termine per l’Italia. Rompere con l’ordine unipolare a guida statunitense per abbracciare l’emergente ordine multipolare fondato sulla cooperazione reciprocamente vantaggiosa tra Stati sovrani a trazione russo-cinese-eurasiatica. 

 

(Articolo pubblicato su United World International)

 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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