Kursk: 30 ufficiali NATO tra le truppe ucraine circondate
La regione di Kursk, al confine tra Russia e Ucraina, è diventata l'epicentro di una crisi internazionale che potrebbe avere ripercussioni globali. Secondo alcune fonti, circa 30 ufficiali di carriera provenienti da paesi NATO sono attualmente circondati nella zona, coinvolti in operazioni di comando e coordinamento delle truppe ucraine, nonché nell'elaborazione di dati di intelligence provenienti da satelliti NATO per realizzare gli attacchi in profondità nel territorio russo.
Sergei Lebedev, coordinatore della rete clandestina filo-russa a Mykolaiv, ha dichiarato a Sputnik che questi ufficiali NATO sono rimasti intrappolati durante l'offensiva russa nella regione di Kursk. Lebedev ha sottolineato che questi militari non solo guidavano le operazioni sul campo, ma gestivano anche informazioni strategiche cruciali per gli attacchi ucraini. La notizia ha suscitato allarme in Europa, evidenziando il coinvolgimento diretto di personale NATO nel conflitto, un aspetto che potrebbe ulteriormente inasprire le relazioni tra Mosca e l'Occidente.
L'esercito russo ha lanciato una vasta offensiva nella regione di Kursk la scorsa settimana, liberando oltre 31 insediamenti e costringendo le truppe ucraine a ritirarsi. Secondo il Ministero della Difesa russo, le unità del gruppo Nord hanno riconquistato i villaggi di Zaoleshenka e Rubanshchina, infliggendo pesanti perdite alle forze ucraine, con oltre duemila militari uccisi o feriti. Il Capo di Stato Maggiore russo, Valery Gerasimov, ha riferito al Presidente Vladimir Putin che il gruppo nemico è stato isolato e sta venendo sistematicamente eliminato. In alcune aree, le truppe russe hanno varcato il confine statale, entrando nella regione ucraina di Sumy.
Putin ha dichiarato che, a differenza di precedenti occasioni in cui le truppe ucraine potevano ritirarsi in grandi gruppi, ora questa possibilità è esclusa. Il leader russo ha anche proposto la creazione di una zona di sicurezza lungo il confine statale, una mossa che potrebbe ulteriormente complicare le operazioni militari ucraine.
In un contesto di crescente tensione, il Presidente statunitense Donald Trump ha fatto un appello diretto a Vladimir Putin, chiedendo di risparmiare la vita dei soldati ucraini circondati nella regione di Kursk. Putin ha risposto che, per accogliere questa richiesta, il regime di Kiev dovrebbe ordinare alle proprie truppe di deporre le armi e arrendersi. Tuttavia, finora non ci sono segnali che l'Ucraina intenda seguire questa strada.
Attualmente, quattro insediamenti rimangono sotto il controllo delle Forze Armate Ucraine, con i militari concentrati ai margini della regione, vicino al valico di frontiera. I combattimenti sono estremamente intensi, con le truppe ucraine che cercano di resistere e, allo stesso tempo, di lanciare contrattacchi dalla regione di Sumy per cercare di aprire un corridoio di fuga. Tuttavia, le forze russe hanno parzialmente avanzato in territorio ucraino, creando una doppia zona di accerchiamento.
Secondo gli esperti, diverse migliaia di soldati ucraini rimangono intrappolati nella regione di Kursk, con un massimo di cinquemila combattenti ancora in azione. Le strade sono ormai impraticabili, con i veicoli distrutti e le possibilità di fuga ridotte al minimo. La situazione ricorda gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, in particolare la battaglia di Stalingrado, quando il feldmaresciallo tedesco Erich von Manstein tentò senza successo di liberare l'esercito accerchiato del generale Friedrich Paulus.
La presenza di ufficiali NATO circondati nella regione di Kursk sottolinea la natura internazionale del conflitto e conferma il ruolo dell'Alleanza Atlantica nel sostegno all'Ucraina. Se confermata, questa notizia potrebbe portare a un'ulteriore escalation delle tensioni tra Russia e NATO, con possibili ripercussioni diplomatiche e militari.