La "controffensiva" ed altre leggende del conflitto ucraino
di Francesco Corrado
Siamo oramai al compimento del primo mese della tanto attesa, sostenuta, propagandata, sbandierata controffensiva ucraina. Ciò che è oramai chiaro corrisponde a quello che abbiamo detto mille volte: l'Ucraina non è assolutamente in grado di ottenere successi militari di rilievo contro i russi, a meno che non scendano in campo forze armate di altri paesi in soccorso del popolo gialloblu.
Ma al di la della propaganda incessante, alcune cose possono essere analizzate con molta tranquillità e con la consapevolezza di dire qualcosa che è molto vicino alla verità. Ferme restando le mezze ammissioni dello stesso governo ucraino, che tramite propri ministri ed ufficiali ha ammesso che la controffensiva va male, rimangono le esternazioni dello stesso Zelensky, il quale ha addirittura fatto sapere al mondo che questa non è la vera controffensiva, che se gli ucraini avessero voluto sarebbero potuti arrivare in Russia ma che non hanno voluto. Del resto si tratta di un comico. Così la stampa occidentale, ad una sola voce, come tipico dei regimi totalitari, ci spiega che non di vera controffensiva si tratta, ma più di un saggiare le difese russe, per poi vedere come impostare la vera azione militare.
Chissà allora perché, per saggiare le difese russe, si sono usati i tanto decantati mezzi tecnologici occidentali come Leopard o Bradley che fanno bella mostra di se inceneriti in colonne? Perché per saggiare le difese russe si sono usate le migliori brigare, addestrate per quasi un anno nei paesi NATO e che hanno subito perdite così gravi da essere state ritirate dal fronte? Perché, in soldoni, usare il meglio solo per fare una prova?
Invece quella cui stiamo assistendo è la vera controffensiva ucraina. Ed è stata un disastro, militarmente e politicamente. Nessuno realmente si aspettava che gli Ucraini davvero riprendessero la Crimea o fantasie simili: solo i giornalisti dei paesi UE. Di fatto la cosiddetta controffensiva è stata pensata solo per far si che gli ucraini si potessero presentare al vertice NATO di Vilnius con qualcosa in mano che non fossero solo ed esclusivamente richieste, ma con qualcosa di concreto, in termini di conquiste sul campo, che lasci quantomeno intravedere una possibilità, una via di uscita dignitosa, per sedersi al tavolo delle trattative: perché parlare di vittoria sul campo è impossibile ed assurdo, come detto da qualsiasi analista militare con un briciolo di onestà intellettuale.
La Russia ha sviluppato sistemi d'arma avanzatissimi e sa come usarli tanto che molti militari americani dicono chiaramente che, ora come ora, l'esercito terrestre russo è il più forte del mondo. Ma al di la di questi giudizi, che lasciano il tempo che trovano, il dato importante è che l'esercito ucraino sta subendo perdite molto peggiori di quello russo e questo dall'inizio del conflitto. A conti fatti, le perdite ucraine sono state nell'ordine di 8, per ogni russo, e questo dato, per un paese che oramai conta meno di 25.000.000 di abitanti, in queste condizioni, rende evidente che sconfiggere un paese che di abitanti ne ha oltre 150.000.000 è una pura fantasia.
Venendo a ciò che è successo sul campo la situazione è la seguente: la cosiddetta controffensiva ucraina si è svolta su una frazione insignificante del fronte dei combattimenti. Dei 1200 km di fronte gli ucraini hanno attaccato solo in un paio di punti: senza ottenere praticamente nulla. I russi li hanno fatti avanzare a prezzo di enormi sacrifici ma senza mai consentire agli ucraini di raggiungere la prima linea di fortificazioni. Nemmeno la prima linea delle 4 linee di difesa, in alcuni punti 5, costruite dall'esercito russo.
Le immagini disponibili della controffensiva ci mostrano ciò che gli analisti avevano detto che sarebbe successo: un inutile spreco di vite umane. Una controffensiva per riuscire abbisogna del dominio almeno su qualcuno degli aspetti della potenza militare: per esempio il dominio aereo o terrestre o nelle informazioni. Ebbene l'Ucraina alla vigilia della controffensiva non aveva, né ha tutt'ora, il dominio su nulla, dominio che invece appartiene ai russi: dominio aereo, terrestre, dell'intelligence.
Come ampiamente preventivato intere colonne ucraine sono state distrutte senza che davvero potessero mettere in difficoltà le difese russe: nessuno dei sistemi d'arma inviato dagli occidentali ha fatto la differenza e i video e le foto dei mezzi NATO distrutti ha ottenuto un solo risultato: il crollo delle azioni dei relativi produttori in borsa.
Di fatto gli ucraini sono arrivati a questa estate con le forze ridotte al lumicino; la difesa di Bakhmut, che i russi hanno usato come trappola, già aveva distrutto buona parte dell'esercito. Ora con questa controffensiva, anch'essa velleitaria e di nuovo sulle spalle dei poveri ucraini, Zelensky ha completato l'opera. Serviva solo per ottenere qualcosa a Vilnius ed è andata male. Senza nessun rispetto per la vita e senza prospettiva di successo quei soldati sono stati mandati al macello per fini propagandistici.
Del resto gli ucraini, un mese dopo l'inizio dell'operazione militare speciale, avevano già firmato la pace coi russi: il 1 aprile del 2022. Fu il deciso intervento dei britannici e degli statunitensi ad impedire la pace dato che il fine ultimo, dichiarato, di questa gente è la disgregazione della Russia. Quindi per gli angloamericani, l'estremo sacrificio degli ucraini valeva bene un tentativo: al massimo muoiono loro che, per i britannici e per la loro razzista e suprematista visione del mondo, sono semplici subumani. Basterebbe citare il repubblicano Lindsey Graham: "(gli ucraini)combatteranno fino all'ultimo uomo", frase detta in conferenza stampa negli USA ed in Ucraina negli anni passati. Ed è proprio per questo che il repubblicano Graham viene fischiato ai comizi dai propri elettori.
Di fatto, dopo aver buttato all'aria il trattato di pace del 1 aprile, che aveva sottoscritto, il governo ucraino ha accettato di essere l'agnello sacrificale per gli interessi angloamericani, da quel punto in poi anche il rispetto per la vita degli ucraini "razzialmente puri" è venuto meno. Mentre l'Ucraina continua a bombardare i civili di Donetsk, cosa che fa imperterrita dal 2014, ma di cui non si parla mai, il principio "fino all'ultimo uomo" nel conflitto contro i russi sta facendo pagare ai soldati ucraini un prezzo altissimo, ma soprattutto siamo di fronte ad un sacrificio del tutto inutile dal punto di vista tattico e strategico: gli ucraini vorrebbero liberare il paese mentre i padroni dell'Ucraina vogliono che l'Ucraina si immoli per distruggere la Russia.
Tra pochi anni i giornalisti passeranno lo scettro agli storici e ci renderemo conto dei crimini commessi dai politici ucraini non solo nei confronti dei russi del Donbass, ma anche di quelli commessi contro il proprio stesso popolo, usato come carne da macello per soddisfare interessi alieni a quelli del popolo ucraino.
Gli USA dal canto loro, metteranno la questione nelle mani della migliore arma di propaganda che il mondo abbia visto: Hollywood. Faranno film e serie televisive in cui i russi vengono rappresentati come vengono rappresentati gli arabi o i mussulmani in generale, cioè antropologicamente cattivi. Film in cui gli ucraini sono i buoni, aiutati munificamente dai superiori statunitensi. Questo è ciò che sanno fare meglio ed è ciò che faranno. Come disse Biden al presidente afgano: "we have to shape perception" dobbiamo modellare le percezioni (dei cittadini, oramai sempre più sudditi). Si è visto a cosa è servito in Afghanistan ora vedremo in Ucraina. Ciò che i cittadini europei dovrebbero capire è che mentre da noi i politici modellano percezioni, in Russia, in Cina, in India si continua a ragionare e fare politica. E per questo pagheremo un prezzo molto alto: almeno lo meriteremmo.