La Corea del Nord rigetta l'apertura di Seul
Pyongyang non risponde all'ultimatum della Corea del sud per riaprire Kaesong
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La Corea del Nord ha rigettato venerdì 26 aprile la proposta della Corea del Sud di aprire trattative ufficiali volte a riprendere la produzione nella zona industriale congiunta di Kaesong, nonostante Seul abbia minacciato "misure significative" in caso di rifiuto di Pyongyang. Nel dipingere le proposte come "frudolente", la Commissione nazionale della Difesa nord coreana ha emesso una nota dichiarando di essere pronta a rispondere ad ogni grave decione da parte del sud.
Dopo che mercoledì Seul aveva annunciato un'azione del governo di sostegno alle aziende a Kaesong per fronteggiare l'arresto della produzione e la cancellazione degli ordini, la Corea del Sud ha offerto giovedì 25 aprile a Pyongyang trattative formali per riprendere la produzione nell'impianto industriale congiunto e minacciato “misure significative” non precisate in caso di rifiuto. Il portavoce del ministro dell'Unificazione Kim Hyung-Seok aveva annunciato un ultimatum di 24 ore al Nord, lasciando presagire di come la Corea del Sud stia ormai considerando il ritiro definitivo dalla zona, all'interno del quale veniva impiegati 53 mila lavoratori di 123 industrie sud coreane.
La chiusura definitiva di Kaesong, principale fonte di riserva estera per il Nord, eliminerebbe l'ultimo punto di contatto e di comunicazione tra i due paesi, che rimangono tecnicamente in guerra dopo che la guerra del 1950-1953 si è conclusa con un cessate il fuoco piuttosto che un trattato di pace.
La chiusura definitiva di Kaesong, principale fonte di riserva estera per il Nord, eliminerebbe l'ultimo punto di contatto e di comunicazione tra i due paesi, che rimangono tecnicamente in guerra dopo che la guerra del 1950-1953 si è conclusa con un cessate il fuoco piuttosto che un trattato di pace.
La proposta di giovedì di Seul aveva coinciso con l'anniversario della fondazione dell'esercito della Repubblica popolare della Corea, celebrato con una parata militare alla presenza del leader Kim Jong-Un, il quale ha mantenuto quella retorica di guerra contro gli Stati Uniti e la Corea del sud.