La definitiva marginalità dell'Europa
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di Alessandro Volpi
La definitiva marginalità dell'Europa. L'esito delle elezioni europee sembra produrre due effetti molto pesanti.
Il primo è costituito dal rialzo dei rendimenti di tutti i titoli di debito prodotti dagli Stati europei, con conseguente aumento del costo degli interessi sui bilanci pubblici. Ciò significherà un'ulteriore riduzione della spesa pubblica e un inevitabile trasferimento di servizi essenziali al settore privato.
La seconda è rappresentata dall'indebolimento dell'euro rispetto al dollaro che ha già indotto Madame Lagarde, con un'incredibile solerzia, ad annunciare che le strategie monetarie continueranno ad essere restrittive con buona pace dell'economia produttiva. In questo quadro, la Francia diventa l'epicentro di un terremoto finanziario, già annunciato - guarda caso - dal declassamento da parte delle agenzie di rating. Naturalmente, da tutto ciò trae gran beneficio la super finanza Usa che si trova la strada libera nell'entrare nelle privatizzazioni europee e nel conquistare praterie di risparmio gestito, per il quale i titoli di un'Europa così scombinata sono appetibili solo a remunerazioni altissime, e insostenibili.
Il primo è costituito dal rialzo dei rendimenti di tutti i titoli di debito prodotti dagli Stati europei, con conseguente aumento del costo degli interessi sui bilanci pubblici. Ciò significherà un'ulteriore riduzione della spesa pubblica e un inevitabile trasferimento di servizi essenziali al settore privato.
La seconda è rappresentata dall'indebolimento dell'euro rispetto al dollaro che ha già indotto Madame Lagarde, con un'incredibile solerzia, ad annunciare che le strategie monetarie continueranno ad essere restrittive con buona pace dell'economia produttiva. In questo quadro, la Francia diventa l'epicentro di un terremoto finanziario, già annunciato - guarda caso - dal declassamento da parte delle agenzie di rating. Naturalmente, da tutto ciò trae gran beneficio la super finanza Usa che si trova la strada libera nell'entrare nelle privatizzazioni europee e nel conquistare praterie di risparmio gestito, per il quale i titoli di un'Europa così scombinata sono appetibili solo a remunerazioni altissime, e insostenibili.