La dittatura del pensiero liberal

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La dittatura del pensiero liberal

 

In un presente contrassegnato da tensioni crescenti, qui dove l'ansietà è qualcosa di normalizzato dalla società del rischio, l'unica forma di pensiero che non conosce crisi, anzi si rafforza, è quella liberale.

Il liberalismo mette al centro della sua azione l'individuo,  e fa della competizione e del narcisismo i suoi tratti salienti (liberismo economico).

Non esiste realtà che ne sia immune. La società appare sempre più disgregata. Le persone vivono  fisicamente insieme, tuttavia appaiono emotivamente isolate dalle altre.

Chi ha prodotto questi danni cerca finte soluzioni, che invece di porvi rimedio aggravano la situazione.

La degenerazione del vivente si manifesta nell'abbruttimento delle esistenze, tanto nelle condizioni materiali, quanto nella mancanza di risposte adeguate alle rivendicazioni, o agli appelli a vedersi riconosciuti i propri diritti, negli aspetti relazionali e affettivi.

Potrebbero farsi diversi esempi. Prendiamo le vicende riguardanti il corpo. Esso ci appartiene ma serve agli altri. Tutta una serie di questioni "delicate" concernenti la sessualità, quali il diritto all'aborto, le adozioni fra persone dello stesso sesso, la maternità surrogata o il tema gender, non devono essere vezzo dei ricchi. Vengono spesso ad essere ricondotte all'interno di un calderone dove gli pseudo difensori di quelle istanze dagli attacchi oscurantisti dei nazionalisti a casa loro in realtà non fanno altro che ribadire la distanza chilometrica da tematiche articolate, in evoluzione, e specificatamente soggettive.

Si è imposta una visione elitaria che vuole parlare per tutti svincolando il suo verbo dalla complessità sociale ( e quindi rimuovendola). La lotta per il superamento dei dispositivi di asservimento e controllo, la questione femminile, la cura e la riproduzione sono tutte faccende irrisolte e che vanno oltre i generi. L'emancipazione non può rimuovere il sociale, altrimenti diventa cosa altra. Un riscatto ancora in attesa di cittadinanza.

Le tv e gli altri media vedono una costante presenza di omosessuali e bisex, il cui unico scopo è quello di ostentare un modo di essere tipico di quelli che appartengono al giro considerato giusto.

Per intenderci: se si è vip non si pongono problemi con riguardo alle inclinazioni sessuali o al colore della pelle. Diversamente, se non si ha un reddito adeguato o si vive in qualche periferia desolata, il massimo a cui si può aspirare è quello di essere tollerati, ma poi nelle questioni pratiche i nodi vengono al pettine.

Quindi, non è in questione quella una volta conosciuta come diversità, ma l'atteggiamento spocchioso di una esibita superiorità, fatto proprio anche dagli appartenenti ad una certa sinistra (o che si credono tali).

Dovrebbero accorgersi che la biopolitica passa anche attraverso forme inedite di controllo. Altro che emancipazione!

Così il popolino, che ha la necessità di rispecchiarsi nelle vetrine di quelli che stanno sopra crede che facendo propri modelli comportamentali, stili e tendenze, possa essere riconosciuto in quanto al passo coi tempi. E non si rende conto di subirli questi tempi dannati!

Decenni nei quali le ideologie, storiche sono state polverizzate dal capitalismo. E che hanno visto la crisi dei valori tradizionali. Le stesse religioni, vista l'emorragia di fedeli,  per cercare di sopravvivere aggiornano le pratiche modernizzandole al fine di risultare attrattive. Una secolarizzazione tardiva, che in un mix di teocrazie, religioni di Stato e fanatismi conserva agli adepti un ruolo privilegiato. E, al pari del mercato capitalistico, condiziona le masse rendendole dipendenti – schiave.

Alienazione nel consumismo. Irrazionalità di ogni conservatorismo reazionario.

A volte, si ha come l'impressione di essere circondati da entità amorfe. Stereotipati da una non vita preda del marketing vediamo bipedi etero e transex muoversi con fattezze da zombie. E' raro imbattersi in senzienti privi di tatuaggi, e che non siano stati trattati dallo stesso estetista, parrucchiere, o chirurgo plastico.

Siccome l'essere oggi lo fa l'apparire è ovvio che tale involuzione poi si ripercuote in quello che rimane della società.

Quando influencer, eredi della rendita, e truffatori seriali, spesso poco scolarizzati, sono classe dirigente, condizionando da opinion makers una realtà abitualmente inesistente, allora qualcosa non funziona.

A che serve studiare, rispettare le regole non scritte della convivenza civile si chiedono in tanti quando quelli che contano, i leader, sono altri ?

La scaltrezza, l'arrivismo, rappresentano l'altro aspetto di una immagine di se troppo presente, che disconosce i toni, la moderazione e la sobrietà.

Una deriva antropologica figlia di quel dettato liberal che già ha fatto troppi danni.

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