La false flag dell'ospedale pediatrico di Mariupol è nuda
Nell'articolo "Ucraina, la fabbrica dei video fake", Marinella Mondaini scriveva a proposito della nota false flag dell'ospedale pediatrico di Mariupol come: "A testimonianza del fatto che l’ospedale non funzionava più come tale, ma come base per i nazisti ucraini, c’è l’intervista dell’ex primario del dipartimento maternità dell’Ospedale, Anna Olkhovskaja, che vi ha lavorato per 39 anni. La dottoressa ha detto che giorni prima del 26 febbraio i nazisti ucraini avevano ordinato di sgombrare la struttura e il 26 dall’ospedale era già andato via tutto il personale medico e le pazienti. Si sono fatti consegnare le chiavi e dal 26 in poi non hanno permesso più a nessuno di entrare. Lei ha visto e ha raccontato come i nazisti ucraini hanno portato nel cortile dell’ospedale, attaccato alla scuola N.67 i carri armati e i mortai, da cui sparavano, come hanno saccheggiato la farmacia dell’ospedale, i capi ai loro soldati dicevano “rubate, rompete e distruggete tutto, non dobbiamo lasciare niente di intatto alla Repubblica di Donezk”! Dopo 4 giorni alla dottoressa hanno distrutto la casa incendiandola."
Per chi ha seguito da vicino le vicende siriane, le tecniche utilizzate dal regime di Kiev e dai battaglioni neo-nazisti sono le stesse con cui i terroristi filo Nato hanno cercato di creare le condizioni per i bombardamenti Usa su Damasco. L'intervento russo nel settembre del 2015 lo ha impedito. Nel caso ucraino i rischi sono ancora maggiori e chi li rilancia persegue l'obiettivo del regime di Kiev di una terza guerra mondiale (che si combatterebbe in Europa).