La mattanza di specie protette dei Taleban nel Wakhan

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La mattanza di specie protette dei Taleban nel Wakhan

 

[questo saggio è stato tradotto dal tedesco in italiano da Nora Hoppe]

Il 3 giugno 2022, Jane Goodall e Hedieyeh Tehrany hanno pubblicato una lettera e un appello sul sito della conservazione, di cui riporto qui di seguito una parte e il commento dei curatori del sito. La lettera completa può essere letta in inglese qui.

- In occasione della Giornata mondiale dell'ambiente 2022, il 5 giugno, Jane Goodall e altri 50 ambientalisti hanno pubblicato una lettera in cui chiedono la protezione dei leopardi persiani e la clemenza per sette scienziati imprigionati per il loro lavoro di studio dei felini.

 - In una lettera aperta, gli scienziati sottolineano l'impatto degli attuali conflitti, delle sanzioni e delle tensioni politiche sulla conservazione del leopardo, il cui areale si estende su 11 Paesi, tra cui l'Iran [e l'Afghanistan]. (Commento del redattore del sito Mongabay) 

Jane Goodall e Hedieyeh Tehrany scrivono nella loro lettera, tra l'altro, quanto segue: 

"Nell'agosto 2021, i Taleban sono tornati al potere in Afghanistan, mandando in esilio molti ambientalisti a rischio e mandando in tilt l'Agenzia nazionale per la protezione ambientale. Il continuo congelamento dei fondi afghani ha fatto precipitare una crisi umanitaria già di per sé terribile, di cui stanno pagando le conseguenze anche la natura e la fauna dell'Afghanistan. I pochissimi leopardi presenti in Afghanistan hanno ora ancora più scarse possibilità di sopravvivere".

*  *  *  *  *

È in effetti vero, perché da qualche tempo un'unità della guardia di frontiera talebana è di stanza in un avamposto a Wakhan (nel Pamir), al confine con il Tagikistan, la Cina e il Pakistan. E il loro avamposto si trova nel mezzo del Parco Nazionale di Wakhan. Questa riserva naturale ospita animali sottoposti a una protezione speciale, fra l'altro: dei leopardi delle nevi, delle "pecore di Marco Polo", dei moschi siberiani, ecc.

I Taleban non hanno nulla di speciale da fare in questa regione, dato che comunque non ci vivono molte persone (locali). E si nutrono di carne di animali protetti, in particolare di "pecore di Marco Polo" e di moschi siberiani. Poi ognuno di questi Taleban porta in dono almeno una "pecora di Marco Polo" o un mosco siberiano ucciso quando fa visita alla sua famiglia.

Il comandante di questa unità ha un figlio che ha addestrato come cecchino. Il figlio e gli altri subordinati del padre non hanno altro da fare che cacciare i rari animali protetti, non solo per il cibo o i trofei, ma anche per l'addestramento dei cecchini o… anche solo per divertimento. Questa uccisione di massa di animali non ha precedenti in Afghanistan. Nemmeno il sovrano Amir Habibollah (1901-1919), che cacciava con passione e uccideva in massa gli animali, riuscì a raggiungere queste dimensioni. In ogni caso, non è entrato in questa regione, poiché il Wakhan è molto difficile da raggiungere e la caccia là è fuori questione per un mammone viziato come Amir Habibollah. Ma lui era il detentore del record di distruzione di animali in Afghanistan, se non in tutta l'Asia.

Presto, però, batteranno il suo record i Taleban. Se questa attività non verrà interrotta al più presto (cosa improbabile), tutti questi animali saranno presto considerati estinti.

La caccia illegale di questi animali in Afghanistan (e nella regione) non potrebbe comunque essere completamente fermata. Sul mercato nero, le pelli e le corna di questi animali erano un bene ricercato. Negli anni '70, il governo ha talvolta permesso ai cacciatori stranieri (soprattutto occidentali) di cacciare nella zona. Un singolo colpo costa da 5000 a 7000 dollari USA.

Anche gli occupanti americani ebbero la loro parte in questi massacri. Secondo questo articolo, l'indagine della Wildlife Conservation Society (WCS) è iniziata nel 2007, quando il personale in Afghanistan ha notato che nelle basi militari vicino a Kabul venivano venduti prodotti di specie in via di estinzione. La WCS ha scoperto che oltre il 40% dei soldati di una delle più grandi basi militari degli Stati Uniti ha acquistato prodotti della fauna selvatica o ha visto un altro soldato acquistarli. Il problema non è solo che i soldati statunitensi acquistano prodotti della fauna selvatica, ma anche che la loro presenza in Paesi come l'Afghanistan e l'Iraq contribuisce a creare un mercato per il bracconaggio e la caccia che altrimenti non esisterebbe. I soldati americani, e ancor più i contractor e il personale internazionale che li segue, possono far valere il potere d'acquisto del mondo sviluppato in un Paese in via di sviluppo. Improvvisamente, un afgano che potrebbe non avere nessuno a cui vendere una pelle di leopardo delle nevi, e quindi non avere alcun motivo per dedicarsi al commercio, ha un mercato di clienti facoltosi. È possibile vendere una pelle di leopardo delle nevi per 1.000 dollari. "È molto più di quanto un afghano medio possa guadagnare in un anno".

In Tagikistan e Uzbekistan la popolazione di leopardi delle nevi è estinta da tempo.

Ma cosa mangeranno allora il padre talebano, suo figlio e il resto del loro clan – forse il popolo locale? Tuttavia, tale popolo raramente si fa vedere dove i Taleban sono stanziati.

Altri riferimenti:

https://en.wikipedia.org/wiki/Wildlife_of_Afghanistan#Extinct_wildlife

https://www.reuters.com/article/us-afghan-snowleopard-idUSISL20634520080627

https://www.youtube.com/watch?v=jRttN8pOqY4

 

Tariq Marzbaan

Tariq Marzbaan

 

Nato a Kabul nel 1959, dove ha vissuto fino al 1982 quando si è rifugiato con parte della sua famiglia a Peshawar in Pakistan, poi in Germania dove ha ottenuto la cittadinanza anni dopo. Attualmente risiede nell'Asia sudorientale. Ha conseguito un master in letteratura persiana e filologia tedesca, oltre a continui studi indipendenti sulla geopolitica, la storia e il colonialismo. Ha lavorato come fumettista politico, artista, ricercatore e traduttore di notizie, montatore cinematografico, sceneggiatore. Ha prodotto e diretto il suo film documentario-saggio sull'esilio "The Storm Bird", che è stato presentato nei festival internazionali. Editorialista per Al Mayadeen English.

"Il Waste Land è la terra del non-spazio e del non-tempo, la visione di un luogo di nessuno, che con la sua oscurità infrange ogni speranza, in cui gli abitanti si dibattono in un clima di disperazione e soffocamento."

- Angelo De Sio, nella sua analisi de 'La terra desolata', poema di T.S. Eliot

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