La mossa di Putin: come interpretare la tregua del 09 maggio?

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La mossa di Putin: come interpretare la tregua del 09 maggio?

 

di Clara Statello per l'Antidiplomatico

 

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato a sorpresa il cessate il fuoco di tre giorni in occasione delle celebrazioni dell’80° anniversario della Vittoria sul nazifascismo. La tregua avrà inizio alla mezzanotte dell’8 maggio e si concluderà alla mezzanotte dell’11 maggio. Il Cremlino si aspetta che Kiev accetti lo stop e avverte che in caso di violazioni da parte ucraina, le Forze Armate Russe “forniranno una risposta adeguata ed efficace”.

È la seconda volta in dieci giorni che Mosca ferma unilateralmente i combattimenti, dimostrando di riuscire a condurre i negoziati, dettandone il ritmo. Una prova di forza mal digerita da Bankova, che arriva dopo l’apertura di Trump al riconoscimento de jure della Crimea, come parte della Federazione Russa. Nella notte ha dichiarato ai giornalisti di Sky News di ritenere che Zelensky sarà disposto a cedere la penisola del mar Nero, perché si trova “in una situazione molto difficile” e “vuole un accordo”.

Il Cremlino mostra alla Casa Bianca la sua volontà di negoziare per fermare al più presto i combattimenti, dopo aver portato a termine con successo la liberazione del territorio del Kursk.

“La parte russa dichiara ancora una volta la propria disponibilità a negoziati di pace senza precondizioni, volti a eliminare le cause profonde della crisi ucraina e a un'interazione costruttiva con i partner internazionali”, riporta la nota.

La mossa potrebbe essere propedeutica all’ imminente incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov nel suo briefing odierno ha negato che sia in programma un colloquio fra i due presidenti, ma “se necessario, si potrà concordare rapidamente”.

Inoltre, il cessate il fuoco, esattamente come per lo stop di Pasqua, ha un’alta valenza simbolica. In una giornata storica per i russi come per gli ucraini, Mosca tende la mano a Kiev per rispettare la memoria comune che il governo post Maidan tenta dal 2014 di cancellare, con la derussificazione e la decomunistizzazione, ricorrendo spesso al coinvolgimento di elementi neonazisti e alla riabilitazione dei collaborazionisti delle SS.

Sullo sfondo della decisione, i negoziati restano nell’empasse, dopo il fallimento del ripristino dei corridoi marittimi per il grano nel Mar Nero, dovuto al veto dell’UE sulla revoca di alcune sanzioni alla Federazione Russa. Mentre Trump, Vance e Rubio minacciano un ritiro degli Stati Uniti dalle trattative (con un probabile stop all’assistenza militare all’Ucraina) nel caso in cui le parti non dovessero accettare il piano di pace della Casa Bianca - che prevede fra le altre cose il riconoscimento de facto dei confini dell’Ucraina sull’attuale linea del fronte, il riconoscimento de jure della Crimea russa, la revoca progressiva delle sanzioni alla Russia, l’accordo minerario tra Washington e Kiev – Zelensky chiede un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni e forti garanzie di sicurezza. Il capo della diplomazia statunitense ha dichiarato che questa settimana sarà cruciale. Non è una scadenza definita, ma indica una finestra temporale che sta per restringersi.

La mossa di Putin segna dunque un’apertura verso Washington e arriva in un momento preciso, la liberazione della regione di Kursk con la partecipazione dei soldati nordcoreani, lo stesso giorno dell’incontro al Vaticano tra Trump e Zelensky. Vediamo cosa significa e la reazione degli altri attori.

Il peso della mossa di Putin nel processo negoziale

La dichiarazione di cessate il fuoco unilaterale non è un segno di debolezza ma una prova di forza negoziale. Mosca vuole dimostrare di avere la situazione sotto controllo al punto da poter fermare e riprendere i combattimenti a sua discrezione, imprimendo il ritmo sia del conflitto sia delle trattative, che evidentemente mostra di poter condurre da una posizione di forza. La mossa serve a rafforzare sia il fronte interno che quello esterno. In patria può mostrarsi come attore forte e responsabile delle trattative, rispettoso delle grandi ricorrenze nazionale, come la Pasqua e il 9 maggio. Davanti alla comunità internazionale può mostrare un’apertura diplomatica verso la pace, che la parte ucraina non può lasciarsi sfuggire per non essere accusata di voler continuare il conflitto.  

Nel complesso si può desumere che la decisione di Putin sia rivolta a tre destinatari:

  • La Casa Bianca, per mostrare l’apertura ai negoziati;
  • Paesi terzi, per esercitare pressioni sull’Ucraina;
  • Al popolo ucraino, per ricordare la comune identità storico-culturale-religiosa.

La vittoria nel Kursk

Il cessate il fuoco segue le dichiarazioni ufficiali di Vladimir Putin e Kim Jong sulla partecipazione dei soldati nordcoreani nella difesa della regione di Kursk. Entrambi i Capi di Stato hanno oggi hanno lodato le unità speciali coreane che hanno lottato “spalla a spalla” con i “fratelli russi”.

Il capo di stato maggiore delle Forze Armate Russe, il generale Valery Gerasimov, ne ha riconosciuto per la prima volta la partecipazione sabato scorso, subito dopo aver comunicato la totale liberazione del Kursk. Proprio nello stesso momento avveniva nella Basilica di San Pietro a Roma l’incontro informale tra Trump e Zelensky, durante i funerali del Papa.

L’Ucraina aveva dichiarato che dopo la funzione ci sarebbe stato un secondo più lungo colloquio fra i due presidenti, ma il capo della Casa Bianca ha immediatamente lasciato l’Italia. Il presidente ucraino ha poi incontrato Emmanuel Macron, Keir Starmer e altri leader politici, tra cui Ursula von der Leyen ed il capo della diplomazia vaticana, il cardinale Parolin.

Solo oggi il Cremlino ha pubblicato una nota di ringraziamento per il popolo e la leadership della Repubblica Popolare Democratica di Corea e di elogio e riconoscenza verso il suo esercito. Il portavoce Peskov ha sottolineato che il coinvolgimento nordcoreano nelle operazioni di combattimento concretizza il partenariato strategico siglato un anno fa, dichiarando la disponibilità russa a ricambiare il sostegno militare, se necessario.

Nel momento in cui i leader europei tentano di entrare nei negoziati, Mosca pone sul tavolo la sua alleanza strategica con una potenza nucleare asiatica, appena rodata con successo in territorio russo. Inoltre, con l’annuncio del cessate il fuoco, sembra aver spiazzato la diplomazia occidentale, che probabilmente puntava ad una soluzione coreana per l’Ucraina.

La reazione degli altri attori

Kiev ha reagito negativamente all’annuncio di Putin. Il ministro degli Esteri Andry Sibiga in un post di X invita la Russia a dichiarare immediatamente una tregua di 30 giorni. Mosca però ha posto delle condizioni per la fine dei combattimenti, che il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha ribadito oggi dal Brasile, dove si trova per una riunione dei BRICS:

  • la revoca da parte dell’Ucraina del “divieto legislativo sui negoziati con la Russia”;
  • Lo status neutrale e non allineato dell’Ucraina, fuori dalla NATO;
  • Garantire i diritti dei russofoni;
  • Riconoscimento internazionale dello status russo della Crimea, Sebastopoli e gli altri territori annessi alla Russia,
  • garanzie di sicurezza per la Russia “contro le minacce create dalle attività ostili della NATO, dell'Unione Europea e dei loro singoli Stati membri ai nostri confini occidentali"

Il fatto che Putin abbia proposto una tregua di tre giorni suggerisce che in questo arco di tempo non si aspetta di raggiungere un accordo globale per porre fine alla guerra.

Tuttavia, Washington continua a mostrare la sua frustrazione per l’empasse nelle trattative.

Trump vuole un cessate il fuoco permanente, non quello temporaneo annunciato oggi da Putin, ha affermato la Casa Bianca.

"Per quanto ne so, Putin ha proposto un cessate il fuoco temporaneo stamattina. Il presidente Trump ha chiarito di volere un cessate il fuoco permanente, prima di tutto per fermare le uccisioni, per fermare lo spargimento di sangue, e pur rimanendo ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo, è anche realista", ha dichiarato la portavoce Caroline Levitt.

Putin aveva annunciato il precedente cessate il fuoco di 30 ore in occasione della Pasqua cattolica e ortodossa. Secondo le fonti ufficiali russe, la tregua è iniziata alle ore 18:00 (ora di Mosca) di sabato 19 aprile e si è conclusa a mezzanotte di lunedì 21 aprile. Dopo alcune ritrosie Kiev è stata costretta ad accettarlo.

Entrambe le parti hanno approfittato dello stop per raccogliere i corpi dei caduti sul campo di battaglia. Si sono verificati diversi casi di violazione della tregua. Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di violare la tregua quasi 3.000 volte, mentre la Russia ha accusato l'Ucraina di oltre 4.800 violazioni.?

Clara Statello

Clara Statello

Clara Statello, laureata in Economia Politica, ha lavorato come corrispondente e autrice per Sputnik Italia, occupandosi principalmente di Sicilia, Mezzogiorno, Mediterraneo, lavoro, mafia, antimafia e militarizzazione del territorio. Appassionata di politica internazionale, collabora con L'Antidiplomatico, Pressenza e Marx21, con l'obiettivo di mostrare quella pluralità di voci, visioni e fatti che non trovano spazio nella stampa mainstream e nella "libera informazione".

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