La nuova architettura di sicurezza in Eurasia

La nuova architettura di sicurezza in Eurasia

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di Fabrizio Verde


Il ministero degli Esteri russo ha riferito di un incontro avvenuto in Laos tra Sergey Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa, e il suo omologo cinese Wang Yi.

I ministri avrebbero discusso della cooperazione all'interno dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) nel contesto dell'intensificarsi delle attività di alcuni Paesi volte a stabilire “meccanismi politico-militari di blocco ristretto volti a minare il sistema di mantenimento della sicurezza e della stabilità incentrato sull'ASEAN” nella regione.

I ministri degli Esteri hanno anche discusso le prospettive di attuazione dell'iniziativa lanciata dalla Russia per creare una nuova architettura di sicurezza eurasiatica in un contesto di “stagnazione dei meccanismi euro-atlantici”.

Inoltre, Lavrov e Wang Yi hanno sottolineato l'importanza di rafforzare il coordinamento della politica estera tra Mosca e Pechino in varie piattaforme internazionali, come le Nazioni Unite, l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), la Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC), il G20 e altri formati.

“Il legame Russia-Cina sta lavorando per formare un ordine mondiale più giusto e multipolare, promuovendo i principi di un autentico multilateralismo e portando energia positiva sia alle Nazioni Unite che al G20”, ha dichiarato l'alto diplomatico russo.


Cos’è un’architettura di sicurezza?

Ma che cos’è un’architettura di sicurezza e perché urge in Eurasia? L'architettura di sicurezza interstatale si riferisce alla rete di accordi, alleanze e organizzazioni che vengono stabilite tra i paesi per mantenere la pace, la stabilità e la sicurezza a livello regionale o globale. Lo scopo dell'architettura di sicurezza interstatale è prevenire i conflitti, gestire le crisi e promuovere la cooperazione tra i paesi per affrontare le sfide comuni alla sicurezza.

Centrale è quindi l'istituzione di alleanze e partnership tra i paesi. Queste alleanze servono come meccanismo per affrontare le minacce e le sfide alla sicurezza che interessano più nazioni. Esempi di queste alleanze includono la NATO e l’Unione Europea, almeno a livello teorico e propagandistico, visto che invece la realtà ci mostra che queste organizzazioni rappresentano il principale ostacolo al raggiungimento della pace in Ucraina, dove proprio NATO e USA con la complicità dell’UE hanno deciso di combattere una guerra per procura contro la Russia. Insomma, queste organizzazioni seminano caos e morte per soddisfare gli interessi geopolitici ed economici della potenza declinante, gli Stati Uniti, e quindi rappresentano perfettamente la “stagnazione dei meccanismi euro-atlantici” denunciata dai ministri Lavrov e Wang Yi.

Uno degli obiettivi principali dell'architettura di sicurezza interstatale è promuovere stabilità e pace a livello regionale e globale. Stabilendo alleanze, accordi e istituzioni formali, i paesi possono lavorare insieme per prevenire i conflitti e gestire le crisi prima che degenerino in conflitti più ampi. Attraverso la cooperazione e il dialogo, i paesi possono affrontare le sfide alla sicurezza in modo proattivo e coordinato.

Inoltre, l'architettura di sicurezza interstatale serve anche a promuovere lo sviluppo economico e la prosperità. Quando i paesi lavorano insieme per affrontare le sfide alla sicurezza, creano un ambiente più stabile per il commercio, gli investimenti e la crescita economica. Promuovendo la sicurezza e la stabilità, l'architettura di sicurezza interstatale può aiutare a creare le condizioni per il progresso economico e lo sviluppo.

E qui veniamo alle istituzioni multipolari che vanno crescendo su impulso primario di Cina e Russia che lavorano alacremente a una sempre più urgente nuova architettura di sicurezza eurasiatica.

Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai avrà un ruolo chiave?

Oggi, mentre il mondo sta vivendo la fase di smantellamento dell’ormai vetusto e inadeguato sistema di sicurezza internazionale incentrato sull’Occidente, e i paesi del Sud del mondo rivendicano lo status di attori mondiali uguali e sovrani, sono le piattaforme ‘multipolari’ a rappresentare il futuro. Tra queste spicca sicuramente l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO). L'elenco dei paesi interessati a questo formato cresce regolarmente, il che aumenta sicuramente lo status e la fiducia nell'organizzazione. Russia e Cina rimangono i motori in termini di strategia militare, non solo come potenze nucleari, ma anche come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La presenza nella regione della piattaforma russa e cinese, indipendente dagli Stati Uniti, composta dagli Stati dell’Asia centrale, nonché da India, Pakistan e Iran, crea sicuramente un contrappeso alle iniziative strategico-militari anglo-americane nello Spazio eurasiatico.

Secondo Sergey Lavrov, i membri della SCO hanno un desiderio comune di coordinare le azioni dell'organizzazione all'interno delle Nazioni Unite e nello spazio eurasiatico con strutture quali l'UEEA, l'ASEAN e i BRICS. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha invitato la SCO a prendere in mano la sicurezza della regione. Dalla sua creazione nel 2001, la SCO si è trasformata da un ristretto blocco regionale concepito per garantire la sicurezza lungo il perimetro degli Stati post-sovietici e della Cina a una struttura che ha tutte le carte in regola per essere garante di una sicurezza eurasiatica globale.

L'elenco dei partner di dialogo della SCO è molto ampio e comprende l'Armenia, l'Azerbaigian, l'Egitto, la Turchia (paese NATO) e una serie di altri attori arabi e asiatici del Sud globale. Oggi, quasi tutti i Paesi del Golfo Persico sono rappresentati nell'Organizzazione come partner di dialogo, prestando così la loro fiducia a un progetto regionale non occidentale. Sullo sfondo dell'espansione dei BRICS il Sud globale sta guadagnando confini più istituzionalizzati nella sfera della sicurezza e dell'economia. Inoltre, la SCO include quattro attori nucleari, il che significa che l'organizzazione è garante della sicurezza nucleare nello spazio eurasiatico.

Col passar del tempo questa organizzazione è venuta conformandosi come una seria e credibile alternativa al braccio armato degli Stati Uniti, la NATO, come garante di una sicurezza eurasiatica reale e globale. L'insistenza dell'Occidente nel promuovere la propria visione della sicurezza globale imponendo il proprio sistema di valori e priorità spinge gli attori non occidentali a considerare altre opportunità per consolidare gli sforzi per affrontare le sfide e le minacce attuali. La SCO, nonostante le differenze tra i suoi membri in termini di potenziale militare ed economico, ha tutta la possibilità di confrontarsi con successo al progetto nordatlantico, visto il suo  potenziale militare, economico, demografico ed energetico.

Oltre a sancire nella Carta della SCO i principi universalmente riconosciuti del diritto internazionale - come il rispetto reciproco della sovranità, dell'indipendenza, dell'integrità territoriale, dell'inviolabilità dei confini degli Stati, della non ingerenza negli affari interni, del non uso della forza o della minaccia della forza, dell'uguaglianza dei diritti, della risoluzione pacifica delle controversie e dei disaccordi tra gli Stati e dell'adempimento degli obblighi internazionali in buona fede - gli Stati membri della SCO hanno introdotto una serie di innovazioni nella pratica e nella teoria delle relazioni tra gli Stati.

Tra i più importanti: il rifiuto della superiorità militare unilaterale nelle aree limitrofe, la ricerca di punti di vista comuni sulla base della comprensione reciproca e del rispetto delle opinioni di ogni Stato membro, la graduale attuazione di azioni congiunte in aree di interesse comune.

Una caratteristica e peculiarità della SCO è il suo dichiarato principio di apertura, il fatto che non sia diretta contro altri Stati e organizzazioni internazionali.

Sono questi principi che distinguono la SCO dall'Alleanza Nord Atlantica e la rendono attraente per gli attori non occidentali con la loro percezione critica del modello di relazioni internazionali incentrato sugli Stati Uniti e la loro indisponibilità nel continuare a sottostare a un ordine mondiale unipolare organizzato in funzione degli Stati Uniti e in subordine dei vassalli occidentali di Washington.

Dunque la SCO sostiene la creazione di una nuova architettura di sicurezza globale basata sull'uguaglianza, il rispetto reciproco, la fiducia e la cooperazione win-win, il rifiuto della divisione in blocchi e ideologica. Secondo la logica multipolare che governa l’organizzazione, la cooperazione nel contrastare le nuove sfide e minacce deve essere condotta in modo coerente, senza doppi standard, attraverso il rigoroso rispetto del diritto internazionale, e la costruzione di un sistema di sicurezza globale deve avvenire solo sotto gli auspici delle Nazioni Unite e nel rigoroso rispetto della sua Carta.

Gli Stati membri della SCO non accettano per principio azioni unilaterali, poiché tali azioni non sono in grado di risolvere i problemi esistenti nel mondo ma bensì finiscono per aggravarli e possono condurre a esiti catastrofici.

I componenti della SCO sono convinti che le questioni di sicurezza internazionale non debbano escludere compiti quali la garanzia della sostenibilità dell'economia mondiale, la riduzione della povertà, l'equiparazione dei livelli di sviluppo socio-economico, la garanzia della sicurezza economica, ambientale, energetica e dell'informazione, nonché la protezione della popolazione e dei territori degli Stati membri della SCO dalle emergenze naturali e di origine umana.

Pertanto, il concetto di sicurezza proposto dalla SCO nel XXI secolo è completo e onnicomprensivo. Si basa sui principi democratici e sulle norme del diritto internazionale, comprende sia le aree di fornitura di sicurezza globale sia la soluzione delle contraddizioni socio-economiche, in cui sono radicate molte sfide e minacce moderne alla sicurezza, come il terrorismo, il separatismo, l'estremismo e la criminalità transfrontaliera.

A chi dovesse pensare a enunciazioni esclusivamente teoriche, bisogna ricordare che la SCO è riuscita a risolvere le questioni relative ai confini di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Russia con la Cina, dal Pamir alle coste dell'Oceano Pacifico, a stabilire un sistema di misure di rafforzamento della fiducia, soprattutto in ambito militare, e un meccanismo di consultazione e cooperazione su una gamma sempre più ampia di questioni di sicurezza.

Dove va l’Unione Europea?

A questo punto se l’Unione Europea non fosse governata da fantocci al servizio degli interessi di Washington dovrebbe volgere il proprio sguardo verso est per costruire una nuova – urgente e non più rinviabile - architettura di sicurezza eurasiatica al di fuori della NATO.

In primis perché il conflitto in corso in Ucraina ha evidenziato la necessità per l'UE di diversificare i suoi partenariati di sicurezza, superare la vetusta NATO che ormai rappresenta una sorta di residuato post-bellico. I tempi moderni richiedono l'impegno con la Russia e altri Paesi eurasiatici per promuovere la stabilità e la cooperazione nella regione. L'UE deve bilanciare i propri interessi di sicurezza con quelli di altre grandi potenze, tra cui Russia e Cina. Una nuova architettura di sicurezza eurasiatica può aiutare a gestire queste dinamiche di potere e impedire il dominio di una singola potenza.

L'impegno in una nuova architettura di sicurezza può contribuire ad affrontare i problemi di stabilità regionale, come quelli del Caucaso meridionale e del Medio Oriente. Questo approccio può favorire la cooperazione e affrontare i problemi politici in queste regioni, contribuendo così alla stabilità regionale complessiva.

Se vuole avere un futuro l’Unione Europea deve puntare all’autonomia strategica. Un punto fondamentale per la sua sicurezza futura. Una nuova architettura di sicurezza può aiutare l'UE ad assumersi maggiori responsabilità e oneri, riducendo la sua dipendenza dalla NATO e dagli Stati Uniti. Questo aspetto è visto con molto interessa anche a Mosca. Se la coesione occidentale contemporanea dovesse rivelarsi tattica, limitata principalmente alla crisi riguardante l'Ucraina e in ultima analisi di breve durata, allora il mondo si sposterà rapidamente verso un nuovo sistema multipolare in cui gli Stati Uniti e l'Unione Europea costituiranno due diversi centri di potere.

Dunque lo sviluppo di una nuova architettura di sicurezza può essere un processo a lungo termine, che richiede una pianificazione strategica e una cooperazione di diversi anni. Questo approccio può aiutare l'UE ad affrontare i problemi di sicurezza sistemici e ad adattarsi alle mutevoli dinamiche globali che adesso puntano dritto verso il multipolarismo.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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