La NATO si appresta alla "più grande esercitazione aerea di sempre"
di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico
L'Alleanza atlantica (per chi volesse ancora insistere a definire “alleanza” uno schieramento bellicista in cui una potenza detta ordini agli “alleati”) ha annunciato per il prossimo giugno l'inizio delle più estese esercitazioni aeree da quando la NATO è stata creata, nel 1949: le “Air Defender 2023”, che si protrarranno per undici giorni. Ne dà notizia il sito delle Forze armate tedesche che, almeno ufficialmente, dirigerà le manovre, programmate principalmente nei cieli della Germania. Saranno interessate le basi di Jagel e Hohn (Schleswig-Holstein), Wunstorf (Bassa Sassonia), Lechfeld (Baviera), Laage (Meclemburgo-Pomerania occidentale), Spangdahlem (Renania-Palatinato), insieme a quelle di Volkel nei Paesi Bassi e Tsaslav nella Repubblica Ceca.
Vi prenderanno parte oltre 210 aerei da caccia e diecimila uomini da diciotto paesi: Belgio, Bulgaria, Re. Ceca, Slovacchia, USA, Finlandia, Gran Bretagna Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Spagna, Turchia.
La tedesca Die junge Welt mette in rilievo che le manovre avranno epicentro proprio nelle regioni orientali della Germania e, in particolare, che vi prenderanno parte anche F-35 americani, di cui la Bundeswehr intende acquistarne almeno tre decine. Ma, soprattutto, il giornale mette in risalto la portata di queste “esercitazioni”: quando la scorsa estate la Luftwaffe partecipò alle manovre "Pitch Black" in Australia, finora considerate le più estese del genere nella regione Asia-Pacifico, vi furono impegnati circa 2.500 soldati e “appena” un centinaio di aerei.
Secondo la Bundeswehr, scrive ancora Die junge Welt, le "Air Defender 2023" hanno un duplice scopo: si prova il trasferimento più veloce possibile di circa 100 velivoli militari dagli USA all'Europa; da questo punto di vista, le prossime manovre sono in linea con le "Defender Europe", in cui si testa il trasferimento di grandi unità di forze di terra statunitensi verso l'Europa. Se infatti la contrapposizione NATO-Russia dovesse degenerare in conflitto aperto, si dovranno trasferire grandi unità americane sul vecchio continente il più rapidamente possibile. In second'ordine, a detta della Bundeswehr, si testeranno anche operazioni «per difendere lo spazio aereo della NATO».
Come dichiarato dai comandi della Luftwaffe, la Germania sarà chiamata a «svolgere il proprio ruolo di hub di difesa collettiva all'interno dell'Europa»: a detta della Bundeswehr, i relativi compiti logistici dovrebbero essere gestiti in particolare dalla base aerea di Wunstorf in Bassa Sassonia.
Le tre aree tedesche più vaste interessate alle manovre sono quelle di Meclemburgo-Pomerania occidentale, Berlino e parti del Brandeburgo, della Sassonia, oltre, come detto, agli spazi aerei sullo Schleswig-Holstein, Bassa Sassonia, Saarland e su parti della Renania-Palatinato, del Baden-Württemberg e della Baviera, con estese chiusure degli spazi aerei al traffico civile.
Le manovre “Air Defender 2023”, conclude Die junge Welt, hanno indubbi parallelismi con le “Defender Europe”, non ultimo il fatto di vedere la Germania quale asse attorno cui ruota la guerra. Al tempo stesso, non sono esattamente identiche: alle “Defender Europe 2023” saranno interessate diverse regioni europee, ma si svolgeranno in particolare nell'Europa sudorientale, coinvolgendo l'Albania e addirittura il «Kosovo, separato dalla Serbia in oltraggio al diritto internazionale».
Pochi dubbi che con queste manovre, come e forse più che in passato, si intenda lanciare un'aperta sfida alla Russia. Sembra che USA e NATO vogliano dichiarare apertamente di non credere affatto a un qualche effetto pratico della tanto sbandierata “controffensiva” ucraina di primavera e si apprestino a qualche provocazione sui cieli del Baltico: d'altronde, dalla Pomerania, per dire, a Kaliningrad...