La promessa di Netanyahu al Governo Italiano e gli interessi economici dell'aggressione a Gaza

La promessa di Netanyahu al Governo Italiano e gli interessi economici dell'aggressione a Gaza

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di Federico Giusti


Netanyahu ha promesso al Governo Italiano di diventare l' hub energetico per lo smistamento in Europa del gas che Israele invierà attraverso il gasdotto EastMed. E la rilevanza di questo gasdotto è diventata strategica dopo il sabotaggio, per mano occidentale, del gasdotto Nord Stream per costringere la Ue a importare gas liquefatto dagli Stati Uniti. Una doppia strategia quella intrapresa da Usa e Nato, contro la Russia e la economia europea che a seguito della distruzione di Nord Stream subisce un deciso rallentamento.

DA PANGEA:

Sul fronte europeo è stato compiuto, nel settembre 2022, quello che il Wall Street Journal definisce “uno dei più grandi atti di sabotaggio in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale”: gli Stati Uniti, coadiuvati da Norvegia e Polonia, hanno fatto esplodere il Nord Stream, il principale gasdotto che trasportava in Germania e da qui in altri paesi europei gas russo a basso costo. La dinamica di questa azione bellica è stata ricostruita, in base a precise prove, dal giornalista statunitense Seymour Hersh e da una inchiesta tedesca. Il segretario di Stato USA Blinken ha definito il blocco del Nord Stream “una enorme opportunità strategica per gli anni avvenire” e ha sottolineato che “gli Stati Uniti sono divenuti il principale fornitore di gas naturale liquefatto all’Europa”, gas che noi cittadini europei paghiamo molto più di quello che importavamo dalla Russia. Allo stesso tempo gli Stati Uniti stanno scaricando sull’Europa l’enorme costo della guerra NATO in Ucraina contro la Russia. La Commissione Europea sta aprendo la via al prossimo ingresso dell’Ucraina nella UE, con la conseguenza che saremo noi cittadini europei a pagare l’enorme deficit ucraino. Sul fronte mediorientale l’Unione Europea sostiene la guerra con la quale Israele, con alle spalle gli Stati Uniti e la NATO, attacca la Palestina e alimenta un conflitto regionale mirando in particolare all’Iran. L’Italia, che dal 2004 è legata a Israele da un patto militare, ha fornito i caccia su cui si addestrano i piloti israeliani, che bombardano Gaza facendo strage di civili, e sostiene in diversi modi le forze armate israeliane. In compenso il premier Netanyahu ha promesso alla premier Meloni che l’Italia diverrà hub energetico per lo smistamento in Europa del gas che Israele invierà attraverso il gasdotto EastMed. La sezione del giacimento offshore di gas, di cui Israele si attribuisce la proprietà esclusiva, è situata in gran parte nelle acque territoriali del Territorio Palestinese di Gaza e in quello della Cisgiordania. Attraverso il gasdotto EastMed Israele esporterà quindi in Italia e nella UE il gas naturale palestinese di cui si è impadronito con la forza militare.


L'aggressione militare di Gaza è quindi funzionale non solo all'ampliamento dei confini geografici attuali di Israele ma all'insediamento di nuove colonie che decreteranno l'espulsione della popolazione autoctona e non ultimo il controllo e la vendita di gas naturale palestinese. E una volta piegata, se ci riusciranno, la Resistenza palestinese partirà la campagna acquisti per estendere gli accordi di Abramo ad altri paesi del Golfo. 
Un' inchiesta di Fanpage sui rapporti militari tra Italia ed Israele parla di armamenti italiani venduti " per un valore pari a quasi 120 milioni di euro dal 2013 al 2022. Le armi acquistate dall’Italia nello stesso periodo di tempo hanno invece toccato una cifra più che doppia e pari a oltre 250 milioni di euro".

Leggi anche: Quali armi e tecnologie militari italiane sta impiegando Israele nella guerra a Gaza (fanpage.it)


Siamo partiti un ventennio or sono da un semplice accordo bilaterale tra Italia ed Israele sulla previdenza per passare ad un accordo militare ed economico vero e proprio  i Dossier: L’accordo militare tra Italia e Israele (resistenze.org)

La fitta rete di affari si accompagna a rapporti stretti tra i due eserciti, esercitazioni militari congiunte, addestramento e continui scambi di informazioni in materia di sicurezza, il tutto a decretare un giro di affari in aumento negli ultimi anni come analizzato da Antonio Mazzeo nella intervista rilasciata a Fanpage 

Si scopre ad esempio che gli aerei da addestramento dell'esercito israeliano sono prodotti in Italia come anche gli elicotteri impiegati contro i centri abitati della striscia di Gaza , al contempo le importazioni da Israele riguardano  sistemi missilistici e di videosorveglianza (utilizzati anche nell’ambito cosiddetto civile).

LEGGI:

Nuovo accordo di cooperazione militare tra Israele ed Italia (aresdifesa.it)

Armi italiane a Israele, contro legge e trattati / Notizie / Home - Unimondo


Ma i produttori di armi italiani, europei e non (Quali sono i Paesi e le imprese che vendono armi a Israele? (pressenza.com) possono dormire sonni tranquilli, la carneficina del popolo palestinese non ha fatto cambiare idea al Parlamento Europeo che ha approvato a stragrande maggioranza (21 i contrari e 24 gli astenuti) una Risoluzione dal titolo, e contenuti, inequivocabili : "Gli spregevoli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale e la situazione umanitaria a Gaza” con  il solito corollario di luoghi comuni sul “ diritto di Israele all’autodifesa, quale sancito e limitato dal diritto internazionale” . 

Per la Ue Israele è il Paese aggredito e non l'aggressore, può quindi continuare indisturbata la guerra (con le portaerei Usa in copertura) contro il popolo palestinese ma con l'avvertenza di rispettare il "diritto internazionale umanitario”, quel diritto calpestato invece da decenni nelle Nazioni Unite ove la condanna dell'operato di Israele contro la popolazione palestinese è stata bocciata sovente dal veto degli Usa mentre le Risoluzioni approvate invece a favore dei Palestinesi sono rimaste inascoltate. La linea degli Usa è basata sul sostegno pieno a Israele ma stanno lavorando per sostituire ministri di estrema destra con figure “presentabili” nella veste di politici moderati e dialoganti e, al contempo, anche per le proteste interne , l’insediamento coloniale andrà in qualche forma circoscritto se vogliono normalizzare Gaza con una pax imposta dall’Occidente che includa, magari nel ruolo di gendarme,  anche la ormai screditata ANP.

E per capire meglio la posizione europea sostanzialmente filo israeliana, pur preoccupata per le continue e palesi violazioni dei diritti umani, prendiamo in prestito quanto scritto da Amnesty International (Schiaccianti prove di crimini di guerra a Gaza - Amnesty International Italia) e da Giorgio Beretta sulle pagine de Il Manifesto solo pochi giorni or sono:

 i rapporti ufficiali europei certificano che dal 2001 al 2020 i Paesi dell’Unione hanno autorizzato esportazioni di sistemi militari a Israele per oltre 7,7 miliardi di euro, con oltre 636 milioni  nel 2020. Tra gli armamenti esportati nel suddetto ventennio figurano soprattutto navi da guerra (1,6 miliardi), aerei da combattimento (1,2 miliardi), carri armati e veicoli terrestri (1 miliardo) e apparecchiature elettroniche (oltre 520 milioni di euro). Sempre nel ventennio dal 2001 al 2020 i maggiori fornitori europei di armamenti a Israele sono stati la Germania (3 miliardi di euro), la Francia (2,6 miliardi), il Regno Unito (653 milioni) e l’Italia (578 milioni).

Ora si capisce meglio la ragione per la quale in molti paesi Ue si sono represse a manganellate e lacrimogeni le manifestazioni filo palestinesi con arresti di attivisti considerati fiancheggiatori del terrorismo e la introduzione di nuovi reati, dentro i codici penali nazionali, costruiti ad arte per criminalizzare e reprimere ogni forma di dissenso verso le politiche occidentali che si muovono su versanti ideologici e per tutelare interessi economici che calpestano storicamente perfino i diritti umani e civili. La  presunta supremazia etica e morale dell’occidente per quanto vicnente resta una tigre di Carta.

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