La "rivolta dei trattori" e Credit Agricole
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di Alessandro Volpi
La "rivolta dei trattori" contiene tanti elementi insieme, anche contraddittori. Ci sono però dati evidenti che balzano agli occhi sulle difficoltà del mondo agricolo. Uno di questi è rappresentato dalla rapida trasformazione del credito.
Nel giro di pochi anni Credit Agricole si è trasformato da banca "agricola" in un colosso finanziario che detiene il 68% di Amundi, il principale gestore europeo di risparmio, ed ha acquisito pezzi importanti del sistema bancario italiano.
Si è così "specializzata" in finanza diventando sempre meno adatta a coprire le esigenze di un mondo in cui esistono circa 1,3 milioni di imprese con un massimo di 15 dipendenti. In regime di tassi alti, questa discrasia è diventata ancora più evidente e si aggiunge alle difficoltà provenienti da un settore delle sementi che è ormai totalmente monopolizzato da tre-quattro grandi società di matrice totalmente finanziaria. Sul versante dei costi agricoli, la finanza pesa.
Nel giro di pochi anni Credit Agricole si è trasformato da banca "agricola" in un colosso finanziario che detiene il 68% di Amundi, il principale gestore europeo di risparmio, ed ha acquisito pezzi importanti del sistema bancario italiano.
Si è così "specializzata" in finanza diventando sempre meno adatta a coprire le esigenze di un mondo in cui esistono circa 1,3 milioni di imprese con un massimo di 15 dipendenti. In regime di tassi alti, questa discrasia è diventata ancora più evidente e si aggiunge alle difficoltà provenienti da un settore delle sementi che è ormai totalmente monopolizzato da tre-quattro grandi società di matrice totalmente finanziaria. Sul versante dei costi agricoli, la finanza pesa.