La Serbia accusa il “deep state” USA per le proteste di massa
Le recenti manifestazioni in Serbia hanno scatenato un acceso dibattito politico. Dopo mesi di proteste guidate dagli studenti, iniziate a seguito del crollo di una pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso novembre, il vicepremier serbo Aleksandar Vulin ha accusato le agenzie di intelligence occidentali di orchestrare una "rivoluzione colorata" nel Paese.
L'incidente, che ha causato la morte di 15 persone, ha generato indignazione pubblica e portato alle dimissioni di diversi alti funzionari, tra cui il primo ministro Milos Vucevic. Le proteste, culminate il 15 marzo con una delle manifestazioni più imponenti della storia recente serba, hanno posto al centro del dibattito la necessità di riforme governative. Vulin ha dichiarato all’agenzia TASS che le rivolte sarebbero state organizzate dal "deep state" statunitense e dai servizi segreti europei con l'obiettivo di rovesciare il governo serbo e insediare leader più favorevoli agli interessi occidentali.
Ha inoltre collegato questi eventi alla recente condanna di Milorad Dodik, leader della Republika Srpska, sostenendo che si tratti di un attacco coordinato contro la Serbia. Le accuse di interferenze straniere sono state rilanciate anche dal presidente Aleksandar Vucic, che ha promesso di resistere a qualsiasi tentativo di destabilizzazione.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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https://tass.com/world/1932697