La sorprendente ascesa di Alternativa per la Germania

The Economist racconta le ultime evoluzioni politiche in Sassonia e negli altri Stati tedeschi

2008
La sorprendente ascesa di Alternativa per la Germania

Fin dalla riunificazione del 1990, la Sassonia è stata la più grande storia di successo della ex Germania delll’Est. Diventando da allora uno dei 16 stati federali della Germania, essa è stata governata ininterrottamente dal centro-destra Cristiano-Democratico (CDU). Il suo sistema educativo è considerato il migliore della Germania. La sua economia è fiorente, con distretti regionali di livello globale nell’high-tech e nella produzione di automobili. Perciò non è mai stato in dubbio che Stanislaw Tillich, il sobrio e popolare premier della Sassonia, del CDU, sarebbe rimasto in carica dopo le elezioni locali del 31 agosto. Il suo partito ha guadagnato più voti che i tre partiti di sinistra messi insieme. Con il 39,4% dei voti, Tillich ha ottenuto la vittoria.
 
E nonostante questo, il risultato della CDU è stato il peggiore mai registrato in Sassonia, ed ha causato preoccupazioni per l’approssimarsi delle elezioni del 14 settembre in Turingia e Brandeburgo, anch’essi Stati dell’ex Germania Est. Anche la sinistra dei Socialdemocratici (SPD) e dei Verdi ecologisti ha dei buoni motivi per preoccuparsi. Hanno tutti fatto peggio di quanto si aspettassero, in gran parte perché hanno perso voti a favore del partito populista alla destra della CDU: Alternativa per la Germania, guidata da Frauke Petry (nella foto).
  
Fondato l’anno scorso, Alternativa per la Germania ha esordito con una sola linea politica: la richiesta di uno smantellamento ordinato dell’euro come area valutaria. A questo si sono poi aggiunte altre posizioni conservatrici, tra cui l’opposizione al deficit pubblico e ai matrimoni gay. Per certi versi assomiglia al Tea Party americano. In Sassonia, dove è più forte, ha puntato sempre di più sull’inasprimento dei controlli all’immigrazione e sulla criminalità transfrontaliera, spesso con posizioni xenofobe.
  
Sebbene ancora confuso nell’organizzazione e in fase di evoluzione ideologica — per esempio, nel partito si discute se criticare Vladimir Putin o coccolarlo — Alternativa per la Germania sta avendo una crescita sorprendentemente veloce. Lo scorso settembre è arrivato vicino all’ingresso nel parlamento federale  e a maggio è riuscito ad entrare nel Parlamento Europeo. Con il 9,7% dei voti in Sassonia, entra adesso per la prima volta nel parlamento di uno degli Stati. Spera di riuscire a fare altrettanto in Turingia e a Brandeburgo.
 
Il successo del nuovo partito sta sconvolgendo il panorama politico tedesco, accelerando l’implosione dell’unico partito liberale, il Free Democrats (FDP). Con solo il 3,8% dei voti in Sassonia, l’FDP non è riuscito a raggiungere la soglia del 5%, necessaria per entrare nel parlamento, ed è rimasto escluso, come era già successo in altri 7 Stati dal 2011 e nella Bundestag [il parlamento nazionale, NdT] lo scorso anno. Per la prima volta dal 1946, l’FDP non è rappresentato in alcuno degli Stati né nel governo federale. Questo ha eliminato i liberali in quanto partner di coalizione della CDU, in modo forse permanente.
  
Un effetto collaterale più positivo dell’ascesa di Alternativa per la Germania è che ha cannibalizzato l’NPD, un partito neo-nazista. (Una proposta di bandirlo è ora davanti alla Corte Suprema Tedesca.) Circa 13.000 dei suoi elettori hanno votato Alternativa per la Germania, determinando la caduta del NPD sotto la soglia necessaria per entrare nel parlamento sassone, per 809 voti. Dopo questa sconfitta, ora l’NPD ha seggi solo in un altro Stato e potrebbe scomparire, anche senza essere ufficialmente bandito.
  
La CDU per ora ha escluso di considerare una coalizione con Alternativa per la Germania. Guidata a livello nazionale dalla cancelliera Angela Merkel, la CDU è pro-europea e pro-euro, e talmente moderata da risultare per molti elettori indistinguibile dall’SPD, con il quale governa in una “grande coalizione” nella Bundestag. Il primo settembre la Merkel, Tillitch e i leader della CDU in Turingia e a Brandeburgo hanno affermato che qualsiasi discussione con Alternativa per la Germania è un tabù. Tillitch proverà a formare una coalizione con l’SPD o con i Verdi.
  
Ignorare Alternativa per la Germania non elimina il problema per la CDU. Infatti, Alternativa per la Germania è diventata per la destra ciò che Die Linke è per la sinistra. Discesa dal Partito Comunista della Germania dell’Est e riconciliata con il sistema capitalista tedesco e i suoi alleati occidentali, Die Linke rimane forte negli Stati dell’ex Germania Est. In Sassonia è arrivata seconda con il 18,9% dei voti. L’SPD, che in confronto risulta più moderato, ha finora escluso di potersi alleare con Die Linke nella Bundestag (ma governano assieme a Brandeburgo). Tuttavia la loro competizione spacca il voto a sinistra e spesso porta a delle improduttive guerre ideologiche per la spartizione dei voti.
  
Alternativa per la Germania giocherà sempre di più questo stesso ruolo a destra, contrapponendosi alla CDU. Il primo settembre la Merkel ha suggerito che, invece di negoziare con Alternativa per la Germania, la CDU deve iniziare a curarsi delle preoccupazioni, siano esse razionali o meno, dei propri sostenitori. Queste spaziano dalla paura per la criminalità nelle regioni al confine con la Repubblica Ceca e la Polonia, all’isteria sul “turismo del welfare” da parte degli stranieri. Alternativa per la Germania sarà tanto più penetrante e più forte quanto più le notizie sulla crisi dell’euro torneranno sulle prime pagine dei giornali. Questo restringerà lo spazio di manovra della cancelliera Merkel per concordare nuovi pacchetti di aiuti, nonché per allentare la stretta dell’austerità.


Per la traduzione dell'articolo dell'Economist si ringrazia Voci dall'estero

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