La strategia Usa in Medioriente: perché Israele sta (realmente) provocando l'Iran?
di Francesco Corrado
In questi giorni abbiamo assistito ad un'escalation di atti di guerra da parte di Israele contro l'Iran ed i suoi alleati nella regione. L'omicidio di Ismail Hanyeh, uno dei capi moderati di Hamas, avvenuto a Teheran, in Iran, ha colpito un dirigente deputato alle trattative per la pace, mettendo in chiaro che Israele non vuole nessuna pace, inoltre l'attacco è avvenuto in Iran violandone la sovranità e commettendo un ennesimo atto illegale oltre che atto di guerra.
Poi l'attacco contro Fuad Shukr, dirigente di Hezbollah, per uccidere il quale, in uno dei quartieri più popolosi di Beirut, sono stati ferite oltre 300 persone più qualche decina di morti, tutti civili ovviamente. L'atto è stato rivendicato da Israele come risposta al presunto attacco di Hezbollah che ha causato la morte, nel famoso campo di calcetto, dei bambini drusi. Che Israele viva di menzogne è arcinoto ma questa è proprio difficile da mandare giù. I drusi vivono in Libano e in Siria e mai Hezbollah ha attaccato i drusi. Mentre la comunità drusa colpita non apprezza affatto la condizione di popolazione occupata da Israele: hanno rifiutato di servire nelle forze armate e non sono cittadini israeliani. Sono solo scuse.
Di fatto Israele sta aumentando la tensione e ha tutta l'intenzione di allargare la guerra a tutto il Medioriente. Questi atti arrivano subito dopo il ritorno di Natanyahu dalla passerella al Congresso USA dove, per tutto il discorso che ha tenuto, non ha fatto altro che unire il proprio destino a quello degli USA ed in cui ha chiesto strumenti per finire il lavoro, contro l'Iran: quindi soldi, armi e protezione politica.
Cosa abbia ottenuto dal governo USA non è chiaro, ma è chiara la visione della guerra che Netanyahu ha: colpire l'Iran per spezzare il lavoro dei BRICS.
L'inimicizia che ha diviso i sunniti e gli sciiti ed alimentata ad arte dagli USA sta venendo meno. L'Iran, l'Egitto e gli Emirati Arabi Uniti sono già entrati nei BRICS mentre l'Arabia Saudita e la Turchia stanno entrando nei BRICS. Questo è un cambiamento politico di portata enorme e spezzerebbe l'egemonia USA in Medioriente.
Quale piano sta maturando Bibi? Quello di attaccare direttamente l'Iran per trascinarlo in una guerra che Israele non potrebbe combattere se non con l'aiuto degli USA. Già adesso per il conflitto con un'organizzazione militarmente ridicola, in termini di mezzi ed addestramento, come la resistenza palestinese, Israele ha avuto continuo bisogno di crediti (i soli USA 18 miliardi) appoggio politico (veti al consiglio di sicurezza ONU), ma soprattutto aiuti militari. Quando l'Iran rispose all'attacco di Israele al proprio consolato di Beirut, ad aiutare Israele ad abbattere i missili iraniani, ci si misero nell'ordine: USA, GB, Francia, Arabia e Giordania.
Israele, da solo, non è in grado di affrontare nemmeno Hezbollah. Varie simulazioni condotte dall'esercito israeliano hanno messo in chiaro che Israele soccomberebbe ad una guerra contro l'Iran, per questo Bibi è andato al Congresso USA con richieste di aiuti massicci. Nel caso di guerra all'Iran avrebbe bisogno dell'esercito USA, non di meno.
Come si manifesterebbe un conflitto tra USA e Israele contro l'Iran, Hezbollah e lo Yemen? L'Iran dovrebbe colpire non solo Israele ma anche le basi USA nella regione quindi dovrebbe attaccare l'Arabia e la Giordania. Questo metterebbe l'Iran di nuovo in conflitto con i paesi arabi. Spezzando l'unità di intenti dei BRICS nella regione. Questo è il calcolo. Far si che si possa sostituire alla via della seta il corridoio commerciale che metterebbe dentro Israele. Via i BRICS e alleanza di Abramo di cui ha vaneggiato Bibi al parlamento USA.
Ma è un calcolo corretto? Ora che, grazie alla Cina, c'è stata la ripresa dei rapporti tra Arabia ed Iran le cose stanno andando verso una sempre maggiore collaborazione. Ci staranno i paesi arabi a rimettere in discussione la pace e la cooperazione per sprofondare in una guerra? Sapendo poi che l'Iran sarebbe appoggiato dalla Russia? Ci sono dei dubbi, che però non sfiorano affatto Bibi Netanyahu.
Mistero poi sulla posizione assunta dalla Turchia. Erdogan, a parole, è molto bellicoso nei confronti di Israele, ma finora si è rivelato essere un cane che abbaia e non morde, anzi collabora attivamente con lo stato ebraico.
Il futuro è denso di minacce alla pace. Se il teatro bellico ucraino è oggettivamente da considerare periferico, quello mediorientale è invece centrale per il conflitto che oppone i paesi occidentali del G7 ai paesi BRICS i quali non solo surclassano i paesi occidentali in termini di popolazione ma anche di prodotto interno lordo.