La violenza di Schrodinger
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La violenza va condannata.
Bisogna però condannare tutte le forme di violenza.
Se ci si limita a condannarla solo quando non è quella di Governo – anche quando lo è – allora abbiamo un problema.
Perché non si può fare a meno di notare che mentre le forze dell’ordine erano intente a picchiare manifestanti pacifici e inermi, tra cui molte donne e anziani, le stesse permettevano ai militanti di Forza Nuova - che conoscono molto bene - di arrivare indisturbati sotto e dentro la sede della CGIL.
Questo perché si tratta di una realtà funzionale al mantenimento dello status quo. Molto probabilmente pagata anche in pregiata valuta estera, come le sterline.
Lasciata agire indisturbata – guarda caso – a ridosso dell’inizio degli scioperi nazionali per l’entrata in vigore dell’infame lasciapassare verde.
Non ci si può esimere dal condannare anche la violenza dei sindacati confederati – due facce, insieme agli assaltatori, della stessa medaglia - che da anni lavorano contro gli interessi dei lavoratori.
Sindacati a cui il migliore augurio che si possa fare è che tutti i loro – sempre meno numerosi - iscritti straccino definitivamente la tessera di appartenenza.
Quegli stessi sindacati che non hanno mosso un dito contro la vergogna del green pass e che anzi, a ben vedere, lo hanno appoggiato.
Non ci si deve soprattutto esimere dal condannare la forma di violenza più pericolosa e pervasiva. Cioè quella governativa.
Quella violenza che da decenni è rivolta contro i diritti dei lavoratori e contro i diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione.
Quella violenza che in barba a tutto – Costituzione, evidenze scientifiche e buonsenso – priverà dal 15 ottobre milioni di lavoratori italiani del loro diritto più sacro, quello al lavoro. E quindi del salario con cui vivere (a malapena sopravvivere in molti casi, purtroppo).
Perché indignarsi solo per alcune forme di violenza vuol dire essere ipocriti. O peggio.
Perché se vogliamo tornare a combattere la lotta di classe – e non limitarci solo a perderla senza più combatterla – forse si dovrà mettere in conto anche che il livello dello scontro si alzi.
Perché se davanti alla violenza governativa si fa finta di niente, in fin dei conti di quella violenza si diventa complici.
Dal 15 ottobre sarà necessario un lasciapassare governativo per accedere al proprio posto di lavoro.
Non accadeva, in Italia, dal 1938.
«Non sei mica fascista? – mi disse. Era seria e rideva.
Le presi la mano e sbuffai. – Lo siamo tutti, cara Cate, – dissi piano – Se non lo fossimo, dovremmo rivoltarci, tirare le bombe, rischiare la pelle. Chi lascia fare e s’accontenta, è già un fascista»*.
[* Cesare Pavese - La casa in collina]