L'Argentina di Milei e il "disaccoppiamento con la Cina"

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L'Argentina di Milei e il "disaccoppiamento con la Cina"

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di Fabrizio Verde


L’Argentina, un paese con un ricco patrimonio culturale e una storia di volatilità politica ed economica causata principalmente da sciagurate politiche neoliberiste ciclicamente applicate, ha assistito all’ascesa di una figura che si definisce non convenzionale ma che in realtà rappresenta il vecchio neoliberismo nella sua versione più estrema: Javier Milei.

Conosciuto per il suo fanatismo libertario/liberista e la sua retorica violenta e condita di improperi, la vittoria di Milei alle elezioni presidenziali nel ballottaggio contro il peronista Sergio Massa ha portato nuove prospettive e sfide per la nazione latinoamericana, in particolare nel suo rapporto con la Cina.

La vittoria elettorale di Milei arriva in un momento in cui l’Argentina sta cercando di rafforzare i suoi legami economici con la Cina. Essendo uno dei principali partner commerciali dell'Argentina, la Cina ha investito in vari settori dell'economia del paese, dai progetti infrastrutturali all'agricoltura e alla tecnologia. Tuttavia, l’ideologia libertaria di Milei, che estremizza i principi del libero mercato, potrebbe rappresentare una potenziale sfida al rapporto esistente tra le due nazioni. La sua opposizione all’intervento statale e la sua volontà di provvedere alla deregolamentazione e alla privatizzazione selvaggia potrebbero potenzialmente avere un impatto sui progetti di investimento in corso tra Argentina e Cina, poiché metterebbe in discussione il ruolo dello Stato negli affari economici.

Inoltre, l’agenda politica di Milei potrebbe anche influenzare l’atteggiamento nei confronti degli investimenti cinesi in Argentina. Mentre il coinvolgimento della Cina nell’economia del paese è visto da molti come un’opportunità di crescita e sviluppo, la posizione di Milei potrebbe cambiare questa percezione. Alcuni osservatori sostengono che la sua ideologia di intervento statale ridotto ai minimi termini potrebbe portare a riconsiderare la partnership con la Cina, poiché potrebbe mettere in discussione le normative sugli investimenti cinesi. Questo potrebbe potenzialmente creare un’atmosfera di incertezza e disagio per gli investitori cinesi in Argentina.

In ogni caso, la Cina si è congratulata con l'Argentina per il corretto svolgimento delle elezioni e con Milei per essere stato eletto presidente dell'Argentina, come reso noto dalla portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, durante il briefing stampa della giornata di lunedì. Secondo Mao, le relazioni Cina-Argentina hanno mostrato un solido slancio di sviluppo e hanno portato benefici tangibili ai due popoli.

La Cina attribuisce sempre importanza allo sviluppo delle relazioni bilaterali in una prospettiva strategica e a lungo termine ed è pronta a lavorare con l'Argentina per continuare l'amicizia, dare impulso allo sviluppo e alla rivitalizzazione reciproca attraverso la cooperazione win-win, promuovere lo sviluppo costante e a lungo termine dei legami bilaterali e portare maggiori benefici ai due popoli, ha dichiarato Mao. Mentre Pechino ha rilasciato una dichiarazione corretta e positiva sulla vittoria presidenziale di Milei, alcuni osservatori cinesi hanno invitato il presidente eletto a preservare l'amicizia a lungo termine e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa con la Cina, soprattutto perché dovrà affrontare sfide enormi.

Milei dovrà fare i conti con le casse vuote del governo e della banca centrale, con un programma di debito scricchiolante da 44 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale, con un'inflazione vicina al 150% e con una serie vertiginosa di controlli sui capitali, secondo quanto afferma l’agenzia Reuters.

"Il modello di decadenza è giunto alla fine, non si può tornare indietro", ha detto Milei in un discorso di sfida dopo il risultato, pur riconoscendo le sfide che lo attendono.

Secondo quanto riportato dai media in campagna elettorale, Milei ha dichiarato di "non voler fare affari con i Paesi comunisti" e di voler interrompere le relazioni con la Cina a favore di legami con "la parte civilizzata" del mondo, con riferimento a Stati Uniti e campo occidentale.

Tuttavia, è importante notare che la vittoria di Milei non significa necessariamente un cambiamento immediato nelle relazioni dell'Argentina con la Cina. Le attuali dinamiche economiche e geopolitiche, unite alle complessità della diplomazia internazionale, rendono difficile alterare unilateralmente il corso delle partnership consolidate. Considerando l’obiettivo dichiarato di Milei di far uscire l'Argentina dal suo malessere economico, il Paese non può abbandonare i suoi principali partner commerciali - Brasile e Cina, ha dichiarato al Global Times Wang Youming, direttore dell'Istituto dei Paesi in via di sviluppo presso il China Institute of International Studies di Pechino, citando il fatto che la Cina è il secondo partner commerciale dell'Argentina e il maggior acquirente di prodotti agricoli.

In ogni caso, la vittoria di Javier Milei alle presidenziali solleva interrogativi sulle future relazioni dell’Argentina con la Cina. Sebbene i suoi principi libertari possano mettere in discussione il partenariato economico esistente, bisogna riconoscere che le complessità delle relazioni internazionali probabilmente ne attenueranno gli effetti immediati. Il tempo dirà come le idee e l’agenda politica di Milei influenzeranno le relazioni dell’Argentina con la Cina e se alla fine porteranno effettivamente a una rivalutazione radicale dei loro legami economici.


Disaccoppiamento difficile nonostante Milei

Cina e Argentina hanno favorito una solida relazione economica che si è rivelata reciprocamente vantaggiosa per entrambi i paesi. Nel corso degli anni, la Cina è diventata il principale partner commerciale dell’Argentina e un importante investitore nella sua economia. Questo partenariato economico è fiorito grazie alla complementarità delle rispettive risorse e alla crescente domanda da parte della Cina di materie prime argentine. Pertanto, è improbabile che il disaccoppiamento, o la rottura di questi legami economici, sia possibile, poiché entrambi i paesi dipendono fortemente l’uno dall’altro per il commercio e gli investimenti.

In primo luogo, la crescente domanda di materie prime da parte della Cina rappresenta una significativa opportunità per l'Argentina, che è ricca di risorse naturali. L’Argentina è nota per le sue abbondanti riserve di soia, mais, carne bovina e altri prodotti agricoli, divenuti cruciali per la popolazione cinese. L’economia cinese fa molto affidamento su queste importazioni per sostenere i propri bisogni e garantire la sicurezza alimentare alla sua popolazione. Pertanto, il disaccoppiamento significherebbe trovare fornitori alternativi, che potrebbero non essere prontamente disponibili o economicamente vantaggiosi per la Cina. Allo stesso modo, l’Argentina fa affidamento sulla Cina come mercato principale per le sue esportazioni, che costituisce una parte sostanziale del suo PIL. La rottura di questi legami economici comporterebbe una perdita significativa per l’economia argentina e la sua popolazione.

In secondo luogo, gli investimenti della Cina in Argentina hanno svolto un ruolo fondamentale nello stimolare la crescita e lo sviluppo economico del paese. La Cina ha investito molto in progetti infrastrutturali, tra cui energia, trasporti e telecomunicazioni. Questi investimenti non solo hanno creato posti di lavoro e migliorato il tenore di vita della popolazione argentina, ma hanno anche rafforzato la capacità produttiva del paese. Il disaccoppiamento significherebbe la perdita di questi flussi di investimento critici, il che ostacolerebbe la capacità dell’Argentina di modernizzare le proprie infrastrutture e competere nel mercato globale.

Inoltre, la relazione bilaterale tra Cina e Argentina va oltre il commercio e gli investimenti. Le due nazioni hanno stabilito rapporti diplomatici basati su interessi politici condivisi e cooperazione su varie questioni globali. Hanno collaborato in forum internazionali, come le Nazioni Unite, su questioni come il cambiamento climatico e la riforma della governance globale. Questa relazione diplomatica rafforza ulteriormente i loro legami economici, poiché fornisce un ambiente favorevole per impegnarsi in negoziati commerciali e risolvere eventuali controversie. Il disaccoppiamento non solo interromperebbe i flussi economici, ma danneggerebbe anche le loro relazioni diplomatiche, che sono state cruciali per promuovere i loro reciproci interessi a livello globale. Ma probabilmente non sarà questo a frenare il fanatico Javier Milei, sensibile esclusivamente alle ripercussioni a livello economico.

Infine, i fattori geopolitici svolgono un ruolo significativo nel mantenimento dei legami economici tra Cina e Argentina. L’influenza globale della Cina è in costante aumento e ha perseguito attivamente partenariati con paesi di tutto il mondo per migliorare la propria presenza geopolitica e il proprio vantaggio competitivo. La posizione strategica dell'Argentina in America Latina è vantaggiosa per l'espansione della Cina nella regione e funge da ponte per l'accesso ad altri paesi vicini. Questo posizionamento geopolitico rafforzato fornisce stabilità e sicurezza alle loro relazioni economiche. Di conseguenza, il disaccoppiamento non solo danneggerebbe i piani di espansione regionale della Cina, ma metterebbe anche a repentaglio la stabilità dell’economia dell’America Latina.

Wang Youming ha affermato che alcune dichiarazioni dal tono bellico di Milei erano forse solo retorica da campagna elettorale per attirare l'attenzione e che, come nuovo leader del grande Paese latinoamericano, Milei si renderà conto che è davvero complicato rinunciare all’aiuto della Cina, un grande mercato e un grande acquirente, nonché un grande Paese con abbondanti riserve di valuta estera.

Yuan Dongzhen, vicedirettore dell'Istituto latinoamericano dell'Accademia cinese delle scienze sociali, condivide un'opinione simile. Ha sottolineato che è impossibile per l'Argentina sganciarsi dalla Cina, ma gli scambi bilaterali potrebbero entrare in un periodo di prova dopo l'insediamento del politico di estrema destra.

Alcuni esperti hanno avvertito che è l'Argentina che potrebbe perdere se il nuovo governo vuole che la Cina esca dal suo mercato.

"Credo che non ci sarà una grave battuta d'arresto nei legami bilaterali, ma ci saranno sicuramente alcuni ostacoli lungo la strada, e non sarà così facile come durante il governo di sinistra", ha osservato Wang.

Dunque, i legami economici tra Cina e Argentina sono diventati profondamente radicati e reciprocamente vantaggiosi, rendendo il disaccoppiamento uno scenario improbabile. La complementarità delle risorse, gli investimenti della Cina in Argentina e i fattori geopolitici contribuiscono tutti allo stretto legame tra queste due nazioni. La rottura di questi legami avrebbe conseguenze economiche, diplomatiche e geopolitiche significative per entrambe le parti. Sebbene possano sorgere sfide all’interno di questa relazione, l’interconnessione complessiva tra Cina e Argentina rende il disaccoppiamento un risultato molto costoso e complicato. Ma se Javier Milei, come da lui stesso annunciato, andrà configurandosi come un novello Zelensky in salsa latinoamericana sarà pronto a sacrificare il popolo argentino sull’altare degli interessi di Washington, pur di unirsi alla crociata statunitense contro Cina, Russia e nuovo mondo multipolare.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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