L'assurda gestione del "rave party" ha un secondo fine?
"Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, segue costantemente l'evolversi della situazione nella provincia di Viterbo” (…) Lo riferiscono fonti del Viminale, precisando che "le forze di polizia, nella consapevolezza anche delle gravi preoccupazioni delle comunità locali, stanno lavorando con grande senso di responsabilità ed equilibrio per ripristinare la legalità nel più breve tempo possibile. È necessario lasciar operare le autorità provinciali di pubblica di sicurezza secondo la loro specifica competenza tecnica, professionalità ed esperienza".
Ci riferiamo al famigerato rave party intorno al lago di Mezzano nel viterbese. Cinque giorni fa, quando è cominciato c’erano quattro gatti. Ora dopo gli innumerevoli articoli e dichiarazioni di condanna, i partecipanti sono diventati migliaia. E serviranno a giustificare l’”aumento dei contagi” e, quindi, il lockdown già in programma per settembre per far vaccinare tutti (inclusi i bambini) contro il Covid. E, magari, se verrà spintonato qualche giornalista andato lì a farsi martirizzare, si imporrà pure un inasprimento dello stato di emergenza.
Intanto i giornali ci informano che Il rave party dovrebbe durare fino al 23 agosto e che “le forze di polizia (…) non sono intervenute convinte che la soluzione condivisa sia la più auspicabile per preservare la sicurezza e l’ordine pubblico.” Fosse stata una manifestazione di lavoratori contro la macelleria sociale del governo Draghi o una sull’emergenza Covid, come quella dei commercianti e ristoratori davanti al parlamento, sarebbe già finita a manganellate.