Le ambiguità del pontificato di papa Bergoglio

751
Le ambiguità del pontificato di papa Bergoglio

 

di Alessandra Ciattini

Papa Bergoglio un rivoluzionario o un conservatore mascherato? Né l’uno né l’altro: un papa può “salvare la Chiesa” spesso accettando compromessi più apparenti che sostanziali.

In questi giorni, ho letto molti articoli e ascoltato molte interviste di autori non solo italiani sulla figura di Papa Bergoglio e sono rimasta sorpresa per la quasi generalizzata accettazione della retorica enfatica con cui è stata affrontata la scomparsa di quest’ultimo papa, che certo si è distinto nello stile e nel gesto dai molti suoi predecessori. Lungi da me voler mostrare mancanza di rispetto verso il sentimento religioso, parte intima e nascosta degli esseri umani, legata alla nostra consustanziale precarietà, al senso della morte e del nulla, ma è bene ricordare che una cosa è questo sentimento, una cosa è l’uso che ne fanno le varie istituzioni storiche, che con atteggiamenti spesso divisivi e contraddittori lo hanno veicolato verso la sottomissione, la rassegnazione, alimentando sogni di speranze nebulose e astratte.

Nel caso della Chiesa cattolica, ricordo che si tratta di un’istituzione, che nonostante i suoi tentativi di modernizzarsi e di democratizzarsi (per es. il Concilio Vaticano II), possiede un cuore tutto medioevale; infatti, è retta da una monarchia sacra e assoluta, che si incarna nella figura di un pontefice reso infallibile, quando parla ex cathedra, da un apposito dogma (Pastor Aeternus), sostenuto dai Gesuiti, proclamato nel Concilio Vaticano I il 18 luglio 1870 sotto il Pontificato di Pio IX, che in precedenza aveva emanato il dogma dell’Immacolata Concezione. La Costituzione dogmatica su citata stabilisce che il pontefice, nella funzione di Pastore di tutti i cristiani, quando definisce una dottrina sulla fede e sui costumi, è infallibile e pertanto tutti i fedeli sono obbligati a conformarsi a quanto da lui affermato. Una minoranza di cardinali, convocati per il Concilio e provenienti dall’Europa centrale, non fu d’accordo con questa decisione e lasciò Roma per non votare. Combattivo sostenitore dell’abrogazione di questo dogma è stato il teologo svizzero Hans Küng, morto nel 2021, cui nel 1979 la Congregazione per la dottrina per la fede proibì di insegnare teologia, il quale criticò fortemente papa Wojtyla per molte ragioni, tra le quali la politica spensierata della canonizzazioni e gli interventi repressivi. Da non dimenticare nemmeno che la Chiesa cattolica è il maggior proprietario terriero al mondo.

Nonostante gli organi del Vaticano affermino che i cattolici nel mondo sono cresciuti, sia pure di poco (1,15% dal 2022 al 2023), molti studi mostrano la diminuzione degli affiliati al cattolicesimo, soprattutto in Europa, e sottolineano soprattutto l’abbandono delle pratiche religiose; fenomeno che ha trasformato le chiese, i conventi, gli oratori in edifici vuoti (solo il 19% dei fedeli sarebbe praticante in Italia). Invece, l’Islam è in crescita per il tasso più alto di natalità dei paesi in cui è radicato. Molteplici sono le ragioni di questo calo: la decrescita demografica in certi continenti, il sorgere di forme religiose e filosofiche edonistiche più attraenti (new age, pentecostalismo, tendenze orientaleggianti), la secolarizzazione, i vari scandali prodottisi in seno alla Chiesa, anche durante il pontificato di Bergoglio, come corruzione e pedofilia etc.

Tutti problemi cui si è trovato di fronte il papa recentemente scomparso e a cui ha cercato di reagire per mantenere salda un’istituzione millenaria, oscillando tra posizioni ambigue e contraddittorie e cercando di non scontentare né i suoi amici né i suoi nemici. Non sempre riuscendo nello scopo, si pensi alle reazioni di Zelensky quando invitò l’Ucraina alla resa e all’innalzamento della bandiera bianca.

Per facilitare il lettore nella lettura del mio articolo, anticipo brevemente le due diverse tesi che sosterrò, ovviamente cercando ci argomentarle, evitando di fare di Bergoglio una specie di Che Guevara post litteram, da un lato, di un papa dall’apparenza progressista, ma occultamente reazionario dall’altro.

A mio parere Bergoglio non è stato né l’uno né l’altro, e non solo perché essendo papa non poteva mettere radicalmente in questione il potere temporale e spirituale della Chiesa, ma anche perché, benché gesuita e intellettuale organico alla sua istituzione, non è stato mai veramente all’altezza della situazione assolutamente difficile e complessa inerente alla tortuosa fase di transizione conflittuale che stiamo vivendo. Anche la Chiesa ha sofferto del declino intellettuale e culturale che ha investito e sta travolgendo la nostra civiltà. D’altra parte, nonostante le sue encicliche abbiamo giustamente colpito anche il mondo non religioso per i loro contenuti fortemente critici verso le guerre, il sottosviluppo dovuto all’indebitamento, la spaventosa crescita delle disuguaglianze, per le loro aperture verso i migranti, verso le minoranze sessuali, verso il laicato, verso le donne etc., non si sono mai concretate in nulla di fatto e d’altra parte non lo potevano. E questo per la semplice ragione teologica, che sfugge ai più, che per es. le encicliche rappresentano sicuramente importanti documenti dottrinari, ma non essendo pronunciate "ex cathedra" come le definizioni dogmatiche, non implicano l'infallibilità di chi le proclama. Pertanto, i loro contenuti, i loro inviti, le loro sollecitazioni non debbono essere rispettati in maniera obbligatoria dai fedeli e perciò costituiscono una manifestazione di moralismo, ossia di quell’atteggiamento che evoca principi astratti e preconcetti senza porsi il problema delle modalità concrete della loro attuazione.

Accanto a questa motivazione formale ve n’è un’altra più sostanziale: come mostrerò più avanti con maggiori dettagli Bergoglio è sempre rimasto all’interno della Dottrina sociale della Chiesa, sorta per contrapporsi al socialismo e al capitalismo sfrenato, il cui nucleo sta nell’Enciclica Rerum Novarum promulgata nel 1891 da Leone XIII. E qui c’è un punto di fondamentale importanza da comprendere: la Dottrina sociale della Chiesa, che riconosce la proprietà privata inerente all’individuo, non può essere abbandonata per la semplice ragione che essa costituisce dalla fine dell’Ottocento l’asse portante dell’esistenza della Chiesa stessa, dopo che essa per secoli si era retta sul controverso predominio del potere spirituale su quello temporale, che tanti conflitti ha suscitato. Da questa considerazione, a mio parere, deriva il seguente ragionamento: un papa radicalmente riformatore non potrà mai esserci, perché se optasse per una vera riforma (quindi radicale) metterebbe a repentaglio la stessa sopravvivenza dell’istituzione che dovrebbe tutelare. Per questa ragione, con il suo stile e la sua sensibilità, ogni papa non può che scegliere il pieno sostegno a un sistema di potere anche inumano (vedi la dittatura militare argentina) oppure, se incerto e travagliato, deve barcamenarsi tra le varie tendenze e forze politiche, facendo contenta una volta una parte e una volta un’altra. Per esempio, criticando la Nato e al contempo ricevendo Joe Biden, principale responsabile del suicido ucraino, per discutere di pace e di diritti umani, il quale gli ha conferito la Medaglia per la libertà. In questi diversi atteggiamenti è sostenuto dalla natura necessariamente interclassista della Chiesa cattolica, che -come giustamente scriveva Antonio Gramsci- contiene in sé forme religiose diverse, ognuna diretta ad un determinato strato sociale.

Ho menzionato la dittatura militare argentina solo per ricordare, senza entrare nei dettagli riguardanti lo stesso papa al tempo provinciale dei Gesuiti e ostile alla Teologia della liberazione, che la Chiesa non è stata solo a guardare, ma in alcuni casi ha partecipato direttamente alla violenta repressione come nel caso di Christian Von Wernick, cappellano della polizia di Buenos Aires, condannato all’ergastolo per crimini di lesa umanità. 

Dal contegno a mio parere ambiguo di questo papa, che la Chiesa ha spesso impiegato per garantire la sua millenaria sopravvivenza, nasce anche il cedimento probabilmente inconsapevole alla società dello spettacolo manifestatosi in tutte le sue attività pubbliche trasmesse in mondovisione, nel tentativo di mantenere vivi sentimenti, convinzioni, comportamenti spesso in contraddizione sia con gli aspetti più negativi che con quelli più positivi del mondo contemporaneo. Con il suo fare bonario e modesto Bergoglio è riuscito ad attrarre le folle, digiune delle questioni teologiche e non sempre informate sulla storia della Chiesa, che vedevano in lui una figura rassicurante in un mondo che non offre più punti di riferimento autorevoli e rispettabili, sperando di trovare nelle sue parole una via di uscita da una realtà alienante e invivibile. Del resto, la teatralità è consustanziale alla ritualità cattolica e le consente di presentare ogni attività religiosa come il dispiegamento di una coralità collettiva, che sfuma le differenze di status tra i fedeli.

Per spiegare meglio il mio pensiero, ispirato unicamente da un atteggiamento realistico, analizzerò  la dichiarazione Fiducia supplicans del Dicastero della Dottrina per la fede (18.12.2023), con la quale papa Bergoglio ha reso possibile la benedizione delle coppie omosessuali. Si tratta di una sofisticheria teologica, direbbe Marx, per di più estremamente sottile, ma non certo per mia decisione, dato che è inerente al tema che stiamo trattando.

Come scrive il teologo Oliviero Svanera questa decisione papale non implica uno sviluppo dottrinale, ma uno sviluppo pastorale, nel senso che la dottrina cattolica del matrimonio non viene modificata. Infatti, aggiunge il docente di Teologia familiare: “Con la benedizione riguardante le coppie omosessuali siamo davanti a un’altra situazione “irregolare” (oltre a quella dei divorziati) e allora… è possibile anche qui impartire la benedizione e ciò «senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio»”.

Mi si dirà che il popolo di Dio non coglie queste sfumature intellettualistiche e che la decisione papale ha favorito lo sviluppo di un atteggiamento più inclusivo, cosa certamente vera ma che è non frutto di un moto spontaneo  della Chiesa, ma della morale “permissiva e trasgressiva” che nel bene e nel male la cosiddetta società dei consumi ci ha imposto e di cui oggi certuni si lamentano.

Infine torniamo alla questione della Dottrina sociale della Chiesa, nell’ambito della quale, anche per il suo già menzionato rigetto della Teologia della liberazione, si è sempre collocato. Riporto qui una notizia diffusa dal noto quotidiano economico Il Sole 24 Ore il 16 gennaio 2024, il quale si sofferma sull’incontro avvenuto tra il papa e Lynn Forester de Rothschild fondatrice del Council for Inclusive Capitalism, la cui lunga e profittevole carriera è descritta da Wikipedia.  

Grazie a Henry Kissinger la signora Lynn conobbe il suo terzo marito, Sir Evelyn de Rothschild, presso il Binderberg, divenendo comproprietaria della Holding a questi intestata. Difficile ricordare tutte le cariche da lei detenute, per cui seguendo Wikipedia mi limito a ricordare che attualmente Lynn è membro del consiglio di amministrazione dell'ERANDA Foundation (una fondazione della famiglia Rothschild), dell'Outward Bound Trust, dell'Alfred Herrhausen Society of International Dialogue della Deutsche Bank e del Global Commercial Microfinance Consortium Advisory Board della Deutsche Bank, e fa parte  anche nel consiglio di amministrazione del McCain Institute. Nel 2014 ha fondato a Londra la Conferenza per il capitalismo inclusivo ed ha invitato all’evento l’allora principe Carlo e Bill Clinton. L’iniziativa era nata per impulso della Henry Jackson Society (organizzazione transatlantica di destra) nel 2012 e l’obiettivo era rispondere alla grave crisi del 2007-2008 e alle proteste del movimento Occupy Wall Street.

In quell’occasione l’attiva signora dichiarò: “Il capitalismo è sotto assedio, ma l'HJI (la su menzionata società) ritiene che esso costituisca il sistema economico più potente che abbiamo per far uscire le persone dalla povertà e migliorare le società. Industria, innovazione e imprenditorialità devono essere ancorate a un sistema capitalista etico, responsabile e inclusivo”. Purtroppo i dati disponibili sulla povertà nel mondo (secondo Oxfam l’1% detiene il 63% della ricchezza mondiale) sembrano smentire le possibilità di realizzazione di questo nobile progetto, ma la signora Lynn è convinta che occorra utilizzare l’intelligenza artificiale, spezzandone il monopolio, per dare impulso ad “un risveglio morale ed etico” del capitalismo.

Ritiene anche che un ruolo importante in questo programma planetario debbono averlo le grandi religioni, rappresentate da Papa Francesco, dall’Arcivescovo di Canterbury, dal Grande Iman di Al Azhar e dal Rabbi David Rosen, sottolineando così la necessità di “correggere” dal punto di vista economico-sociale il sistema capitalistico con l’ausilio dell’etica religiosa. Ma il progetto non disdegna ovviamente la partecipazione di 500 Ceo, amministratori delegati e proprietari di ampie quote di azioni, delle più grandi corporazioni, tra i quali sono citati per es. Brian Moynihan della Bank of America, Brunello Cucinelli di EY o Ron O' Hanley di State Street.

Non credo che Papa Bergoglio fosse consapevole di tutte le implicazioni di tale adesione, mi sembra più probabile che fosse interessato soprattutto alla pubblicizzazione del ruolo della Chiesa in un’iniziativa di tale portata, trovandosi così in quel dilemma che aveva portato alla spaccatura dei seguaci di Francesco d’Assisi, il cui nome egli aveva adottato.

Inizialmente questi ultimi si erano costituiti in un’associazione extra ecclesiastica, praticante l’ascetismo e l’estrema povertà, ma ben presto si divisero anche per le pressioni dei papi (vicenda ricordata anche da Dante) e per le sollecitazioni al compromesso con la realtà del tempo e con lo stato spesso corrotto e degenerato dello stesso clero. Concludendo, pertanto, nella mia lettura papa Bergoglio ha tentato ambiguamente di conciliare l’inconciliabile, non potendo essere per sua natura un rivoluzionario, né potendo, “per salvare la sua Chiesa”, sottrarsi del tutto alle sollecitazioni e ai richiami delle varie tendenze politiche che spaccano drammaticamente il mondo contemporaneo.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Ventotene e dintorni di Alessandro Mariani Ventotene e dintorni

Ventotene e dintorni

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano" di Giuseppe Masala Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione» di Francesco Erspamer  Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione»

Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione»

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza di Giuseppe Giannini La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

La repressione dello Stato dietro al Decreto Sicurezza

Il caso Hannibal Gheddafi sta raggiungendo un punto critico di Michelangelo Severgnini Il caso Hannibal Gheddafi sta raggiungendo un punto critico

Il caso Hannibal Gheddafi sta raggiungendo un punto critico

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

L'inutile alleanza di Michele Blanco L'inutile alleanza

L'inutile alleanza

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti