Le imprese statali cinesi superano in profitti quelle private
Il settore pubblico della Cina gode di ottima salute. I dati diffusi da Pechino mostrano che quest’anno le imprese statali cinesi hanno superato il settore privato in termini di redditività.
I dati del governo mostrano che le grandi aziende industriali statali hanno registrato 1,77 trilioni di yuan (275 miliardi di dollari) di profitti totali per i primi otto mesi del 2021, con un aumento dell'87% su base annua, rispetto a un aumento del 34% a 1,64 trilioni di yuan del settore privato.
Se continua così, il settore statale potrebbe battere il settore privato in profitti per l'intero anno per la prima volta dalla crisi finanziaria globale del 2008.
Insomma la Cina sembra essersi incamminata sul sentiero tracciato da Xi Jinping deciso a rafforzare le imprese statali che evidentemente Pechino ritiene fondamentali per la sua economia. Infatti nell’aprile del 2020 Xi affermava la necessità di riformare il settore pubblico, ma aggiungendo che non può essere “respinto o sminuito”.
PetroChina, China Petroleum & Chemical (Sinopec) e CNOOC, il trio statale che domina il settore petrolifero cinese, hanno tutte goduto di un solido primo semestre grazie a un forte mercato del greggio, con le prime due che sono tornate in attivo, mentre l'utile netto di CNOOC è più che triplicato.
Anche il settore privato è dato in ripresa: potrebbe tornare a crescere a ritmo sostenuto come nel nel 2018 e nel 2019.
Da settembre in poi, infatti, "i rimborsi fiscali di fine anno e l'elaborazione dei dati dell'intero anno potrebbero riportare le società private in vantaggio", ha affermato un economista esperto di statistiche cinesi.
Da questi dati emerge il buono stato di salute dell’economia cinese nonostante i problemi che il dragone asiatico si trova ad affrontare, come tutti i paesi del mondo, tra la crisi provocata dalla pandemia e le difficoltà riguardo le forniture energetiche.
In ogni caso il PIL cinese è cresciuto del 9,8 percento su base annua nei primi tre trimestri, sebbene la crescita economica nel terzo trimestre sia rallentata al minimo annuale del del 4,9 percento a causa di sfide economiche inaspettate tra cui una crisi energetica e una ripresa del coronavirus. Ma secondo gli esperti la Cina si trova ancora in un intervallo di crescita ragionevole.
L'economia del paese è cresciuta del 4,9% sia su base annuale che biennale nel terzo trimestre, secondo i dati diffusi lunedì dal National Bureau of Statistics (NBS). Nei primi tre trimestri, il PIL cinese è cresciuto del 9,8 per cento su base annua e del 5,2 per cento su base biennale, raggiungendo un totale di 82,31 trilioni di yuan (12,8 trilioni di dollari).
La crescita trimestrale è rallentata rispetto alla crescita del 18,3% nel primo trimestre e del 7,9% nel secondo trimestre, ed è anche leggermente inferiore alle aspettative del mercato del 5%.
Il rallentamento è avvenuto sullo sfondo delle recenti sfide economiche, che vanno dalle inondazioni in un certo numero di città, la recrudescenza delle esplosioni di coronavirus alla diffusa crisi energetica che sta ostacolando la produzione in molte fabbriche, nonché le recenti ondate di aumenti dei prezzi delle materie prime a livello globale, ricorda il Global Times.
Alcuni media occidentali, statunitensi in particolare, definiscono la performance economica del terzo trimestre come "deludente”. Gli economisti cinesi hanno riconosciuto che la crescita del PIL del terzo trimestre è "relativamente bassa", ma al contempo sottolineano che l'attuale tasso di crescita è a un livello ragionevole.
Commentando la crescita del PIL cinese nel terzo trimestre, il portavoce dell’NBS Fu Linghui ha dichiarato che l'economia cinese sta continuando a riprendersi e che i principali indicatori macroeconomici sono "generalmente entro un intervallo ragionevole".
"Considerando che la crescita del PIL cinese ha avuto una tendenza al rialzo lo scorso anno, è molto normale che la crescita scenda gradualmente su questa base quest'anno. Finora, la crescita del PIL cinese è adeguata”, ha spiegato al Global Times Hu Qimu, capo ricercatore presso il Sinosteel Economic Research Institute.
Paras Anand, Chief Investment Officer, Asia Pacific, di Fidelity International ha anche sottolineato che "l'unica sorpresa nei dati del PIL pubblicati dalla Cina è che non sono scesi", indicando che la crescita del PIL cinese non è molto oltre le aspettative del mercato, considerando l'ondata di stretta monetaria, fiscale e normativa in Cina, secondo un rapporto inviato da Fidelity International al Global Times.
In confronto, il PIL del Vietnam si è ridotto del 6,17% nel terzo trimestre, mentre l'economia statunitense è cresciuta solo dell'1,6% nel secondo trimestre.
Possiamo infine aggiungere che i dati della Cina confermano come il settore pubblico sia l’ossatura, la spina dorsale dell’economia cinese, e attualmente il settore trainante.
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