Le ragioni economiche della vittoria di Trump

5265
Le ragioni economiche della vittoria di Trump

 

di Alessandro Volpi*

 

Alcune note a caldo sull'elezione di Trump. Parto da constatazioni di natura economica.

La prima. E' evidente che il Pil non misura lo stato di salute di una popolazione: la politica economia di Biden ha fatto esultare i giornali italiani che sostenevano l'importanza di una crescita del 3%, molto più forte di molti paesi europei ma tale crescita non è affatto bastata a spingere i democratici.

I due temi veri - che dovrebbero far riflettere - sono rappresentati dall'inflazione e dall'aumento delle disuguaglianze legato alla finanziarizzazione; questi due elementi hanno decisamente pesato di più nell'elettorato americano rispetto ad una crescita del Pil di cui hanno beneficiato solo le fasce medio alte della popolazione. I record macinati da Wall Street hanno ricadute fortemente polarizzate nei vertici della piramide sociale americana e non si traducono in consenso a chi governa durante tale impennata.

La seconda. Kamala Harris si è spostata verso un ceto medio, decisamente benestante, che non rappresenta più il cuore della società americana e la politica degli alti tassi della Federal Reserve ha messo in ginocchio le ormai infinite piccole imprese Usa, che non hanno beneficiato a differenza dei grandi gruppi, peraltro con pochi dipendenti, delle Inflation Reduction Act.

Trump e Vance sono stati interpretati come una possibile soluzione alla visione economica dei dem, decisamente troppo elitaria e troppo vicina ai grandi monopoli, a cominciare da quello delle Big Three.

Su un piano più specifico, Trump ha dato voce ai sindacati arrabbiati contro le case automobilistiche, ormai più attenta alla finanza che alla produzione, ai sostenitori dell'economia dei bitcoin e al vasto mondo degli hedge fund aggressivi: in sostanza a pezzi della vecchia America e della nuova. Dai dipendenti dei casinò, ai farmer, ai sempre più sparuti operai, alle microimprese.

Il nuovo presidente ha poi interpretato - e questo è un terzo dato - l'insofferenza popolare verso il modello "illuministico" dell'America sostenitrice dei diritti civili e dell'esportazione dei conflitti in nome di una democrazia sempre più incomprensibile: in fondo l'opinione pubblica Usa non apprezza certo l'ostilità maturata verso il paese dai quattro quinti del mondo.

Non piace neppure al "popolo americano" il rapporto bostoniano con la Vecchia e stanca Europa. Quel popolo vuole eroi di cartapesta ma dai tratti decisamente muscolari e anti sistema come Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo che parla e si atteggia come i frequentatori dei tanti bar americani; non ascolta più il monito dei colti attori o dei superricchi sportivi che hanno abbandonato le loro radici.

In sintesi estrema, Trump è l'incarnazione di un modello confuso, che forse non esiste, ma è molto forte nella percezione degli americani, a cui la criminalizzazione dei democratici e persino le condanne penali hanno dato forza.

Nel paese dei siti porno, un presidente che ha pagato una pornostar non rappresenta un cattivo esempio, ma un compagno di bevute.

Ecco, Kamala Harris non ha capito, o forse non poteva capire, che la dimensione popolare vale molto di più, in termini di consenso, della raffinata difesa di una civiltà ormai osteggiata da larghissima parte del mondo.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

L’alba grigia dei popoli europei di Marco Bonsanto L’alba grigia dei popoli europei

L’alba grigia dei popoli europei

Loretta Napoleoni - Come Trump ha spaccato il Canada in due di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Come Trump ha spaccato il Canada in due

Loretta Napoleoni - Come Trump ha spaccato il Canada in due

Un nuovo 8 Settembre? di Giuseppe Masala Un nuovo 8 Settembre?

Un nuovo 8 Settembre?

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti” di Geraldina Colotti Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

L’ERA DEI QUISLING L’ERA DEI QUISLING

L’ERA DEI QUISLING

L'Europa tra l'incudine ed il martello di Giuseppe Giannini L'Europa tra l'incudine ed il martello

L'Europa tra l'incudine ed il martello

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA di Michelangelo Severgnini LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA

LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Il presidente Mattarella non ricorda? di Michele Blanco Il presidente Mattarella non ricorda?

Il presidente Mattarella non ricorda?

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti