Le ragioni economiche della vittoria di Trump

4442
Le ragioni economiche della vittoria di Trump

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

OPPURE

 

di Alessandro Volpi*

 

Alcune note a caldo sull'elezione di Trump. Parto da constatazioni di natura economica.

La prima. E' evidente che il Pil non misura lo stato di salute di una popolazione: la politica economia di Biden ha fatto esultare i giornali italiani che sostenevano l'importanza di una crescita del 3%, molto più forte di molti paesi europei ma tale crescita non è affatto bastata a spingere i democratici.

I due temi veri - che dovrebbero far riflettere - sono rappresentati dall'inflazione e dall'aumento delle disuguaglianze legato alla finanziarizzazione; questi due elementi hanno decisamente pesato di più nell'elettorato americano rispetto ad una crescita del Pil di cui hanno beneficiato solo le fasce medio alte della popolazione. I record macinati da Wall Street hanno ricadute fortemente polarizzate nei vertici della piramide sociale americana e non si traducono in consenso a chi governa durante tale impennata.

La seconda. Kamala Harris si è spostata verso un ceto medio, decisamente benestante, che non rappresenta più il cuore della società americana e la politica degli alti tassi della Federal Reserve ha messo in ginocchio le ormai infinite piccole imprese Usa, che non hanno beneficiato a differenza dei grandi gruppi, peraltro con pochi dipendenti, delle Inflation Reduction Act.

Trump e Vance sono stati interpretati come una possibile soluzione alla visione economica dei dem, decisamente troppo elitaria e troppo vicina ai grandi monopoli, a cominciare da quello delle Big Three.

Su un piano più specifico, Trump ha dato voce ai sindacati arrabbiati contro le case automobilistiche, ormai più attenta alla finanza che alla produzione, ai sostenitori dell'economia dei bitcoin e al vasto mondo degli hedge fund aggressivi: in sostanza a pezzi della vecchia America e della nuova. Dai dipendenti dei casinò, ai farmer, ai sempre più sparuti operai, alle microimprese.

Il nuovo presidente ha poi interpretato - e questo è un terzo dato - l'insofferenza popolare verso il modello "illuministico" dell'America sostenitrice dei diritti civili e dell'esportazione dei conflitti in nome di una democrazia sempre più incomprensibile: in fondo l'opinione pubblica Usa non apprezza certo l'ostilità maturata verso il paese dai quattro quinti del mondo.

Non piace neppure al "popolo americano" il rapporto bostoniano con la Vecchia e stanca Europa. Quel popolo vuole eroi di cartapesta ma dai tratti decisamente muscolari e anti sistema come Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo che parla e si atteggia come i frequentatori dei tanti bar americani; non ascolta più il monito dei colti attori o dei superricchi sportivi che hanno abbandonato le loro radici.

In sintesi estrema, Trump è l'incarnazione di un modello confuso, che forse non esiste, ma è molto forte nella percezione degli americani, a cui la criminalizzazione dei democratici e persino le condanne penali hanno dato forza.

Nel paese dei siti porno, un presidente che ha pagato una pornostar non rappresenta un cattivo esempio, ma un compagno di bevute.

Ecco, Kamala Harris non ha capito, o forse non poteva capire, che la dimensione popolare vale molto di più, in termini di consenso, della raffinata difesa di una civiltà ormai osteggiata da larghissima parte del mondo.

Trump o Harris, quello che cambierebbe per l'Europa? di Giuseppe Masala Trump o Harris, quello che cambierebbe per l'Europa?

Trump o Harris, quello che cambierebbe per l'Europa?

Le elezioni Usa, il trumpismo e il bivio finale dell'Europa di Paolo Desogus Le elezioni Usa, il trumpismo e il bivio finale dell'Europa

Le elezioni Usa, il trumpismo e il bivio finale dell'Europa

Nicaragua, il ricordo vivo di Carlos Fonseca di Geraldina Colotti Nicaragua, il ricordo vivo di Carlos Fonseca

Nicaragua, il ricordo vivo di Carlos Fonseca

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Alluvione di Valencia, i media e il cambiamento climatico di Francesco Santoianni Alluvione di Valencia, i media e il cambiamento climatico

Alluvione di Valencia, i media e il cambiamento climatico

The Donald-Harris: due facce della stessa medaglia di Giuseppe Giannini The Donald-Harris: due facce della stessa medaglia

The Donald-Harris: due facce della stessa medaglia

Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno di Antonio Di Siena Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno

Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA di Gilberto Trombetta UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Sull’orlo dell’abisso  - Il ruolo della Francia di Paolo Pioppi Sull’orlo dell’abisso  - Il ruolo della Francia

Sull’orlo dell’abisso - Il ruolo della Francia

Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche di Giorgio Cremaschi Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche

Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti