L'euroatlantismo sionista mette in pericolo la coabitazione mondiale

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L'euroatlantismo sionista mette in pericolo la coabitazione mondiale

 

di Giuseppe Giannini

Il mondo di oggi, già duramente sconvolto da vicende che, soprattutto nell'ultimo quarto di secolo, hanno cambiato la tradizionale dialettica fra aree geografiche distanti ma interconnesse, appare attraversato da una profonda crisi sistemica, che rischia di metterne seriamente  a repentaglio la coesistenza pacifica. Ed insieme la sopravvivenza stessa. Guerre regionali e conflitti interetnici sono sempre presenti, però ciò che ha dato un'impennata alla destabilizzazione delle relazioni, in un mix di strategie militari, i soliti interessi economici,  fanatismi religiosi e miti fondativi basati sull'esclusiva dell'identità, sono le guerre che da alcuni anni interessano zone storicamente delicate, dalla cui contesa seguiranno possibili nuovi assetti sui territori.

Infatti, i Paesi ad est dell'Occidente ed il Medio Oriente rappresentano le aree calde sulle quali si misura la supremazia.

L'Occidente è arrivato dovunque, con trattati commerciali che hanno reso ancor più povero e sfruttato il Sud del Mondo, e per mezzo della manu militari della Nato, le sue basi sono disseminate dappertutto. La guerra scatenata in Ucraina vuole essere l'ultimo avamposto da superare al fine di ribadire quel dominio, che esplicitamente rifiuta il dialogo. La leadership a prova di bombe. La stessa egemonia che Israele esercita grazie al sostegno fideistico degli americani e degli europei.

Questo perchè lo Stato ebraico, se pur circondato da confinanti culturalmente diversi, è andato ad insediarsi su terre sottratte con la violenza ad altri, e regalate dai protettorati angloamericani, con un duplice scopo: la garanzia dell'intoccabilità per la continuazione del proselitismo religioso intollerante, che tanta influenza esercita sulla politica americana ed in parte su quella europea (il debito morale della persecuzione verso gli ebrei); il proseguimento altrove di uno stile di vita che, dal punto di vista strettamente economico, ma anche per quanto riguarda le pretese militari, è del tutto simile a quello degli Stati ricchi occidentali.

Ora, non è il caso di ricordare i danni che queste politiche hanno prodotto, almeno da dopo la fine della seconda guerra mondiale. Ribadire alcune questioni deve servire a smontare la superbia dei leader occidentali. Da quando è scoppiato il conflitto Nato/Russia e in seguito all'attentato di Hamas del 7 ottobre 2024 non passa giorno che i rappresentanti euroatlantici ed i media non stiano lì a raccontarci la loro versione dei fatti. Siamo stanchi di presidenti e ministri che, in tutte le sfere, aprono i loro discorsi dicendo che " la Russia ha invaso l'Ucraina" e che "Hamas ha compiuto un attentato".

Lezioni di democrazia da parte di quanti che, avendo la coscienza sporca, ed essendo sudditi di interessi imperialistici storicamente consolidati, cercano di giustificare i provvedimenti bellici e l'invio di armi. Bisognerebbe, prima o poi, avere il coraggio di smetterla di stare dietro agli americani. I quali, appunto, dal ' 45 in poi, e a maggior ragione dopo l'implosione dei Paesi alleati dell' URSS, hanno prodotto guerre, colpi di stato, e fomentato il terrorismo islamico. Esportare un modello basato sulla diffusione delle armi e che fa del dogma capitalistico il motore che guida le sue azioni non mi pare abbia dato buoni esempi di democrazia.

A tale proposito il caso tedesco è esemplare. Incapaci di prendere una posizione autonoma, stretti tra le spinte americane e il sostegno acritico (riparatore?) verso Israele, in concomitanza di un ridimensionamento industriale, conseguente anche alle scelte europee sul gas, e della forza sul popolo delle correnti di destra, che a loro volta hanno aggiornato l'antisemitismo in funziona anti-araba e contro il cosmopolitismo delle differenze, la crisi della Germania ricorda, per alcuni aspetti, la situazione in cui i teutonici vennero a trovarsi negli anni '20 del secolo scorso.

La Germania, succube degli USA /Nato si comporta come lo Stato criminale sionista.

Al pari, ed anche di più, di quanto accade negli altri Paesi, dove ogni manifestazione in solidarietà col popolo palestinese e le proteste contro l'insensato spargimento di sangue vengono represse.

Dopo la reazione spropositata di Israele, uno Stato in guerra contro una organizzazione terroristica, sordo alle richieste sia della popolazione che a quelle dei famigliari delle vittime, ogni giorno vi sono eventi, flash mob, iniziative (l'occupazione simbolica di luoghi, l'illuminazione di monumenti, singole azioni di personaggi pubblici) aventi lo scopo di fare pressioni sui governi per un cambiamento di rotta. Invece questi, invischiati a causa degli interessi geopolitici, sordi di fronte al dramma umano, ottusi verso le proprie popolazioni, portano avanti i loro intenti, determinando un arretramento delle regole democratiche che non ha precedenti. La prova è data anche dall'oscurità e dalla censura che i media tradizionali, tv e giornali, mettono in atto per celare quanto avviene nelle piazze fuori dal potere. E poi c'è l'immancabile propaganda.

Discorsi che valgono anche per la guerra che vede come attore protagonista il burattino con pose da macho Zelensky.

Tornando ad i crimini contro l'umanità compiuti da Israele, "genocidio", "pulizia etnica" ,"apartheid", sono termini che gli alleati occidentali evitano accuratamente di pronunciare.

Dopo 40 mila morti,  la maggior parte civili e bambini, il massimo che riescono a fare è reclamare una giusta tregua.

Se non è genocidio come lo vogliamo definire? E' un massacro di civili in perfetta regola, anche se parlare di rispetto delle regole, di norme e risoluzioni, è qualcosa che la storia stessa di Israele  smentisce.

Lontani anni luce dall'idea di poter immaginare un dialogo e il rispetto del diritto internazionale.

Intanto, quello stesso Stato canaglia, nato in seguito all'occupazione di territori altrui, che ha un governo corrotto, autoritario - le proteste nei mesi antecedenti l'attentato di Hamas da parte della popolazione e di larghi settori delle istituzioni appartenenti alla giustizia e all'esercito - , apertamente razzista, continua a provocare. Uccidendo fuori dai suoi confini in Iran e Libano, con la complicità colpevole dei servizi di intelligence stranieri, in primis quelli americani, che non possono non sapere.

Anche se il mondo è in ebollizione il cessate il fuoco non interessa alle cancellerie occidentali. La dimostrazione è data dal fatto di non prendere in considerazione altri soggetti che non siano quelli allineati con il loro pensiero. E se poi è la Cina a provare a dialogare nessuna porta si apre. La realtà ci dice che esiste un mondo multipolare in grado di far emergere tutte le contraddizioni "democratiche" di secoli di superiorità occidentale. Preminenza fondata sul sangue, e sul fatto di lasciare indietro chi non si adegua. A tal punto da contemplare i viaggi nello spazio, in apparenza come business turistico per i ricchi, ma dietro al quale si intravedono, oltre agli immancabili progetti di colonizzazione di terre dichiarate nullius (qualcosa che ricorda l'agire dei pionieri americani) vie di fuga per i privilegiati che vorranno continuare a vivere altrove nel caso si verificasse un disastro (indotto?)  di massa.

Al punto in cui siamo stanno scatenando una guerra mondiale a pezzi. I carnefici li conosciamo.

 

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