L'Intelligenza artificiale e gli eserciti del futuro

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L'Intelligenza artificiale e gli eserciti del futuro

 

 

 Chi svilupperà la migliore intelligenza artificiale diventerà padrone del mondo.

Vladimir Putin

 

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

 

In questo momento storico stiamo assistendo alla prima vera ondata di innovazioni nel settore degli armamenti dove si utilizza in maniera massiccia l'Intelligenza Artificiale. Lo stesso si può dire per tutti quegli strumenti di Intelligenza Artificiale che pur non essendo direttamente legati alla realizzazione di armi possono dare un valido contributo nella cosiddetta “arte della guerra”; penso per esempio a strumenti di intelligenza artificiale che possono aiutare efficacemente ad imporre una censura militare efficace oppure a creare operazioni di inganno del nemico con le informazioni (PsyOp), oppure ancora strumenti che consentano di prevedere le mosse del nemico sul campo di battaglia.


LEGGI: L'uso geopolitico e militare dell'Intelligenza Artificiale


Certamente una classificazione (1) interessante che ci aiuta a districarci all'interno dell'ondata di strumenti che vengono proposti, è quella ideata dal think tank americano RAND Corporation nel suo “The Department of defense posture for Artificial Intelligence Assessment and Recommendation” (2019) che suddivide gli strumenti di Intelligenza Artificiale in:

  • Enterprise AI che include applicazioni di Intelligenza Artificiale relative alla gestione finanziaria o alla gestione del personale, che vengono implementati in ambienti strettamente controllati e dove le problematiche relative a guasti tecnici sono basse sia in termini di pericolo immediato che di potenziale di letalità.

  • Operational AI, al contrario dei precedenti, sono strumenti che possono essere impiegati in missioni operative, cioè in ambienti notevolmente meno controllati e tali per cui le implicazioni di un fallimento possono essere estremamente elevate. Gli esempi includono i software di controllo di sistemi fissi o quelli di veicoli senza pilota.

  • Mission Support AI, una categoria intermedia in termini di controllo ambientale e implicazioni di guasti, comprende una serie diversificata di applicazioni, ad esempio logistici e di manutenzione, o applicazioni legate all'intelligence.

 

In questa ondata di innovazione sicuramente lo strumento principe di Intelligenza Artificiale è quello noto come Machine Learning soprattutto nelle sue due variabili note come “ML supervisionato” e “ML non supervisionato”. La prima versione, a mio avviso, è di più facile ed efficace implementazione per quanto riguarda l'area di “Enterprise AI” che abbiamo visto sopra, mentre invece nell'area “Operational AI” certamente gli strumenti principe sono quelli di ML non supervisionato (ma anche la terza versione nota come ML rinforzato in questo campo giocherà un ruolo fondamentale). Il Machine Learning non supervisionato è quello nel quale la macchina automaticamente (senza indicazioni esterne di tipo umano) individua le funzioni  (e dunque i criteri o la legge) da applicare ai dati per eseguire l'interpolazione. Questo genere di strumento è utilizzato fino ad ora per esempio nelle applicazioni per il riconoscimento facciale e potrà ovviamente avere facile applicazione nella costruzione di strumenti di AI per l'acquisizione di bersagli.


Figura 1: immagine elaborata con uno strumento softwere di ML non supervisionato e in grado di individuare dei bersagli (nel caso specifico aerei ed edifici dell'aeroporto.

 

Per quanto riguarda invece gli strumenti di Intelligenza Artificiale cosiddetti di ML rinforzato sono in parte gestiti automaticamente come quelli non supervisionati soprattutto nella cosiddetta fase di apprendimento ma dall'altro lato acquisiscono dati in tempo reale tramite dei sensori. Si tratta dello strumento tipico per implementare le guide autonome. In ambito militare è facilmente intuibile che l'utilizzo principe al momento può essere quello dei droni (sia volanti che sottomarini) a guida autonoma. Soprattutto se questo strumento deve essere utilizzato per guidare interi “sciami” di droni che devono agire in maniera coordinata.

Che l'orientamento di utilizzo di questo strumento sia proprio quello dello sciame di droni è pressoché certo, soprattutto quando si deve contrastare una potenza di pari livello e magari dotata di numeri molto alti sia in relazione alle attrezzature e strumenti d'arma sia in relazione alla quantità di uomini mobilitabili. Questo è certamente il caso del confronto più importante che si avrà nei prossimi anni: quello tra Stati Uniti e Cina Popolare.

Infatti durante l'ultima riunione del National Defense Industrial Association la vice segretario alla Difesa USA Kathleen Hicks (2) ha annunciato un nuovo progetto del Pentagono che prevede l'utilizzo in sciame di “decine di migliaia” di droni che verranno lanciati per operare su terra, mare e cielo con la finalità di “contrastare la massa del PLA (Esercito di Liberazione Popolare) con la nostra massa, ma la nostro sarà più difficile da pianificare, da colpire e da battere”. Un concetto questo dello sciame di droni di terra, mare e aria successivamente chiarito dal  l’ammiraglio John Aquilino, capo del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti che ha detto che potrebbero essere schierati fino a 1.000 droni in 24 ore. Un progetto questo americano davvero avveniristico e certamente costosissimo che – non ho dubbi – andrà comunque incontro alle contromisure anche di guerra elettronica della controparte cinese. Per ora certamente è tutto sulla carta, anche se tecnicamente fattibile, ma che comunque ci indica su quello che sarà l'orientamento futuro.

Per paradossale che possa sembrare peraltro non mi pare azzardato che l'orientamento americano prenda spunto dall'utilizzo russo dei droni che a sua volta è di derivazione iraniana: meglio una quantità elevata di droni a basso costo che renda la perdita tollerabile economicamente e che sia in grado – dal punto di vista militare – di saturare una intera area fino al punto da rendere impossibile la difesa aerea, piuttosto che – come hanno fatto gli statunitensi fino ad ora – puntare su pochi droni, tecnologicamente avanzatissimi ma costosissimi.

Progetti questi degli sciami di droni con strumenti di Machine Learning non supervisionato per l'acquisizione dei bersagli  – la cosa sta passando peraltro totalmente inosservata al grande pubblico – che hanno rilevanti implicazioni etiche. Il ML non supervisionato non è precisissimo (come non lo è ugualmente quando utilizzato per il riconoscimento facciale) e ciò potrebbe portare a commettere errori: potrebbero essere bombardati obbiettivi civili scambiati dalla AI per obbiettivi militari. In questo caso non pare azzardato ipotizzare la configurazione – a mio avviso - di un crimine di guerra (mi permetto di scriverlo anche se non sono un giurista). Dico questo perché è universalmente riconosciuto che gli strumenti di ML non supervisionato sono imprecisi: pertanto il loro utilizzo comporta l'accettazione del rischio che si verifichino gravi “incidenti” contro la popolazione civile.

Infine una parola su uno strumento che può essere inquadrato nell'ambito del Mission Support AI (se usiamo la classificazione proposta dla Think Tank RAND Corporation). Mi riferisco per la precisione alla notizia relativa agli strumenti di AI utilizzabili per la “censura di guerra”:  Il Comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti (USSOCOM) ha comunicato di aver stipulato un contratto con Accrete AI (3), una società di intelligenza artificiale con sede a New York, per implementare il sistema Argus per "rilevare e neutralizzare le minacce di disinformazione sui social media in tempo reale". In altri termini si tratta di uno strumento utile alla censura di guerra e che di conseguenza calpesta il diritto costituzionale - tipico delle democrazie liberali occidentali – della libertà di esprimere il proprio pensiero. In questo tempo di guerra (anche se non dichiarata) appaiono così nuovi mostri informatici.

(Fine – Seconda Parte)

 

NOTE

(1) Nato Review, Artificial Intelligence at NATO: dynamic adoption, responsible use, 24 Novembre 2020. Link: https://www.nato.int/docu/review/articles/2020/11/24/artificial-intelligence-at-nato-dynamic-adoption-responsible-use/index.html

(2) USNI News, DEPSECDEF Hicks: DoD Wants Thousands of Drones to Counter China’s Military Mass Advantage, 28 Agosto 2023. Link: https://news.usni.org/2023/08/28/depsecdef-hicks-dod-wants-thousands-of-drones-to-counter-chinas-military-mass-advantage

(3) The Defence Post, USSOCOM to Use AI to Detect Disinformation Threats on Social Media, 31 Agosto 2023. Link: https://www.thedefensepost.com/2023/08/31/ussocom-ai-disinformation-social-media/#google_vignette

 

 

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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