Lo scandalo dei MILIARDI all'industria farmaceutica privata. Neanche questo vi fa ribellare?
di Francesco Erspamer*
Quando ero ragazzo il passato insegnava qualcosa e la Storia contava, a scuola e a casa; le precedenti generazioni, i genitori, i nonni, avevano tanto da raccontare e l’autorità per essere ascoltati: le due guerre mondiali, il fascismo, la Resistenza erano esperienze reali anche per chi non le aveva vissute e facilitavano l’accesso a memorie di periodi ed eventi ancora più lontani. Così gli errori commessi venivano in parte evitati; solo in parte ma era qualcosa.
Per esempio, ricordo la mia incredulità e il mio giovanile sdegno nell’apprendere, dagli anziani ma anche in romanzi e saggi o al cinema, che mentre la gente soffriva e moriva c’erano stati profittatori che avevano accumulato enormi fortune speculando, oltre che sugli armamenti, sulla povertà, sulla carestia, sulle medicine: sciacalli che calavano su chi era in difficoltà per comprarsi i suoi beni per due lire, pezzi di merda che invece di sacrificarsi come gli altri (e più degli altri essendo, tipicamente, ricchi) per la patria del cui nome si riempivano la bocca, facevano solo i propri interessi imponendo prezzi da strozzini ai beni di cui con la corruzione riuscivano ad assicurarsi il monopolio. Provocando morte e miseria e, il che è peggio, facendola franca: anche quando scoperti e incriminati se la cavavano con punizioni insignificanti dopo lunghi processi; negli stessi anni in cui i soldati al fronte venivano fucilati sul posto per un attimo di panico dopo mesi passati in trincea in condizioni intollerabili.
Non capiterà mai più, mi dicevo; adesso li sapremmo riconoscere, sapremo creare leggi in grado di reprimere questi crimini, più odiosi e socialmente più dannosi di furti e omicidi in quanto sono furti e omicidi ma su larga scala. E da buon comunista pensavo che i profittatori bisognasse impiccarli.
Poi i comunisti sono diventati piddini, buonisti e liberal, la questione morale e l’intransigenza sono diventate incomprensibili ai drogati di televisione, social e altra pornografia, i conservatori hanno smesso di conservare e hanno rinnegato le tradizioni per convertirsi al culto del successo e del denaro, come degli americani qualsiasi. Così non solo i profittatori sono tornati a dominare ma nell’indifferenza generale. Avete notato un briciolo di indignazione collettiva alla notizia che dall’inizio della pandemia i miliardari si sono immensamente arricchiti, anche in Italia? Macché: il leghista medio sogna di fare come loro e la sinistra, inclusa quella dura e pura, offre l’altra guancia.
Di oggi la conferma che la sregolata corsa al vaccino sta regalando miliardi all’industria farmaceutica privata (però i giornalisti preferiscono anglicismi eufemistici come biotech o Big Pharma): e la maggioranza degli italiani si consola con la filosofia del Franza o Spagna purché se magna, gli altri con il fanatismo NoVax. Nessuno che si ribelli davvero, che chieda allo Stato di fare lo Stato, ossia di prendere il controllo dei settori di importanza nazionale, a cominciare dalla sanità; nessuno che almeno dimostri di aver capito che le priorità sono più regole, più vincoli, più limitazioni, non più libertà individuale.
Senza una presa di coscienza, senza una ridefinizione di valori fondamentali e COMUNI (che non significa affatto universali) per i quali valga la pena di lottare e anche morire, questo diventerà il mondo (e il paese) dei vincenti, degli stronzi, dei profittatori.
* Professore alla Harvard University