Lo strano caso del colonnello israeliano arrestato in Iraq con membri dell'Isis
Rai News 24 riferisce che Il colonnello arrestato si chiama Yusi Oulen Shahak e le forze di sicurezza irachene lo stanno interrogando per capire le ragioni della sua presenza fra i combattenti dell’Isis»
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Su gentile concessione di Piccolenote
«La sicurezza irachena ha arrestato nei giorni scorsi un colonnello israeliano della Brigata del Golan insieme ad un gruppo di terroristi dell’Isis”. La notizia è stata diffusa dall’agenzia iraniana Fars. Il colonnello arrestato si chiama Yusi Oulen Shahak e l’agenzia fornisce anche il suo numero di matricola. Le forze di sicurezza irachene lo stanno interrogando per capire le ragioni della sua presenza fra i combattenti dell’Isis». La notizia è stata rilanciata da Rai News 24 del 29 ottobre.
Nota a margine. Notizia invero curiosa, che da alcuni giorni attraversava il web e che ha dato adito a diverse supposizioni, alimentate dall’ambiguità che ha contraddistinto i rapporti tra Isis e Israele.
Il Califfato, di fatto, non ha manifestato particolare avversità per lo Stato da sempre considerato il nemico principale dell’islamismo: alcune minacce via web, mai prese in seria considerazione dalle autorità di Tel Aviv (tanto che Israele non ha mai condotto attacchi contro l’Isis come invece ha fatto contro obiettivi siriani legati ad Assad che di questi è avversario).
Né i confini di Israele sono stati mai minacciati dall’Isis, pure se il Golan, benché ben presidiato, può offrire tale possibilità. Ma il Medio Oriente, la cui politica è particolarmente complessa, è abitato da sempre da ambiguità similari, dove il nemico del mio nemico è mio amico (e anche no).
Ma al di là dei retroscena, resta la notizia, che finora non ha trovato smentita, e che attende una spiegazione plausibile. L’Isis, tra l’altro, è stato protagonista di attacchi contro obiettivi legati alla comunità ebraica in Francia (tanto che intervennero truppe scelte israeliane): i primi ai quali forse andrebbero fornite spiegazioni adeguate sono i familiari delle vittime di quelle stragi.