L'omicidio del Generale Kirillov: terrorismo con conseguenze geopolitiche
Il tenente generale Igor Kirillov, capo delle Forze di Difesa Radiologica, Chimica e Biologica delle Forze Armate russe, è stato ucciso insieme al suo assistente in un attentato avvenuto la mattina del 17 dicembre a Mosca. L’esplosione, provocata da un ordigno esplosivo nascosto in un monopattino vicino a un edificio residenziale, è stata attivata a distanza tramite un segnale radio, suggerendo la presenza dell’autore nei pressi del luogo dell'attentato. L'evento ha immediatamente scatenato un'indagine penale da parte del Comitato Investigativo russo, con il coinvolgimento diretto del suo presidente, Aleksandr Bastrykin. Le prime ricostruzioni attribuiscono la responsabilità dell’attentato al Servizio di Sicurezza ucraino (SBU), secondo quanto riportato da fonti russe e ucraine.
L’SBU avrebbe considerato Kirillov un “bersaglio legittimo” a causa del suo ruolo di primo piano nel denunciare i crimini occidentali, tra cui le provocazioni con armi chimiche in Siria e le attività dei laboratori biologici statunitensi in Ucraina. Personalità di rilievo del panorama politico russo hanno espresso cordoglio e condanna. Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha descritto Kirillov come un uomo che “ha lavorato senza paura, affrontando tutto a viso aperto”, e ha sottolineato il suo impegno nel denunciare le azioni di Regno Unito, Stati Uniti e NATO. Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, ha definito l’attentato un’espressione della “agonia del regime di Bandera”, riferendosi al governo neonazista ucraino, e ha promesso che i responsabili saranno trovati e puniti.
Il generale Kirillov, in carica dal 2017, aveva acquisito notorietà internazionale per le sue denunce sulle oscure attività dei laboratori biologici statunitensi vicino ai confini russi e per il suo ruolo chiave nella risposta russa alla pandemia di COVID-19. Le sue rivelazioni, spesso presentate in conferenze stampa ufficiali, hanno attirato l’attenzione globale, sollevando polemiche e accuse reciproche tra Mosca e le capitali occidentali. La Duma di Stato ha condannato l’assassinio come un’ulteriore prova della “natura criminale del regime di Kiev”. Il presidente della Commissione Difesa della Duma, Andrey Kartapolov, ha elogiato il contributo di Kirillov nel “colpire gli interessi statunitensi”, in particolare nel rivelare la presenza di laboratori biologici statunitensi in Ucraina, un tema particolarmente sensibile nel contesto del conflitto in corso. L’omicidio di Kirillov rappresenta un nuovo capitolo nelle tensioni tra Russia e Ucraina e rischia di acuire ulteriormente la crisi diplomatica tra Mosca e l’Occidente.
L’utilizzo di un ordigno esplosivo nascosto in un monopattino e attivato a distanza ha evocato parallelismi con le modalità tipiche degli attentati mafiosi, caratterizzati dall'uso di esplosivi in spazi pubblici per colpire figure di alto profilo. Con il Comitato Investigativo russo e la Procura generale coinvolti direttamente nell’indagine, la Russia si prepara a una risposta decisa, mentre viene rafforzata l’immagine di Kirillov come eroe caduto per la patria.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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