Luana D'Orazio, è legittimo e doveroso l'odio di classe
"Bisogna restaurare l'odio di classe. Bisogna promuovere la coscienza del proletariato: i padroni ci odiano e non lo nascondono, noi dobbiamo aiutare i proletari ad avere coscienza della propria classe."
Era il poeta Edoardo Sanguineti a scriverlo il 6 gennaio 2007 e le sue parole sono più vive e attuali che mai. Vanno solo aggiornate al presente, quando alla parola “proletari” non rientrano solo gli operai, ma le Partite Iva, precari, giovani senza futuro, contrattisti, praticanti e ormai una larga fetta del vecchio ceto medio.
I padroni, capitale transnazionale, odiano tutti loro. Odiano il lavoro, nazionale per definizione.
I padroni considerano le norme sulla sicurezza come un ostacolo ai profitti. Sono "costose" e il risultato è una media di 3 lavoratori morti sul lavoro, emerge da questo studio dell'Inail.
La vicenda della giovane operaia di una fabbrica di tessuti di Prato, Luana D'Orazio, 23 anni, giovane madre, morta incastrata in un macchinario, è emblematica su un aspetto. Mentre la “sinistra” ha passato gli ultimi anni a convincere i lavoratori della bontà del neo-liberismo, il loro carnefice, i padroni sono rimasti fedeli allo loro linea: il profitto, da conseguire ad ogni costo, nel totale disprezzo della vita.
Quante volte abbiamo sentito politici, sindacalisti dire ai lavoratori che non si "può tornare al passato", i "tempi sono cambiati", "finito il tempo delle ideologie", mentre loro, i padroni, non sono cambiati per nulla, i loro istinti predatori per il massimo profitto è sempre quello di oltre 200 anni fa.
La dichiarazione del Presidente di Confindustria Marche, Domenico Guzzini, a proposito del rischio riaperture in emergenza Covid-19 è emblematica: "le persone sono stanche, pazienza se qualcuno muore". Si è scusato, ma i lavoratori continuano a morire.
Arriveranno (?) i prestiti del Recovery Plan e si apriranno cantieri, ci diranno che ci sarà lavoro. Sottopagato e senza diritti, dove si ignoreranno le norme sulla sicurezza. Il solito ricatto.
Al punto, in cui siamo arrivati, l'odio di classe non solo è legittimo, è doveroso e deve essere incanalato in una lotta di rivendicazione senza distinzioni che unisca uomini, donne, operai, partite iva, piccoli commercianti. Lo ha descritto in modo straordinario Maurizio Spezia, metalmeccanico di 39 anni, che ha dedicato una lettera a Luana. Una forza politica degna di questo nome parta da queste parole o taccia per sempre.
Cara Luana,
mi chiamo Maurizio ho 39 anni e faccio l'operaio metalmeccanico. Ho passato metà della mia vita dentro una fabbrica e la notizia della tua morte oggi è un colpo al cuore.
Sai quando ho iniziato ero un giovane della tua età e potevo ancora permettermi di scegliere in quale fabbrica lavorare e come costruire il mio futuro.
Invece tu Luana sei stata vittima di un sistema marcio che fa della vita umana un mero servizio per il capitale.
Oggi veniamo chiamati risorse perché produciamo utile per gli azionisti e lo dobbiamo fare a testa bassa sperando di ottenere qualche briciola.
La tua generazione invece è diventata schiava di un sistema che non garantisce futuro, che non da speranza ai giovani e li spreme fino a buttarli via.
In te Luana ho visto il possibile futuro di mia figlia che oggi ha 5 anni e che domani potrebbe finire in una fabbrica e questo oggi è tragico.
Una volta essere un operaio era qualcosa di importante, significava essere parte della base che sorreggeva il tessuto produttivo del paese e lavorava per dare stabilità alla famiglia.
Oggi l'operaio è schiavo a tempo determinato, non ha futuro, rischia e perde la vita costantemente perchè il padrone esige l'utile.
Sai Luana oggi quelli che ti piangeranno sono gli stessi che hanno organizzato il concerto del 1 Maggio, la nostra festa, grazie ai soldi delle banche.
Sono quelli che hanno invitato un miliardario che affitta supermercati sprecando cibo come se fosse spazzatura spronandolo a non parlare dei tuoi diritti, del tuo futuro, delle tue tutele ma gli hanno fatto fare un monologo che con te, con noi non c'entra proprio nulla.
La tua vita però è preziosa Luana e non verrà dimenticata almeno da me, io continuerò a lottare nel mio piccolo e dall'interno contro un sistema omicida, che opprime libertà e futuro di voi giovani.
Probabilmente lo farò da solo ma so che al mio fianco ci sarete voi ragazzi vittime di questo tritacarne e questo mi darà sempre forza.
Tranquilla non mi lego a questa schiera, morirò pecora nera e il tuo sangue operaio non sarà versato invano.
Ti voglio bene, un tuo fratello operaio.
Fonti
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/06/sanguineti-restauriamo-odio-di-classe.html
https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/02/26/piu-3-morti-al-giorno-infortuni-sul-lavoro-numeri-dellinail/
https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-rapporto-mercato-lavoro-2020.html
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/12/15/news/macerata_bufera_su_guzzini_le_persone_sono_stanche_pazienza_se_qualcuno_muore_-278450303/
https://sfero.me/article/lettera-luana-operaio?fbclid=IwAR2cD76dprgmdEn20bFRsitZfB99gUIw_38WjvUzLst8FB6o0BhjNkdIonw