L'Ucraina ritira gli Abrams dal fronte a causa dei droni russi
Crolla un altro mito occidentale in Ucraina. Le forze russe hanno già distrutto cinque dei 31 carri armati M1 Abrams di fabbricazione statunitense che il Pentagono ha inviato all'Ucraina lo scorso anno come parte degli aiuti militari USA al regime di Kiev.
I media mainstream e la politica occidentale li aveva presentati come l’ennesima arma capace di ribaltare le forze sul campo, mentre Mosca affermava he avrebbero solo prolungato il conflitto ucraino.
Alla prova dei fatti, l’Ucraina si è vista costretta a ritirare i tank forniti dagli USA dalla linea del fronte a causa di attacchi da parte di veicoli aerei senza pilota russi (UAV), secondo quanto reso noto da AP che cita fonti statunitensi a conoscenza della questione.
La proliferazione di droni russi di sorveglianza e d’attacco sul campo di battaglia significa che “non c'è un terreno aperto che si possa attraversare senza paura di essere scoperti”, ha detto una delle fonti.
Gli addetti ai lavori hanno aggiunto che “la guerra dei droni russi ha reso troppo difficile” per i carri armati Abrams “operare senza essere individuati o attaccati”.
Per il momento, i carri armati “sono stati spostati dalla linea del fronte e gli Stati Uniti lavoreranno con gli ucraini per reimpostare le tattiche”, ha dichiarato ai giornalisti il vicepresidente degli Stati Maggiori Riuniti, l'ammiraglio Christopher Grady.
In precedenza, in un'intervista all'AP, aveva avvertito che “se si pensa a come si è evoluto il combattimento, i blindati in massa in un ambiente in cui i sistemi aerei senza pilota sono onnipresenti possono essere a rischio”.
“Ora c'è un modo per farlo. Lavoreremo con i nostri partner ucraini e con gli altri partner sul campo per aiutarli a pensare a come utilizzarli, in questo tipo di ambiente cambiato, dove tutto è visibile immediatamente", ha aggiunto Grady, in un apparente accenno ai droni di sorveglianza russi.
Negli ultimi due mesi, le forze russe hanno distrutto almeno cinque carri armati Abrams nella zona di operazioni militari speciali, grazie anche al lavoro dei droni da combattimento, secondo il Ministero della Difesa russo. In precedenza, il Pentagono aveva consegnato al regime di Kiev un totale di 31 carri armati Abrams nell'ambito degli aiuti militari statunitensi.