"L'Ucraina vincerà"? Sicuramente l'Europa perirà da colonia

6727
"L'Ucraina vincerà"? Sicuramente l'Europa perirà da colonia

“L’Ucraina vincerà”. 

Questo vanno ripetendo da giorni i leader europei invocando sempre maggiori sanzioni e l’embargo totale dei prodotti energetici russi. 

A questi strateghi d’accatto, cui andrebbe ricordato che l’imminente e tanto sbandierato fallimento della Russia è in realtà diventato il rublo ai massimi storici da due anni a questa parte, bisognerebbe spiegare una cosa. L’Unione europea non produce da anni più niente. Se paragonata a Cina e Sud Est asiatico a livello industriale fa semplicemente ridere.

Tanto per capirci, Germania, Francia, Italia e Regno Unito rappresentano tutte insieme poco più del 10% della produzione industriale globale. La Cina - che da sola è al 28,4% - con Giappone, India e Corea del Sud arriva al 42%. 

Ora, secondo voi tutto il gas e petrolio russo inizialmente destinato a noi dove andrà a finire? Resterà stoccato? Ovviamente no. Verrà semplicemente venduto ai vicini orientali. Non a caso poche settimane fa Pechino e Mosca hanno firmato accordi su petrolio e gas per un valore di 117,5 miliardi di dollari e l’export di gas russo verso la Cina è cresciuto del 60% in due mesi. Cosa significa questo? Che loro, gli asiatici, cresceranno ancora di più. E noi (Italia e Germania in primis), a cui le importazioni di gas e petrolio russo a basso costo servivano principalmente per mantenere i prezzi delle merci concorrenziali, muovere i nostri mezzi e riscaldare le nostre case, resteremo col cerino in mano. Con costi di produzione più alti e, inevitabilmente, anche costi sociali più alti. Molto più alti. Come credete si tradurrà tutto questo nello scacchiere internazionale? 

Nel cuore dell’Asia nascerà un blocco (certamente parecchio eterogeneo) economicamente, demograficamente, militarmente e tecnologicamente molto più forte di quello occidentale. 

La vecchia Europa, invece, si avvierà verso un complessivo, definitivo e inesorabile declino. Al suo posto uno spazio graniticamente atlantico, militarmente e culturalmente, storicamente reciso dalla sua eredità plurimillenaria, isolato dal resto dell’Eurasia e relegato ai margini del mondo che conta. Una periferia della periferia, completamente dipendente da un centro imperiale, gli USA, che, per sopravvivere e rallentare il suo inevitabile declino, non esiterà ad applicare violente politiche di sfruttamento sul suolo europeo con un vigore ancora maggiore di quanto fatto fino ad oggi. Da epicentro a terzo mondo in meno di un secolo. E soltanto per compiacere un padrone il cui principale obiettivo rimane da secoli sempre lo stesso: recidere qualunque legame (anche potenziale) dell’Europa col suo storico spazio, quello mediterraneo e asiatico, per impedire una saldatura mortale per gli interessi del globalismo anglo-americano. 

Se non sarà la guerra mondiale, quindi, sarà il pesantissimo lascito del conflitto commerciale a cancellarci dalla storia. Proiettandoci in un futuro di miseria umana, economica, culturale e di irrilevanza complessiva che ci declasserà definitivamente allo status di spazio coloniale. 

Non so se l’Ucraina vincerà, ma anche se dovesse accadere sarà in ogni caso una vittoria di Pirro.

Antonio Di Siena

Antonio Di Siena

Direttore editoriale della LAD edizioni. Avvocato, blogger e autore di "Memorandum. Una moderna tragedia greca" 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Come la post-verità diventa post-realtà di Giuseppe Masala Come la post-verità diventa post-realtà

Come la post-verità diventa post-realtà

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti