Lula e la causa palestinese
Luiz Inacio Lula da Silva, comunemente noto come Lula, attuale presidente del Brasile e figura di spicco della politica brasiliana, è un appassionato sostenitore della giustizia sociale e dei diritti umani. Nel corso della sua carriera, Lula ha dimostrato un impegno incrollabile per la causa della liberazione palestinese, rimanendo fermo nel suo sostegno al popolo palestinese nella sua lotta contro l’occupazione e l’oppressione israeliana.
Lunedì 19 febbraio il governo di Israele ha dichiarato il presidente brasiliano "persona non grata" per aver paragonato l'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza all'Olocausto nazista con il premier israeliano Benjamin Netanyahu nelle vesti di novello Hitler. Il leader sudamericano, durante il suo tour in Africa, è tornato nuovamente a condannare con fermezza il genocidio dei palestinesi e ha chiesto il riconoscimento internazionale della loro sovranità territoriale.
Alla riunione della Lega Araba in Egitto, il presidente Lula ha affermato che "è urgente fermare il massacro". La posizione del Brasile è chiara. Non ci sarà pace finché non ci sarà uno Stato palestinese, all'interno di confini concordati e riconosciuti a livello internazionale, che includano la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, con Gerusalemme Est come capitale" e ha aggiunto che "la decisione sull'esistenza di uno Stato palestinese indipendente è stata presa 75 anni fa dalle Nazioni Unite. Non ci sono più scuse", sollecitando la ripresa dei negoziati di pace come "causa universale".
In risposta alla manovra sionista, il governo brasiliano ha richiamato il suo ambasciatore a Tel Aviv per consultazioni e ha convocato l'ambasciatore israeliano a Brasilia per ottenere spiegazioni.
In ogni caso, nessuno può permettersi il lusso di giudicare l'ex operaio metalmeccanico e sindacalista, per la terza volta alla guida del gigante sudamericano, come un demagogo per le sue continue dichiarazioni in difesa della Palestina davanti alla comunità internazionale.
Queste sono infatti perfettamente coerenti con il percorso politico di Lula.
L'impegno di Lula per la liberazione della Palestina può essere fatto risalire ai suoi primi giorni come leader sindacale in Brasile. Nella sua veste di presidente del sindacato dei metalmeccanici di São Bernardo do Campo, Lula ha sviluppato una profonda comprensione dell'importanza della solidarietà e dell'azione collettiva nella lotta per i diritti delle comunità emarginate e oppresse. Questa esperienza gettò le basi per il suo incrollabile sostegno alla causa palestinese.
Come presidente del Brasile dal 2003 al 2010, Lula ha compiuto passi concreti per dimostrare la sua solidarietà al popolo palestinese. Nel 2010, Lula ha riconosciuto lo Stato di Palestina entro i confini del 1967, una mossa che ha raccolto ampi elogi da parte degli attivisti palestinesi e delle organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo. Questo gesto è stata una chiara dimostrazione dell'impegno di Lula per la giustizia e l'uguaglianza per il popolo palestinese.
Oltre ai suoi sforzi diplomatici, Lula è stato anche un forte sostenitore dei diritti dei palestinesi nei forum internazionali. Si è espresso contro l'aggressione sionista israeliana e le violazioni dei diritti umani a Gaza e in Cisgiordania, chiedendo la fine dell'occupazione e la creazione di uno Stato palestinese libero e indipendente. La forte posizione di Lula su questo tema gli è valsa il rispetto e l'ammirazione di tutta quella parte di mondo stufa dei soprusi imperialisti. Un mondo che ovviamente non comprende il marcio blocco occidentale in putrefazione guidato dagli Stati Uniti. I principali complici del genocidio palestinese.
L'impegno di Lula per la liberazione della Palestina è radicato nella sua fede nella dignità e nel valore intrinseci di ogni essere umano. Ha sempre sostenuto che il popolo palestinese merita gli stessi diritti e le stesse libertà di qualsiasi altro popolo e ha costantemente sostenuto una soluzione giusta e duratura al conflitto israelo-palestinese. La chiarezza morale di Lula e la sua incrollabile dedizione alla causa della liberazione palestinese lo hanno reso una figura rispettata e influente nel movimento di solidarietà globale.
Nonostante le critiche e le reazioni negative di alcuni ambienti per il suo schietto sostegno alla causa palestinese, Lula è rimasto fermo nel suo impegno per la giustizia e l’uguaglianza per tutti i popoli. Ha costantemente utilizzato la sua piattaforma e la sua influenza per aumentare la consapevolezza sulla difficile situazione del popolo palestinese e per mobilitare il sostegno alla sua lotta per la libertà e l’autodeterminazione. Il sostegno di Lula ha ispirato innumerevoli persone in tutto il mondo ad unirsi al movimento per la liberazione della Palestina e ad essere solidali con il popolo palestinese nella sua ricerca di giustizia.
Tornando all’attualità, vediamo che Lula in questa escalation di tensione geopolitica, sta ricevendo il sostegno di diverse organizzazioni del suo Paese, come dei suoi omologhi regionali Gustavo Petro, Miguel Diaz Canel, Nicolas Maduro, Luis Arce e gli Stati membri dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA-TCP), oltre al netto sostegno di tutto quello che viene definito come il Sud del mondo.
Lula sostiene il rispetto dei diritti umani, il diritto all’autodeterminazione dei popoli, la sovranità nazionale, la cooperazione internazionale e la lotta al neocolonialismo e il sacrosanto diritto di uno Stato per il popolo palestinese. Lula Da Silva è stato dichiarato "persona non grata" dal criminale regime di occupazione israeliano, mentre è invece una persona grata per i popoli del mondo.