L'ultimatum dei tre dittatori al presidente legittimo del Venezuela
di Fabrizio Verde
Se in Venezuela non vengono convocate entro otto giorni elezioni «eque, libere e democratiche», Francia, Spagna e Germania riconosceranno il golpista Juan Guaidò come presidente del Venezuela. Questa la minaccia dal sapore mafioso rivolta al legittimo presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro, unanimemente dal presidente francese Emmanuel Macron, dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Con questa mossa l’Unione Europea si conferma ancora una volta formata da dirigenti che disprezzano ogni principio basilare della democrazia. Nonostante con questo termine si sciacquino la bocca quotidianamente al solo scopo di fare propaganda di basso livello. Infatti si tratta degli stessi leader che caldeggiano la ripetizione del referendum nel Regno Unito sulla Brexit; così come non hanno mai rispettato la volontà di quei popoli che quando chiamati ad esprimersi su euro o Unione Europea hanno sempre bocciato il mostro neoliberista con sede a Bruxelles.
Ancora una volta i leader europei si trovano a sostenere una strategia golpista ordita in quel di Washington. Proprio come accaduto con l’Ucraina. Basti ricordare a tal proposito il sostegno aperto ai nazisti, con l’allora capogruppo dei socialisti europei, Gianni Pitella, in piazza Maidan ad arrinagare la folla dinanzi a bandiere neonaziste che garrivano al vento.
Vi è inoltre un serio problema di credibilità per questi leader. Sono nella condizioni di porre a Maduro un ultimatum e chiedere la convocazione entro otto giorni di elezioni «eque, libere e democratiche»?
Emmanuel Macron vinse le elezioni presidenziali superando al ballottaggio Marine Le Pen, ma quella tornata elettorale fu segnata dal record di astensioni (25,38%) registrate durante la V Repubblica e ben 8 milioni di schede bianche. Vi risulta che qualcuno abbia chiesto nuove elezioni in Francia? Inoltre Macron ha avuto l’ardire di invitare i venezuelani a scendere in piazza per rovesciare Maduro mentre in patria reprime duramente le proteste dei gilet gialli.
Che dire del ‘socialista’ spagnolo Pedro Sanchez? Non è stato eletto, ma arrivato alla presidenza del consiglio dei ministri iberico solo perché è riuscito a far cadere il governo guidato da Mariano Rajoy con una mozione di sfiducia che in Parlamento ha incassato il sostegno degli indipendentisti catalani e dei nazionalisti baschi. Anche in questo caso facciamo sommessamente notare: qualcuno ha chiesto che in Spagna si tengano nuove elezioni per legittimare la presidenza di Pedro Sanchez che invece vuol dettar legge a Caracas e calpestare la sovranità popolare del Venezuela?
E veniamo così alla cancelliera tedesca Angela Merkel. La democristiana originaria della Germania Est l’anno scorso è stata rieletta cancelliera per la quarta volta consecutivamente. La Merkel è da 14 anni al potere, un vero e proprio record in Europa. Guida ancora una volta una Grosse Koalition con i socialdemocratici rigettata finanche dalle basi dei due partiti stessi. Vi risulta che qualcuno abbia avanzato dubbi sul governo Merkel - il principale sostenitore dell’austerità in Europa - chiedendo alla cancelleria un passo indietro? La risposta è no.
Questi leader hanno la credibilità per chiedere a Maduro di convocare nuove elezioni in un lasso così breve di tempo, sconfessando la volontà popolare espressa dai venezuelani nelle urne lo scorso mese di maggio. Ancora una volta, la risposta è no.