Maduro dopo la vittoria: "Il fascismo non passerà in Venezuela"

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Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, ha festeggiato la sua rielezione con una grande folla che si era radunata al Palazzo Miraflores dalle prime ore della sera per attendere il primo bollettino del Consiglio Nazionale Elettorale.

“Trionfo dell'indipendenza nazionale”, ha detto il presidente rieletto, sottolineando che ”non sono riusciti con le sanzioni, non sono riusciti con le aggressioni, non hanno potuto con le minacce. Non ci sono riusciti ora e non ci riusciranno con il popolo venezuelano”.

Ha dichiarato che “il fascismo in Venezuela, la terra di Bolívar e Chávez, non passerà”, per poi aggiungere che “non siamo nati nel giorno dei codardi, dei tiepidi e dei timorosi, siamo nati nel giorno in cui la luce del Libertador ha brillato in questa patria”, in riferimento alle critiche di alcune figure internazionali.

“Grazie a Dio per questo trionfo, che è il trionfo del popolo, che lo merita. Questo è il tuo trionfo, Comandante Chávez, questo popolo non ti ha mai deluso”, ha affermato con emozione, e ha assciurato che ‘ci saranno pace, stabilità, rispetto della legge e giustizia’.

“Quello che chiedo come presidente è il rispetto per la Costituzione, per i poteri pubblici e per la vita sovrana del Venezuela. Rispetto per la volontà del popolo. Non è la prima volta che cercano di violare la pace della Repubblica”.

Attacco al sistema di trasmissione CNE

Il presidente ha colto l'occasione per ripudiare il massiccio attacco al sistema di trasmissione del Consiglio Nazionale Elettorale “perché volevano impedire la totalizzazione dei voti”.

“Sappiamo da dove l'hanno fatto, sappiamo da quale Paese è arrivato. Ormai sappiamo chi l'ha ordinato. Spetta alla Procura della Repubblica stabilire le sanzioni”, ha dichiarato il presidente in merito all'attacco denunciato pochi minuti prima dal presidente del Potere Elettorale, Elvis Amoroso, che ha affermato che il ritardo nella totalizzazione dei risultati era dovuto a questo tentativo di sabotaggio.

“Non è la prima volta. Ho visto questa pellicola diverse volte. È il film dell'estrema destra... oggi hanno cercato di impedire il bollettino, hanno cercato di sabotare i seggi elettorali, abbiamo catturato un gruppo di terroristi che voleva sabotare i seggi elettorali”, ma in risposta “il popolo ha detto pace, stabilità e in Venezuela ci sarà pace per il nostro Paese”.

Maduro risponde a Milei

Nel suo discorso il presidente venezuelano ha anche risposto alle accuse lanciate dal suo omologo argentino, Javier Milei, che ha definito un “sadico sociopatico che gode nel far soffrire il popolo argentino”.

“A Milei dico: 'Non puoi resistere nemmeno un 'round' con me, vigliacco, traditore della patria. Sei un fascista”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Bolivariana dopo che Milei ha denunciato attraverso i suoi social network una presunta frode, quando ancora non erano noti i risultati del voto.

“Questo popolo ha già detto no al capitalismo selvaggio. E da Caracas, dal Venezuela, dico no a Milei, no al nazifascista Milei“, ha insistito Maduro, davanti alla folla di venezuelani che lo sosteneva gridando: ‘Milei, feccia, tu sei la dittatura’”.

Qualche ora prima, Milei aveva annunciato che il suo governo “non riconoscerà un'altra frode”, poiché, secondo lui, “i venezuelani hanno scelto di porre fine alla dittatura comunista”. “I dati annunciano una vittoria schiacciante dell'opposizione e il mondo sta aspettando che lui [Maduro] riconosca la sconfitta dopo anni di socialismo, miseria, decadenza e morte”, le parole del fanatico ultraliberista.

Appello al dialogo nazionale

Maduro ha annunciato che, come aveva proposto durante la campagna elettorale, emanerà un decreto di convocazione di un Grande Dialogo Nazionale, che includerà tutti i venezuelani che rispettano la Costituzione e la decisione sovrana del popolo nelle recenti elezioni.

A questo proposito, ha dichiarato che darà priorità al dialogo economico, per continuare a generare ricchezza; chiederà anche il dialogo sociale, per fissare l'agenda e approvare la legge anti-blocco per recuperare i redditi dei lavoratori.

Allo stesso modo, aprirà un dialogo culturale, per riposizionare i valori della nazionalità e dell'identità venezuelana; e naturalmente il dialogo politico, “con tutti”, ma ponendo come condizione che rispettino la Costituzione e le istituzioni, che rispettino la decisione del popolo del 28 luglio.

Ha annunciato che il decreto sul dialogo convocherà anche le elezioni del 25 agosto, in modo che le comunità possano scegliere i progetti da sviluppare.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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