Manifestazioni contro il green pass. Cosa bisogna fare adesso
No green pass! Davvero sbalorditivo questo 24 luglio che, dopo un anonimo appello circolato sui social, ha visto le piazze di decine di città italiane riempirsi di migliaia di persone. Forse, a garantire il successo della mobilitazione proprio l’assenza di un promotore che ha evitato quelle meschinità tra organizzazioni che continuano ad impedire la nascita di un movimento di massa. O forse è stata la curiosità di tanti che si sono recati nelle piazze solo per dare una occhiata ad un evento convocato in modo così insolito. Comunque sia, è stato dovunque un successo. Ad esempio, a Napoli dove la manifestazione si è trasformata in un corteo – 5.000 persone - alimentato da tanti passanti che, con entusiasmo, vi si sono progressivamente inseriti.
Una giornata storica, quindi per un paese come il nostro che, a differenza di tanti altri, aveva visto mobilitazioni ben presto dissoltesi nel nulla essendo basate – come quelle dei ristoratori, scandite dallo slogan “Tu ci chiudi, tu ci paghi” o quelle contro la Dad, che chiedevano una “Scuola sicura” basata sulla effettuazione di tamponi - sulla sostanziale accettazione della strategia ufficiale per uscire da questa emergenza: l’isolamento del contagiato. D’altra parte, limitandosi a sbandierare la sacrosanta esigenza di libertà, e quindi No green pass, è illusorio sperare nel risveglio dei tantissimi che oggi vedono proprio in questa “libertà” la causa del proseguimento del contagio presentato come l’anticamera di una ecatombe.
Bisogna quindi, oggi più che mai, impegnarsi in una capillare campagna di informazione basata su alcuni punti. L’impossibilità di eradicare con mascherine, confinamenti, vaccini… un virus ormai endemico, asintomatico nel 95% dei casi e che continuerà a circolare nella popolazione per anni; la follia di vaccini sperimentali che fino ad un anno fa la “Scienza ufficiale” consigliava per i soli over 80 e che oggi si pretende di imporre a tutti; l’assoluta esigenza di ripristinare una medicina territoriale e, soprattutto cure già dimostratesi efficaci ma che continuano ad essere ufficialmente negate perché solo così è stato possibile l’utilizzo di vaccini sperimentali; la fine della disseminazione di tamponi (ci sono finora costati 3,2 miliardi di euro) che manipolando arbitrariamente il numero di cicli di amplificazione a cui sono sottoposti servono solo a scovare fantomatici “focolai di Covid” e a imporre nuovi lockdown.
Una capillare campagna di informazione da effettuare sulle strade, tutti i giorni. Non già sui social dove ci hanno confinato.