Marco Rubio, il piccolo Trump

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Marco Rubio, il piccolo Trump

Mediapart

Il Washington Post ha dovuto dire a Marco Rubio che stava mentendo: la sua famiglia non aveva lasciato Cuba per sfuggire alla "dittatura" di Fidel Castro. I suoi elettori si sono sentiti profondamente ingannati, ma era troppo tardi. 

Lui e i suoi finanziatori sapevano che una simile bugia era, ed è tuttora, fondamentale per qualsiasi aspirante politico in Florida. Questo "figlio di esuli", come amava definirsi, nascondeva deliberatamente il fatto che i suoi genitori avevano lasciato Cuba con un visto di immigrazione quasi tre anni prima del trionfo della Rivoluzione. La situazione economica e politica sotto la dittatura di Fulgencio Batista li aveva costretti a farlo. Nel 2011, poi, è stato necessario modificare la biografia dell'attuale capo del Dipartimento di Stato sul sito ufficiale del Senato. 

Marco Rubio è nato a Miami nel maggio 1971. Due anni dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, ha iniziato il suo percorso politico fino a essere eletto, nel 1998, nel Consiglio comunale di West Miami. Nello stesso anno ha sposato Jeanette Christina Dousdebes, i cui genitori erano immigrati colombiani. Un anno dopo è diventato membro della Camera dei Rappresentanti della Florida, che ha presieduto dal 2006 al 2008. Nel 2010 è passato al Senato federale, sostenuto dal movimento politico Tea Party, conservatore fino al midollo. A quel punto Rubio era già noto come uno dei membri più reazionari del Partito Repubblicano.

Ha abbagliato gli elettori con la sua finta "tragedia" dell'"esilio", ma anche con il suo modo di parlare in cui ha mescolato "la sua faccia da bambino, che non appare mai senza un sorriso ‘Colgate’, con i gesti copiati del mediocre attore e presidente Ronald Reagan, che ha preso come guida ideologica. Ricordiamo che Reagan è stato uno dei presidenti più incolti e retrogradi della storia del Paese.

La carriera fulminante di Rubio non sarebbe stata possibile senza due grandi patrocini. Uno, la Fondazione Nazionale Cubano-Americana, FNCA. Questa fu creata dal Consiglio Nazionale per la Sicurezza di Ronald Reagan nel 1983 per partecipare alle sue strategie di politica estera. Questa organizzazione ebbe un immenso potere da quelle date fino all'inizio del nuovo secolo. Aveva un apparato militare che, tra altri atti terroristici, fece esplodere diverse bombe a Cuba. Una di queste uccise il giovane italiano Fabio Di Celmo nel 1997. La FNCA partecipò alla guerra contro la rivoluzione nicaraguense negli anni Ottanta, che coinvolse diversi paesi centroamericani. Molti dei suoi membri finirono coinvolti nel traffico di cocaina organizzato dalla CIA per finanziare azioni clandestine e l'arricchimento personale. Fino ad oggi Rubio mantiene una stretta relazione con i dirigenti della FNCA.

Il secondo patrocinio fu il più decisivo: il clan Bush, in particolare Jeb, ex governatore della Florida. Rubio riuscì a stabilire con Jeb una stretta relazione di amicizia e interessi politici. Rubio era considerato un "protetto" del clan Bush (due presidenti della nazione e un governatore), beneficiando del loro supporto e orientamento nella politica della Florida, prima, e poi come senatore a Washington.

Con questi padrini e guide ideologiche, Rubio divenne un "animale politico" che rispettava poche regole, al punto da rendere smisurate le sue ambizioni: nelle elezioni del 2016 si candidò per la nomination presidenziale repubblicana, senza curarsi del fatto che Jeb aveva già annunciato che lo avrebbe fatto. Per la prima volta nella politica di quel paese, mentore e protetto si scontrarono per gli stessi voti e la stessa carica. Jeb Bush diceva di avere l'essenza del Partito Repubblicano, mentre Rubio si presentava come il nuovo volto; affermava che le elezioni “sono una scelta generazionale” e che i leader politici di entrambi i partiti erano “superati”. Ovvero, vecchi: Jeb aveva allora 63 anni, ma includeva anche la candidata democratica Hillary Clinton, di 69 anni.

Nelle primarie repubblicane, che avrebbero scelto il candidato del partito alla presidenza, Rubio dovette affrontare anche Donald Trump, emerso come leader indiscutibile. La strategia di Rubio fu di affrontarlo aggressivamente, mettendo in discussione la sua credibilità per "smascherarlo", al punto da definirlo "truffatore". La stampa fu unanime nel definire "surrealista" un dibattito pubblico in cui Rubio "insinuò che Trump avesse mani piccole, portando Trump a difenderne le dimensioni", arrivando a "una volgare rissa" verbale. 

Dopo aver appreso che il magnate lo aveva battuto in modo "umiliante" nelle primarie, persino nella stessa Florida (27% contro 45%), disse: "Non è il piano di Dio che io sia presidente nel 2016 o forse mai".

Questa sconfitta nel suo feudo non è dovuta solo a ciò che ha fatto contro Jeb Bush. Il principale quotidiano in lingua spagnola della Florida, El Nuevo Herald, ha dichiarato: “Ha provocato una grande delusione quando ha assunto la retorica degli elementi più duri del partito [...] abbandonando la riforma dell'immigrazione per invocare un discorso rivolto ai bianchi non ispanici, timorosi del cambiamento demografico del Paese [...] Grazie a repubblicani come Rubio, che si sono appellati alla xenofobia e ai grandi interessi, il Partito Repubblicano è nel mezzo di una crisi inconciliabile”. ...] Grazie a repubblicani come Rubio, che fanno appello alla xenofobia e ai grandi interessi, il Partito Repubblicano è irriconoscibile [...] La grande idea di Rubio è stata quella di eliminare i benefici per gli immigrati, in piena crisi. “Nessuno può difendere questo”, ha detto in Senato con la sua tradizionale arroganza".

In quelle primarie, Rubio chiarì che era ancora contrario all'Obamacare, la Legge per l'Assistenza Sanitaria a Basso Costo, grazie alla quale milioni di persone a basso reddito riescono a curarsi, con molti più cittadini statunitensi favoriti rispetto agli immigrati. Ha continuato a ricevere il supporto delle congregazioni religiose, specialmente quella Cattolica, ripetendo di essere contrario all'aborto. 

Essendo uno dei grandi sostenitori del possesso di armi, Rubio ha un terzo patrocinio: ha ricevuto circa 3,3 milioni di dollari in donazioni dalla National Rifle Association, NRA, durante la sua carriera politica. È tra i senatori che hanno ricevuto più denaro dal lobby delle armi, occupando il sesto posto, secondo l'organizzazione United Against Gun Violence. Si deve considerare che in questo paese è più facile acquistare un'arma che il latte: ci sono circa 393 milioni di armi da fuoco in circolazione. Ciò significa che ci sono più armi che abitanti nel paese, con una proporzione di circa 120 armi ogni 100 statunitensi.

Solo nel 2024, gli Stati Uniti hanno registrato un totale di 15.717 morti per arma da fuoco. Inoltre, ci sono stati 479 sparatorie di massa. Il tasso di omicidi negli Stati Uniti è significativamente più alto rispetto ad altri paesi cosiddetti sviluppati. Ad esempio, nel 2022 il tasso era di 6,38 ogni 100.000 abitanti, rispetto a 0,68 in Spagna. 

Il 13 novembre 2024, il presidente eletto Donald Trump annunciò di aver designato Rubio come suo Segretario di Stato. Si erano già dimenticati degli insulti reciproci del 2016. Assumendo l'incarico, lo rese il latino a ricoprire la posizione più importante nella storia del governo statunitense.

Parlando chiaramente, per Trump l'importante è avere in quella posizione chiave qualcuno che senza esitazione faccia ciò che gli viene chiesto, anche se rischioso o illogico. Trump decide. Ha solo bisogno di chi obbedisca, di chi gli sia leale. Ecco perché nel suo governo le persone competenti nelle cariche sono molto poche.

La prova: appena seppe di essere stato designato, Rubio iniziò a usare le parole del capo. Disse: “Sotto la leadership del presidente Trump raggiungeremo la pace attraverso la forza e metteremo sempre gli interessi degli statunitensi e degli Stati Uniti al di sopra di tutto il resto”. Copiò quasi parola per parola. 

Mentre Trump dichiarò in un comunicato: “Marco è un leader molto rispettato e una voce potente della libertà. Sarà un fermo difensore della nostra nazione, un vero amico dei nostri alleati e un guerriero intrepido che non indietreggerà mai davanti ai nostri avversari”.

Trump sa che Rubio, a 53 anni, è considerato un falco di linea dura in politica estera. Lo ha già dimostrato come presidente del Comitato per l'Intelligence del Senato, dove ha guidato molte iniziative guerrafondaie di politica estera.

Ma dei fatti concreti della politica estera nei tempi di Trump-Rubio parleremo in un prossimo testo.

(Traduzione de l'AntiDiplomatico)

Hernando Calvo Ospina

Hernando Calvo Ospina

Colombiano residente in Francia.  Scrive per diversi media internazionali. Ha pubblicato 14 libri, tutti tradotti in più lingue. Negli ultimi anni ha realizzato diversi documentari.

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