Milei, il presidente dell'austerità e della disoccupazione votato dai giovani

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Milei, il presidente dell'austerità e della disoccupazione votato dai giovani

Il panorama politico di qualsiasi paese è un’arena complessa e dinamica, modellata dall’interazione di diversi fattori, tra cui le condizioni socioeconomiche e l’opinione pubblica. Negli ultimi tempi, l’Argentina ha visto un aumento del sostegno per Javier Milei, in particolare tra la popolazione più giovane. È sconcertante, tuttavia, osservare come questi giovani abbiano votato per un candidato le cui politiche andranno contro i loro stessi interessi.

Con una partecipazione elettorale che ha superato il 76%, il popolo argentino ha eletto il presidente che governerà nei prossimi quattro anni: l'economista fanatico e verbalmente violento Javier Milei ha superato di oltre 10 punti il ??candidato peronista della coalizione Unione per la Patria, Sergio Massa.

Milei ha iniziato la sua carriera politica nel 2021 candidandosi per occupare un posto alla Camera dei Deputati della Città Autonoma di Buenos Aires, per il partito La Libertad Avanza. Alle elezioni il ‘leone’ (come viene chiamato Milei) è stato eletto deputato nazionale. In soli due anni è riuscito ad affascinare milioni di argentini con le sue idee ultra-liberiste ed è diventato così un serio candidato per vincere le elezioni presidenziali. La domanda è: chi vota per Milei?

Un’ampia nicchia di persone che hanno eletto l’ultraliberale alle urne sono giovani, alcuni dei quali i famosi millennial.

Una possibile spiegazione di questo fenomeno è la disillusione e la frustrazione che le generazioni più giovani provano nei confronti di quello che viene percepito o descritto come establishment politico. Milei, con la sua retorica radicale e la promessa di cambiamenti estremi, si presenta come un antidoto alla corruzione percepita e all’inefficienza di quei politici definiti come tradizionali. Questo sentimento è comprensibile, poiché i giovani sono cresciuti in un clima economico instabile, afflitto da un’inflazione dilagante, da alti livelli di disoccupazione, nonché da una martellante propaganda contro il cosidetto ‘kirchnerismo’ che in realtà rappresenta l’unico argine concreto al neoliberismo e la barbarie. 

Quindi vedono Milei come una boccata d’aria fresca, un’opportunità per una vera riforma e una rottura con lo status quo, anche se Milei non è altro che il vecchio neoliberismo nella sua versione più estrema e cruda. L’ottusa ideologia che in passato ha condotto l’Argentina al default e con Macri ha ipotecato il futuro del paese indebitandolo fino al collo con gli strozzini del Fondo Monetario Internazionale.

La cattiva e fallimentare gestione di Mauricio Macri portò gli argentini a virare di nuovo verso il peronismo con Alberto Fernández presidente e Cristina Fernández vicepresidente. Questo governo si è però distinto per una incredibile ed assurda immobilità di fronte ai gravi problemi che il paese si trovava ad affrontare. Inoltre la pandemia ha accolto Fernández quando era in carica solo da pochi mesi. L’isolamento obbligatorio imposto dal presidente sarà ricordato come il più lungo (e inutile) della storia. 

Milei ha coltivato una forte presenza online, pubblicando spesso video e impegnandosi in accesi dibattiti con gli avversari. La sua riconoscibilità e finanche l’incontinente violenza verbale del fanatico ultra-liberista risuonano per molti giovani disincantati e privi di qualsiasi preparazione politica, dando loro un senso di libertà d'azione. Allineandosi con Milei, si vedono come parte di un movimento più ampio contro l’ordine costituito, aggiungendo un senso di scopo ed entusiasmo al loro impegno. I social network hanno quindi giocato un ruolo fondamentale nella campagna che ha portato il "liberale libertario" a diventare così famoso, una strategia simile a quella utilizzata da Jair Bolsonaro e Donald Trump. Dopo l’ultimo dibattito presidenziale, i più importanti giornali argentini, come Clarín e La Nación, dichiaravano Massa vincitore del dibattito, mentre i social network parlavano di una clamorosa vittoria di Milei, anche se bisognerebbe indagare sul livello di ‘inquinamento’ propagandistico per tramite dei “bot” utilizzati per imporre temi, narrazioni, propaganda e fare il gioco sporco contro gli avversari.

Inoltre, nonostante le politiche di Milei siano oggettivamente contrarie agli interessi immediati dei giovani, c’è in gioco un elemento di riflessione a lungo termine. Alcuni ritengono che le sue proposte economiche, che includono rigida austerità, deregolamentazione e principi del libero mercato, gettino le basi per la prosperità futura. I giovani, gravati dall’instabilità economica, potrebbero essere disposti a sopportare sacrifici a breve termine se gli viene fatto credere dalla propaganda che ciò porterà a un’economia più forte in futuro. 

Tuttavia, è importante notare che non tutti i giovani che sostengono Milei sono pienamente consapevoli delle implicazioni delle sue politiche. Potrebbero essere attratti dalla sua personalità e dalle promesse di cambiamento senza comprenderne appieno le potenziali conseguenze. In alcuni casi, potrebbero semplicemente esprimere la loro insoddisfazione per lo stato attuale delle cose senza analizzare appieno la complessità delle proposte di Milei.

In conclusione, il sostegno dimostrato dai giovani a Milei, può essere attribuito a una combinazione di fattori. La loro disillusione nei confronti della politica definita come tradizionale, anche se poi MIlei si è alleato con buona parte di quella ‘casta’ contro cui sproloquia, il desiderio di cambiamento e la percezione di Milei come una figura carismatica, riconoscibile e portatrice di dirompenti novità contribuiscono a influenzare il loro voto. Inoltre, alcuni giovani potrebbero essere attratti dalle promesse economiche a lungo termine, nonostante i sacrifici a breve termine. Tuttavia, è importante riconoscere che non tutti i giovani elettori comprendono appieno le implicazioni delle politiche di Milei, evidenziando la necessità di un'informazione non piegata alla propaganda liberale e liberista per consentire loro di fare scelte informate.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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