Minsk - "Non è la Bielorussia ma l'Ue che sta strumentalizzando i migranti"

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Minsk - "Non è la Bielorussia ma l'Ue che sta strumentalizzando i migranti"

 

Documento inviato dall'Ambasciata della Bielorussia in Italia 

Traduzione di Marinella Correggia

 

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Assistenza ai migranti sul confine bielorusso con la Polonia

 

A causa di circostanze al di fuori del suo controllo, la Bielorussia ha recentemente sperimentato un aumento del flusso di migranti provenienti da paesi in conflitto. I migranti attraversano il territorio bielorusso per raggiungere i paesi dell'Unione Europea. Questa rotta di transito non è qualcosa di nuovo né di unico, e ha certamente dimensioni significativamente inferiori rispetto ai flussi di migranti che interessano Grecia e Italia. Di fatto, il transito attraverso la Bielorussia aveva luogo anche in precedenza, ma la Bielorussia e i paesi confinanti, lavorando insieme, riuscivano a garantire gli interessi comuni nel campo della sicurezza regionale e della protezione delle frontiere.

La situazione è cambiata dopo che l'Unione europea ha rifiutato di continuare a impegnarsi con la Bielorussia in modo costruttivo. La decisione dell'UE, collegata alle sanzioni, di porre fine alla cooperazione sui progetti di assistenza tecnica internazionale, che servivano a garantire la sicurezza sui confini dell'UE con la Bielorussia, ha messo a rischio gli accordi esistenti tra Bielorussia ed Europa sulle questioni di confine. L'UE ha congelato il suo finanziamento per un progetto di assistenza tecnica internazionale per la costruzione di centri per migranti irregolari in Bielorussia, come era stato stipulato nell'Accordo di riammissione e nella Dichiarazione sul partenariato per la mobilità. Pertanto, la Bielorussia è stata privata delle capacità necessarie per continuare il suo lavoro per affrontare le sfide comuni della migrazione illegale con lo stesso livello di priorità.

Dallo scorso aprile la Bielorussia ha proposto più volte alla Commissione europea di organizzare consultazioni sul progetto di assistenza tecnica di cui sopra e, in generale, sulla cooperazione nell’affrontare la migrazione irregolare. Sfortunatamente, l'UE ha sempre rifiutato tutte le nostre offerte di dialogo e ha invece optato per la politicizzazione del problema, applicando due pesi e due misure nel valutare le azioni dei suoi Stati membri, che pure sono state criticate dalle organizzazioni internazionali (UNHCR, IOM, OSCE, Consiglio d'Europa, ecc.). La Bielorussia non promuove in alcun modo la migrazione illegale verso i paesi dell'Unione europea, né usa il suo spazio aereo per questi scopi, come i paesi occidentali hanno costantemente cercato di sostenere. La procedura senza visto per l'entrata e l'uscita dai paesi "a rischio migratorio" è valida se c'è un visto d'ingresso multiplo valido di Stati membri dell'Unione Europea o di Stati membri dell'area Schengen, con un timbro di entrata nel territorio di uno Stato membro dell'Unione Europea o di uno stato membro dell'area Schengen, e con biglietti aerei con la conferma delle date di partenza.

 

La Bielorussia è profondamente preoccupata per l'attuale situazione di tensione ai propri confini con Polonia, Lituania e Lettonia. Una situazione che è stata esacerbata da una vuota campagna di pubbliche relazioni portata avanti da parte dei politici occidentali, i quali dichiarano una disponibilità ad accettare i migranti per motivi umanitari ed economici, incoraggiando così e rassicurando i potenziali richiedenti asilo. Promesse però che rimangono tali. La Bielorussia non ha da nascondere nulla, perché non viola i propri obblighi internazionali. Infatti, la Bielorussia ha permesso alle agenzie internazionali pertinenti di avere accesso ai migranti sul suo lato del confine e continua a cooperare con l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e la Società bielorussa della Croce Rossa al fine di fornire assistenza a queste persone in difficoltà.

Le affermazioni fatte da Polonia, Lituania e altri Stati secondo i quali la Bielorussia non permetterebbe l'aiuto umanitario ai migranti sono una vera e propria menzogna, utile allo scopo di ottenere fondi extra dal bilancio dell'UE per la costruzione delle loro barriere di filo spinato al confine. L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha confermato che la Bielorussia ha effettivamente permesso agli aiuti umanitari di raggiungere i migranti attraverso l'UNHCR, l'OIM e la Società bielorussa della Croce Rossa. Questo è stato confermato anche dall'addetto stampa del segretario generale dell'ONU durante un recente briefing regolare presso la sede delle Nazioni Unite.

Il comunicato stampa congiunto OIM e UNHCR il 12 novembre 2021, in cui si afferma che il giorno prima entrambe le agenzie hanno avuto accesso a un campo temporaneo sul lato bielorusso del confine vicino al checkpoint internazionale "Bruzgi", dove un gruppo di circa 2.000 richiedenti asilo, rifugiati e migranti è presente dall'8 novembre 2021, attesta pienamente la cooperazione della Bielorussia con le organizzazioni internazionali,  in netto contrasto con l’atteggiamento opposto, da parte di Polonia e Lituania. Ci sono molti bambini e donne tra i migranti, comprese donne incinte. Durante la visita, UNHCR e OIM hanno consegnato alcuni aiuti di emergenza, tra cui articoli igienici per bambini e donne, e alimenti. Nel prossimo futuro forniranno ulteriori articoli di aiuto come coperte, vestiti caldi, guanti, berretti e stivali per i bambini, che saranno consegnati dalla Società della Croce Rossa Bielorussa, partner delle suddette organizzazioni. OIM e UNHCR hanno approfittato della visita per parlare con le persone, fornendo ai migranti informazioni credibili sulle opzioni a loro disposizione.

E’ importante sottolineare che la Polonia ha inoltrato alla Bielorussia richieste assurde e irragionevoli, come quella di permettere a convogli umanitari polacchi di entrare in Bielorussia. Non c'è alcuna logica in queste richieste: infatti la Polonia potrebbe facilmente fornire assistenza sul proprio lato della frontiera, sul proprio territorio.  La Polonia, comunque, ha intrapreso una deliberata e cinica manipolazione dei fatti, confondendo la nozione di aiuto umanitario internazionale con il transito di un proprio convoglio. 

Inoltre, sia la Polonia che la Lituania hanno dichiarato lo stato di emergenza in alcuni territori lungo i loro confini. La Polonia continua a portare al confine contingenti militari ed equipaggiamenti speciali, aggravando pesantemente la situazione. Cannoni ad acqua sono stati posizionati proprio di fronte al filo spinato, a un paio di metri dai migranti. Quelli che sono riusciti a entrare in Polonia sono stati portati via dal personale polacco in qualche altro posto lungo il confine e poi respinti a forza in Bielorussia.

La Polonia ha perseguito politiche fuorilegge non solo contro gli stranieri in cerca di asilo, ma anche contro i suoi stessi cittadini che tentano di mostrare pietà per le persone in difficoltà. Per esempio, l'associazione pubblica polacca "Medici al confine" ha riferito che i medici volontari sono stati attaccati dai militari polacchi: questi ultimi hanno danneggiato le loro auto rovinando le ruote e rompendo i fari.

I giornalisti non hanno accesso alle zone di confine in linea di principio, mentre quelli che riescono a entrarvi si trovano a rischio di essere detenuti con la forza. La Bielorussia, al contrario, garantisce l'accesso ai giornalisti e ai rappresentanti dei media, compresi quelli stranieri, ad esempio la CNN.

La Bielorussia, ha scelto di non essere un osservatore esterno nell'orribile situazione alla frontiera messa in moto dalle autorità polacche, ma ha scelto invece di sfornire ai migranti tutto il necessario per salvare le loro vite in attesa che l'Europa risponda ai loro appelli di protezione internazionale e di asilo.

Al campo spontaneo dei migranti vicino al confine polacco, la Bielorussia ha consegnato kit alimentari, che comprendevano prodotti da forno e salse, stufato, acqua, dolci e frutta, così come kit per l'igiene, vestiti caldi e coperte, legna da ardere e generatori elettrici. Sono già stati distribuiti: acqua potabile - 7 tonnellate; latte - 6 tonnellate; prodotti a base di carne - 1,5 tonnellate; salse - 2 tonnellate, stufato di manzo - 500 kg; carne in scatola - 3 tonnellate; verdure in scatola - 0,8 tonnellate; prodotti da forno - 7 tonnellate; dolciumi - 3 tonnellate; frutta - 1 tonnellata; 100 set alimentari, vestiti caldi - 3200 unità, vestiti - 1000 unità; 811 coperte di lana. L'assistenza continua.

Gli aiuti sono stati raccolti dalle imprese statali bielorusse con il sostegno della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, dell'OIM, dell'UNHCR, della comunità afgana nella Repubblica di Bielorussia, così come di alcune associazioni pubbliche non governative bielorusse, in particolare l'Unione delle donne bielorusse.

I medici bielorussi forniscono assistenza medica qualificata e gratuita alle persone bloccate alla frontiera, sia direttamente sul posto che presso istituzioni mediche, se necessario, in particolare alle donne incinte e ai bambini. Sono state prese misure per prevenire la diffusione dell'infezione da coronavirus nei luoghi di aggregazione dei migranti.

L'attuale caos alla frontiera non è colpa della Bielorussia, ma l'Occidente si sta dando da fare per convincere del contrario. Come ha scritto The Guardian, la Bielorussia è diventata una comoda scusa per "mascherare la crudeltà dell'Europa". I fatti ci dicono che non è la Bielorussia che sta "strumentalizzando" i migranti, come l'UE e alcuni altri Stati predicano. È piuttosto l'Unione europea che li sta "strumentalizzando" quando, accusando la Bielorussia, cerca di giustificare il suo rifiuto di rispettare gli obblighi della Convenzione del 1951 relativa allo status dei rifugiati e le sue numerose violazioni delle norme europee e internazionali, sia nel campo dei diritti umani che in quello dell'asilo.

La Bielorussia aspetta che l'Unione europea inizi ad agire in conformità con le dichiarazioni di Josep Borrell, il capo della diplomazia europea, che ha detto in un'intervista a "France 24" che "la crisi migratoria non può essere risolta erigendo un muro sul confine polacco-bielorusso".

La Bielorussia è pronta a lavorare con tutti i partner internazionali, compresi i paesi occidentali, e a mettere da parte le differenze politiche al fine di evitare che la crisi migratoria nella nostra regione scivoli in una catastrofe umanitaria. Dunque, al fine di salvare vite umane.

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