National Interest - La tragica sottovalutazione della Russia e l'erosione del sostegno a Kiev

National Interest - La tragica sottovalutazione della Russia e l'erosione del sostegno a Kiev

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“Il pegno dell’arroganza è duro. A quattro mesi dall’inizio della decantata controffensiva dell’Ucraina – che, a fronte di enormi perdite di uomini e mezzi, ha ottenuto conquiste territoriali minime – il sostegno a Kiev si sta ampiamente erodendo”. Così Robert English, ex analista del Pentagono e direttore degli studi sull’Europa centrale presso la University of Southern della California in una nota molto articolata scritta per il National Interest, della quale riportiamo ampi stralci.

Anche la Russia ha armi e tecnologia…

“La delusione [per l’esito della controffensiva] deriva dal crescente peso economico della guerra e dai diuturni scandali prodotti dalla corruzione ucraina. Ma tutto ciò è aggravato dalla reazione contro l’eccessiva fiducia e l’arroganza dell’establishment che guida la politica estera occidentale, soprattutto americana”.

“Per mesi, le voci scettiche sono state messe a tacere mentre i media mettevano a confronto l’abilità tecnologico-militare occidentale con l’arretratezza e il disordine russo. I cervelli della NATO avrebbero sconfitto i muscoli russi, avevano previsto con fiducia gli esperti a giugno, rendendo così ancora più bruciante la disillusione e la sfiducia di ottobre”.

“Chi non è inorridito dalle oltre 20.000 vittime che si sono registrate per conquistare 100 miglia quadrate, che evoca la carneficina della prima guerra mondiale? Dato che la Russia occupa 40.000 miglia quadrate di territorio ucraino, l’insostenibilità di una simile campagna è evidente”.

“Eppure i funzionari di Bruxelles e Washington insistono sul fatto che la controffensiva di Kiev sta avendo successo, esaltando i piccoli progressi e le illusorie conquiste. Allo stesso tempo, un coro di ufficiali militari in pensione esagera la debolezza russa e intravede la vittoria grazie all’ennesimo trasferimento di armi ‘rivoluzionarie’ . Perché gli armamenti forniti dalla NATO, tra i quali si contano centinaia di carri armati moderni, non hanno funzionato come previsto?”

“A causa dei campi minati e delle trincee, lamentano, non volendo ammettere che la Russia sta combattendo ferocemente con abilità sia tattica che tecnologica, dalla subdola guerra elettronica ai devastanti droni anticarro. Ma non ci è stato detto che la tecnologia russa era arretrata rispetto a quella occidentale? E che l’Ucraina aveva un esercito di droni mentre i soldati demoralizzati della Russia erano scarsamente armati, mal guidati e sempre sull’orlo della diserzione?”

La tragica sottovalutazione della Russia

“La brutalità della guerra suscita passioni – ammirazione per l’Ucraina, odio e derisione verso la Russia – che infiammano il dibattito pubblico e impediscono un’analisi obiettiva. Quest’ultima, per definizione, deve essere imparziale. Se i think tank diventano faziosi e i media cheerleader, allora vediamo solo ciò che vogliamo vedere”.

“Con l’Ucraina, il coro dei cheerleader rispecchia quello dei nostri disastri consumati in Iraq e Afghanistan.. Di conseguenza, abbiamo sottovalutato l’avversario, il che ha portato a tattiche sbagliate, operazioni fallite e, ora, a indebolire il sostegno dell’opinione pubblica. E dopo? Come sempre, la scelta obbligata è l’escalation: fornire a Kiev ancora più armamenti e munizioni. Ma basteranno pochi squadroni di F-16 e qualche centinaio di ATACMS per sconfiggere la Russia?”

Quindi, English si dilunga sulle tante menzogne propalare da media e think tank, faziosi che hanno portato a una sottovalutazione della Russia sotto tutti i profili. Tanti gli esempi che elenca, riportiamo quello, eclatante, sulle munizioni: “’La Russia sta finendo le munizioni’. Una ricerca su Google di questa frase produce quasi dieci milioni di risultati, perché, con diverse modulazioni, il tema ha campeggiato sui titoli occidentali per un anno. CNN , Newsweek , The Economist , Forbes e Foreign Policy si sono tutti uniti al coro, facendo eco alle valutazioni dei funzionari della difesa statunitensi e britannici”. E ora si apprende che a scarseggiare di munizioni sono gli arsenali della Nato.

Cervello ucraino contro forza russa?

Prosegue English: “Rincorrendo la narrazione del ‘cervello ucraino vincente contro la forza russa’, una serie di potenziamenti all’arsenale di Kiev è stata pubblicizzata come si trattasse di armi miracolose. Tra questi, l’artiglieria HIMARS , i carri armati Leopard , i veicoli da combattimento per la fanteria Bradley, i missili Storm Shadow e le munizioni a grappolo DPICM,  tutti pubblicizzati come fattori di ‘cambiamento del gioco’ . Ma queste grandi speranze sono state deluse, per lo più a causa delle armi che i russi utilizzano per contrastarle”. Altra omissione della narrativa, spiega il cronista, che non ammette che anche i russi abbiano cervello e tecnologia efficaci.

“L’affermazione ‘l’Ucraina deve ottenere una vittoria decisiva e grazie ai più sofisticati armamenti NATO ciò avverrà’ non sottende né una strategia militare sensata né un dibattito politico responsabile. Quanti sostengono questa tesi amano ricordare il leader britannico della Seconda Guerra Mondiale, Winston Churchill, che rafforzò la determinazione della nazione nei momenti più bui e la condusse al trionfo”.

“Raramente ricordano il comandante britannico della Prima Guerra Mondiale Douglas Haig , la cui insistenza sul fatto che la Germania sarebbe crollata se solo gli Alleati avessero lanciato un’altra offensiva, alla fine avrebbe prolungato un’estenuante guerra di logoramento costata un milione di vite. L’arroganza non è solo un nostro nemico, ma anche dell’Ucraina”.

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