Non solo "terre rare": Trump presenta il conto all'Ucraina e UE
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico
Gli ucraini un giorno potrebbero diventare russi oppure no. Donald Trump utilizza parole di piombo, in una dichiarazione rilasciata a Fox News, spalancando una finestra su un’opzione che tanto spaventa Kiev e gli alleati da non prenderla neanche in considerazione: la conquista completa dell’Ucraina ovvero la vittoria totale e definitiva di Mosca (ammesso che sia questo il suo obiettivo strategico).
Il peso di queste parole, però, non cade sulle drammatiche conseguenze di un eventuale fallimento di un accordo, ma su ciò che la Casa Bianca pretende dall’Ucraina: le sue ricchezze minerali. Indipendentemente dall’esito dei negoziati o della guerra, se ci sarà o no un accordo, che gli ucraini diventino russi o meno, Washington “vuole indietro i soldi” e presenta il conto a Kiev.
"Ho detto loro [all'Ucraina] che voglio l'equivalente di 500 miliardi di dollari in terre rare. E hanno sostanzialmente accettato di farlo, così almeno non ci sentiamo stupidi", ha detto Trump.
La macchina per finalizzare lo scambio è già in moto. Il primo funzionario della Casa Bianca a recarsi in Ucraina, sarà il capo del Tesoro, Scott Bessent. Nei prossimi giorni sarà a Kiev per definire l’accesso alle terre rare. Secondo quanto riferisce il Kyiv Indipendent la visita è in agenda venerdì 16, ma la Casa Bianca non conferma. Inoltre i repubblicani hanno presentato martedì un disegno di legge sul programma Lend-Lease, che consentirà di fornire armi all’Ucraina a pagamento, seppur differito.
Zelensky sembra fiducioso. In un’intervista al Guardian ha dichiarato che se Trump riuscirà a portare Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati, sarà disposto a restituire la porzione della regione di Kursk sotto controllo delle forze ucraine.
"Scambieremo un territorio con un altro", ha detto, senza specificare quale parte avrebbe chiesto in cambio. "Non lo so, vedremo. Ma tutti i nostri territori sono importanti, non c'è una priorità".
Il presidente ucraino, inoltre chiede garanzie di sicurezza dagli Stati Uniti, l’Europa non può sostituirsi nel sostegno a Kiev. I partner europei, semmai, potranno inviare forze per il mantenimento della pace dopo il cessate il fuoco, perché Zelensky non crede che “le truppe ONU o qualcosa di simile abbiano mai veramente aiutato qualcuno nella storia”. Ok per le forze di peacekeeping europee, ma dovranno essere almeno 100-150 mila schierati in contrapposizione all’esercito russo. Sembra una lista dei desideri. Mosca ha già più volte liquidato questa opzione come inaccettabile.
Il capo del Pentagono Pete Hegseth, che nei prossimi giorni sarà a Bruxelles per il primo incontro con gli alleati della NATO, ha assicurato che il presidente statunitense vuole concludere rapidamente un accordo. Al New York Times Trump ha affermato che la scorsa settimana si sono verificati "enormi progressi" nei colloqui di pace. Sono stati stabiliti i contatti con la parte russa e ucraina e ritiene che si raggiungerà un accordo per porre fine alla guerra. "Penso che qualcosa accadrà".
Intanto però, la Casa Bianca avrebbe sospeso il piano di pace per l’Ucraina, che secondo i programmi una delegazione di altissimo profilo avrebbe dovuto illustrare agli alleati durante la conferenza di sicurezza di Monaco il prossimo venerdì. Secondo quanto riportano in forma non ufficiale il Telegraph e Reuters, prima di presentare la proposta di Washington,l’inviato per l’Ucraina Keith Kellogg si consulterà con gli alleati, per avere garanzie sulle forniture di armi. Washington vuole che l’onere del sostegno all’Ucraina ricada sui paesi europei, che saranno coinvolti nelle trattative solo per farsi carico dei costi della guerra. Nei colloqui a Monaco, Kellogg spiegherà agli europei che dovranno acquistare più armi statunitensi per l’Ucraina, prima dei colloqui di pace, per aumentarne la forza negoziale. La presentazione del piano di pace sarà rimandata a data da definirsi. La rivista Semafor sostiene che in realtà non esiste alcun piano di pace di Trump.
Inoltre, con il cessate il fuoco, potrebbe arrivare la richiesta a Zelensky di rinunciare ai propri poteri per lasciare la presidenza ad un’altra figura. La CNN suggerisce che potrebbe essere Zaluzhny, l’ex capo delle forze armate ucraine, silurato esattamente un anno anche per la sua rivalità con il leader ucraino.
La guerra ucraina si trasforma dunque da un gioco a somma zero ad una partita in cui Washington ha tutto da guadagnare, ottenendo centinaia di miliardi di dollari dalla vendita di armi per la deterrenza ( o per il proseguo dei combattimenti, se le trattative dovessero fallire) e dallo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, stabilendo quello che appare come un vero e proprio rapporto neocoloniale. I costi della guerra saranno interamente scaricati sull’Europa, mentre Kiev pagherà con le proprie ricchezze e con il sangue del suo popolo, la proxy war degli Stati Uniti contro la Federazione russa.