Noriega, la CIA e i narcodollari che insanguinarono l'America Latina

Documenti desecretati rivelano: per sconfiggere i sandinisti, la CIA chiuse gli occhi mentre tonnellate di droga inondavano il continente

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Noriega, la CIA e i narcodollari che insanguinarono l'America Latina

La storia di Manuel Noriega è quella di un uomo che per anni fu al servizio della CIA, prima di diventare il volto della corruzione e del narcotraffico in America Latina. Tutto ebbe inizio quando, da giovane cadetto in un’accademia militare in Perù, fu reclutato come informatore dall’agenzia di spionaggio statunitense, che lo protesse per decenni nonostante i suoi sempre più evidenti legami con il crimine organizzato. Addestrato in intelligence alla Scuola delle Americhe di Fort Gulick, Noriega salì al potere in Panama negli anni ’80, trasformando il paese in un crocevia strategico per gli interessi degli Stati Uniti nella regione.

Era l’epoca della Guerra Fredda, e Washington aveva bisogno di finanziare i contras, i ribelli nicaraguensi che combattevano il governo sandinista. Ma con il Congresso USA che bloccava i fondi, la soluzione arrivò proprio attraverso Noriega: Panama divenne un corridoio privilegiato per il traffico di cocaina dei cartelli colombiani, incluso quello di Pablo Escobar, e parte di quei soldi sporchi finirono nelle tasche dei contras. Un gioco sporco in cui la CIA chiuse volutamente gli occhi, pur di sostenere la sua guerra per procura in Centroamerica.

Non era un segreto per nessuno. "Non lo sapevamo ufficialmente, ma tutti a Panama – dal Dipartimento di Stato ai militari – sapevano che Noriega lasciava passare la droga", ammise anni dopo l’ambasciatore statunitense Arthur H. Davis Jr. Eppure, per Washington, Noriega rimase un alleato utile finché non divenne un problema troppo grande. Quando ormai il suo nome era legato a scandali e violenze, gli Stati Uniti lo abbandonarono al suo destino: nel 1989, l’invasione di Panama con l’operazione "Giusta Causa" pose fine al suo regime, e Noriega fu processato e condannato proprio per narcotraffico, lo stesso crimine che per anni la CIA gli aveva permesso di commettere.

Un rapporto del Senato USA definì quella di Noriega "uno dei più gravi fallimenti della politica estera USA", ma la verità è che la sua storia non fu un’eccezione. Fu solo uno dei tanti uomini usati e poi scaricati da un sistema che, pur di vincere la Guerra Fredda, inondò l’America Latina di droga e violenza, lasciando dietro di sé una scia di sangue e ipocrisia. E mentre Noriega marciva in prigione, la CIA aveva già trovato qualcun altro da usare. Perché il gioco, dopotutto, non finisce mai.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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