Oleg Tsarëv: "L'errore della Russia nell'Operazione militare speciale"
Da Politnavigator*
La Russia si era formata un'immagine di se stessa quale paese talmente potente militarmente, da crederci lei stessa. Questo è stato l'errore principale nella Operazione militare speciale, afferma l'ex deputato della Rada ucraina ed ex speaker del parlamento di Novorossija Oleg Tsarëv ai microfoni di “Radio Aurora”. «Abbiamo dato vita a un senso di esercito secondo al mondo per potenza, che anche gli Stati Uniti ci hanno creduto, e noi stessi ci abbiamo creduto.
Permettere che ciò accadesse, è stato un errore molto grande. Non avremmo dovuto entrare in Ucraina con forze così piccole. Vladimir Putin ha poi concordato con tutti; e gli americani, per un mese dopo l'inizio della Operazione militare speciale (OMS), non hanno mosso un dito». Secondo Tsarëv, la prima resistenza venne organizzata dalla Gran Bretagna; ma fu troppo lenta. «Gli Stati Uniti erano così sicuri che avremmo preso Kiev, che ci furono ben cinque avvisi ai cittadini statunitensi di lasciare l'Ucraina; l'ambasciata venne trasferita a L'vov... erano convinti che avremmo preso Kiev, ma non ci si riuscì». Secondo l'opinione di Tsarëv, la ragione per cui la Russia sottovalutò il necessario numero di truppe da introdurre in Ucraina, è da attribuirsi al successo di precedenti operazioni: «Grande successo aveva infatti avuto, prima di allora, l'arrivo in Kazakhstan, allorché l'introduzione delle nostre unità era stata già di per sé una doccia fredda e tutto si era immediatamente calmato, tutte le proteste erano cessate. Inoltre, gli eventi in Ossezia, le operazioni abbastanza di successo delle compagnie militari private in Africa e in Siria, con forze molto ridotte. Ne risultava che la Russia aveva combattuto senza interruzione e questa era una grande esperienza. Ma, come si scoprì in seguito, erano state solo le forze speciali a combattere, e le forze speciali costituiscono una parte molto piccola dell'esercito; l'esercito non aveva combattuto da nessuna parte», ha concluso Tsarëv.
D'altra parte, dice l'ex speaker, la Russia non ha cambiato i propri obiettivi nel corso della OMS e ritiene tuttora che l'Ucraina debba essere smilitarizzata e denazificata, mentre il resto del paese dovrebbe avere rapporti amichevoli con la Russia.
All'inizio della OMS, tuttavia, dice Tsarëv, c'era un diverso atteggiamento a proposito di ciò che avrebbe dovuto rimanere dell'Ucraina e l'Ungheria era disposta a introdurre truppe nell'area del proprio territorio storico, se la Russia avesse liberato Kiev.
«I restanti territori, se tutto si fosse realizzato, avrebbero dovuto far parte di uno stato neutrale, smilitarizzato, solidale con i russi, con la cultura russa, la chiesa russa, che tendesse alla cooperazione con la Russia. Questa è la rappresentazione di ciò che vogliamo... (I resti) non sarebbero stati lacerati. Intendo dire che quando è iniziata la OMS, come poi si è saputo, ci sono state alcune proposte ai paesi vicini da Russia, Ucraina, e l'Ungheria aveva già iniziato a muovere truppe verso il confine, mentre la Polonia aveva rifiutato; poi, però, non siamo riusciti a prendere Kiev, e la storia è andata diversamente. E ora siamo ancora in questo scenario».
In generale, ha dichiarato Tsarëv, nel corso dell'operazione russa in Ucraina, si sono avverati i sogni dell'ex consigliere per la sicurezza nazionale USA, Zbigniew Brzezinski. «Non si può dire che tutto stia andando secondo i piani, perché, se tutto fosse andato secondo i piani, saremmo stati a Kiev in tre giorni e non ci sarebbe stata la guerra. Forse non sarebbe del tutto corretto dire che tutto sta andando secondo i piani. La guerra è sempre un pesante affare sanguinario. E il fatto che i russi uccidano russi, con soldi russi, fa avverare il sogno di Brzezinski. Con i soldi russi, perché le nostre riserve auree, sequestrate all'estero, sono più di quanto abbiano speso per questa guerra tutti i paesi occidentali. Vengono distrutte città russe, avanza il rullo della guerra, le persone muoiono. E tutta questa guerra è in territorio russo, i russi muoiono e gli americani preparano un accordo per guadagnarci. Questo non può essere definito uno scenario di successo», ha concluso Tsarëv.
(traduzione fp)